Il capolavoro di Reja senza mezza squadra - Calcio News 24
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2015

Il capolavoro di Reja senza mezza squadra

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La lezione di Reja a Garcia: Atalanta decimata e talmente bella da sbancare l’Olimpico di Roma

RomaAtalanta 0-2: quanto basterebbe a servirsi dell’aggettivo clamoroso senza possibilità di essere smentiti. Per chi invece ha attentamente studiato le pieghe della gara dell’Olimpico emerge come sia stato l’unico risultato possibile: un’eredità fin troppo scontata considerato il trappolone con cui l’espertissimo Edy Reja ha beffato il meno sereno Rudi Garcia.

CHIAVE ESTERNI – Di base il punto forte della Roma: una squadra che nei due anni e mezzo di gestione del tecnico francese ha sempre e comunque basato le sue fortune sulle corsie laterali. Passare da lì, a prescindere dagli interpreti, trovare sfogo ed ampiezza sui lati per creare situazioni di superiorità numerica e riversarsi nei pressi della porta avversaria nel lasso di tempo più breve possibile. Uno spartito recitato con tanta ripetitività da sembrare quasi l’unico attuabile dalla banda Garcia: da questo assunto si è spesso dibattuto infatti sull’assenza di un reale piano B quando la Roma non riesce nel suo intento dichiarato e deve giocoforza cambiare le sue note. Senza esserne in grado.

L’INTUIZIONE DI REJA – Il volpone Edy deve aver studiato alla perfezione la disfatta giallorossa in terra catalana: Roma in crisi sugli esterni già nella metà campo avversaria, dove le assenze di Salah e Gervinho non hanno reso sostituti in grado di tenere palla avanti ed allentare la pressione avversaria. Conseguenza immediata una sofferenza costante in fase difensiva, dove Maicon e Digne non hanno retto l’urto dei fuoriserie del Barcellona. Il buon Reja, che Neymar e Messi non allena, ha fatto di necessità virtù modificando a propria convenienza lo spartito: aspettare la Roma sulla propria trequarti, coscienti di una pericolosità limitata da assenze che diventano troppo cruciali a causa del mancato piano B a cui facevamo riferimento, entrare in possesso del pallone grazie al meticoloso lavoro difensivo e di una linea di centrocampo che si è moltiplicata nelle due fasi, rilanciare ad un solo tocco verso i due folletti esterni – Gomez (devastante) e Moralez – che hanno letteralmente mandato ai matti la flebile resistenza di Florenzi e Digne.

PERCHE’ CAPOLAVORO – Abbiamo finora collezionato parole sulle due pesanti assenze di casa Roma senza accennare minimamente a quanto accaduto sul fronte Atalanta alla vigilia della partita: out Toloi e Dramé in capitolo linea difensiva, analogo discorso per Carmona in mediana e De Roon arruolabile soltanto per la panchina, ai box anche il riferimento offensivo Pinilla. Di fatto mezza squadra titolare indisponibile per Reja in occasione della trasferta sul campo di quella che a bocca dei più è (o era, scegliete voi) la maggiore indiziata per la conquista del titolo. Un disastro annunciato? Ma neanche per scherzo: chi è sceso in campo – i vari Stendardo, Brivio, il giovanissimo e tremendamente interessante Grassi, le vecchie certezze Cigarini e Denis – ha fatto come o meglio dei titolarissimi attuando alla perfezione l’idea perpetuata dal signor Edoardo Reja. Persona composta ed allenatore di spessore, mai fuori luogo e fine conoscitore del suo lavoro, da sempre una bella figura del nostro calcio. Il più attempato tra i suoi colleghi, vero, ma più moderno e reattivo di suoi potenziali figli: intanto la sua Atalanta vola.