Rose formato Uefa: ecco come cambierebbe il calcio italiano - Calcio News 24
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2014

Rose formato Uefa: ecco come cambierebbe il calcio italiano

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Rubrica Italia Anno Zero – Inchiesta: rose a 25 con almeno 6 dal vivaio? Ben 67 calciatori dovrebbero salutare la Serie A ed oltre 50 emergere dai settori giovanili

FIGC SERIE A CALCIO ITALIANO RIFORME – Ci siamo. O meglio, stando ai tempi italiani, ci dovremmo essere: il presidente della Figc Carlo Tavecchio, accompagnato dal direttore generale Michele Uva, ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Graziano Delrio: sul banco le prime essenziali riforme che i nuovi vertici dirigenziali del calcio italiano vogliono tradurre in realtà.

ROSA FORMATO UEFA – Oggi ci occupiamo di quella che probabilmente è una delle più interessanti proposte al vaglio del potere decisionale: riformare le rose della Serie A secondo il formato Uefa, ossia con un massimo di 25 componenti di cui almeno 6 – si discute di un minimo che va dai sei agli otto – provenienti dal vivaio del club di appartenenza. L’eventuale riforma dunque andrebbe a sindacare sia sulla quantità che sulla qualità della rosa: in termini di estensione come di composizione. Le prime forti conseguenze benefiche sul calcio italiano sarebbero due: impensabile effettuare sprechi perché non sarebbe possibile tesserare più di 25 calciatori, ecco dunque come ogni innesto di una singola pedina verrebbe vagliato con la massima attenzione e non con la leggerezza di chi sa che al peggio – dopo qualche tempo –  ne acquista un’altra. L’altro evidente effetto è quello che si genererebbe nella valorizzazione dei vivai: se sei costretto ad impiegare almeno 6/8 calciatori provenienti dal settore giovanile nell’architrave della prima squadra è logico dedurre la crescita degli investimenti sui vivai stessi. Che vuol dire non solo ricerca dei giovani profili più interessanti, non solo massima cura delle risorse umane a disposizione – italiane e non, che giovamento per la nazionale! – ma anche adeguamento di strutture obsolete in modo tale da favorire un opportuno sentiero di crescita.

COME SI RIVOLUZIONA IL CALCIO ITALIANO PARTE PRIMA – Valutiamo il primo rilievo analizzato: l’aspetto quantitativo delle rose. Secondo i dati delle rose proposti dal portale Transfermarkt una sola società su 20 non dovrebbe effettuare alcun taglio: il Napoli. Elaboriamo noi i restanti dati: l’Atalanta (28 calciatori in rosa) sarebbe chiamata a decurtarne 3, il Cagliari (29) 4, il Cesena (31) 6, il Chievo (27) 2, l’Empoli (27) 2, la Fiorentina (32) 7, il Genoa (26) 1, l’Inter (26) 1, la Juventus (27) 2, la Lazio (29) 4, il Milan (28) 3, il Parma (30) 5, il Palermo (31) 6, la Roma (29) 4, la Sampdoria (28) 3, il Sassuolo (28) 3, il Torino (27) 2, l’Udinese (32) 7 ed il Verona (27) 2. Il totale? Ben 67 calciatori in meno. Praticamente tre squadre eccedenti comprensive di titolari e riserve: un risparmio considerevole in termini di ingaggi lordi che può essere riconvertito nella scelta più efficace dei venticinque nonché – giocoforza – sulla valorizzazione di vivai e strutture a cui già si è fatto riferimento.

E PARTE SECONDA – Passiamo all’aspetto qualitativo: poniamo, tenendoci al ribasso su quella che probabilmente potrebbe essere la mediazione raggiunta, un limite minimo di sei calciatori della prima squadra obbligatoriamente provenienti dal vivaio. Analizziamo ad esempio le realtà di punta del calcio nostrano: la Juventus ad oggi conta i soli Marrone e Marchisio (2), la Roma Curci, De Rossi, Florenzi e capitan Totti (4), il Napoli Radosevic ed Insigne (2), la Fiorentina Lezzerini, Babacar e Bernardeschi (3), l’Inter Andreolli, Donkor, Mbaye, Krhin, Obi e Bonazzoli (6, unica big eventualmente già in regola), il Milan Albertazzi, De Sciglio, Abate e Mastour (4), la Lazio Cavanda, Onazi, Cataldi, Keita Baldè, Tounkara (5) e persino l’Udinese – fenomeni a pescare nelle giovanili di tutto il mondo – in termini di produzione propria si limita al solo Scuffet. Se vi soffermate un attimo in più noterete come siano pochi i titolari in pianta stabile nei rispettivi club. Ad ogni modo soltanto le otto big del calcio nostrano dovrebbero per legge procedere a ben ventuno innesti dai propri vivai. Ripresentiamo i due grandi numeri emersi dall’analisi: 67 calciatori complessivi di troppo ed in proporzione – essendo 21 soltanto dalle otto realtà più strutturate – oltre 50 da prelevare dai settori giovanili. Stop agli sprechi, i risparmi si riconvertono sui nostri ragazzi. Quanto basta per una rivoluzione epocale.