De Sanctis: «Alla Juve ho imparato da Peruzzi» - Calcio News 24
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De Sanctis: «Alla Juve ho imparato da Peruzzi»

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«Tecnicamente era fantastico, mi aiutò tantissimo: avevo 20 anni»

Arrivato alla Roma nell’estate del 2013, Morgan De Sanctis, portiere nativo di Guardiagrele, è arrivato quest’anno alla sua terza stagione nella capitale, perdendo il posto da titolare a favore del polacco Wojciech Szczesny. Intervistato ai microfoni del sito web ufficiale dei giallorossi, De Sanctis ha rilasciato alcune dichiarazioni, ripercorrendo quei giorni che lo portarono dal Napoli alla Roma: «Il primo contatto l’ho avuto con la Società, nello specifico rappresentata da Walter Sabatini e Mauro Baldissoni. Poi mi sono subito preoccupato di parlare con quelle persone che già conoscevo e che sapevano moltissimo della romanità, ho sentito infatti Perrotta, Vito Scala,Totti, De Rossi e anche Aurelio Andreazzoli, che avevo conosciuto nel mio percorso all’Udinese. Raccolsi da queste persone una serie di contenuti, che erano però condizionati dall’ultima parte di stagione poco positiva, cioè la 2012-13».

LE DICHIARAZIONI – Prosegue De Sanctis: «Tutti mi spiegarono che a Roma ci si giocava anche la possibilità di poter essere amati e apprezzati. Per me si trattava di una situazione continuativa del percorso che stavo facendo a Napoli e francamente ho ritrovato tanta passione e un grande attaccamento alla squadra. E, non appena arrivato, l’ho subito capito: questo è quello che differenzia sostanzialmente le piazze come Roma rispetto ad altre. Chi ha influenzato la mia carriera sotto diversi punti di vista è Angelo Peruzzi. Sono arrivato alla Juventus a 20 anni ed ero materiale grezzo da plasmare: avevo bisogno di un portiere più esperto al mio fianco. Lui tecnicamente era fantastico, pulito, poco spettacolare ma molto efficace: mi aiutò tantissimo. Ovviamente caratterialmente era pacato e diversissimo da me. Il fatto di vederlo sereno prima, dopo e durante le partite aiutava molto. Sull’atteggiamento pre e post match mi ci rivedo, ma in gara sono molto diverso. Forse perché ho sempre giocato in piazze molto calde, che spesso ti coinvolgono di più».