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Tra calcio e musica, Sanremo 2016: la classifica di Calcionews24.com

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Bluvertigo al comando, geniali come Ronaldinho

Siamo giunti all’edizione numero 66 del Festival di Sanremo, in scena al Teatro Ariston. Un Festival condotto ancora una volta da Carlo Conti, affiancato da Madalina Ghenea (bellissima modella, nel cast dell’ultimo film di Paolo Sorrentino ‘The Youth’), Gabriel Garko (attore noto nel ruolo di Tonio Fortebracci in ‘L’onore e il rispetto’) e Virginia Raffaele (comica, cavalli di battaglia: Belen Rodriguez e Roberta Bruzzone). Sono venti gli artisti in gara e questa sera (sì, la stessa sera di Juventus – Napoli) verrà svelato il nome del vincitore. Calcionews24.com vi propone una classifica del Festival di Sanremo, infarcita di accostamenti con il mondo del calcio: in fondo sempre di arte parliamo.

DAL 20^ AL 10^ POSTO (ordine casuale)

Clementino: la canzone non è male, non sembra cadere a pennello su di lui ma se la cava egregiamente. Probabilmente non è la canzone ideale da presentare a Sanremo, un po’ come Ricky Alvarez: è un bel calciatore, ma non è tagliato per un calcio veloce e di movimento.

Patty Pravo: carriera eccellente, con decine di capolavori che portano la sua firma. Porta a Sanremo un brano molto elegante e lo esegue discretamente, senza strafare. Gli anni migliori sono passati, come per Francesco Totti, ma qualche sprazzo di classe non viene negato a nessuno. PS. Però ora anche basta così.

Dear Jack: tanta, tantissima carica per i Dear Jack, è vero, ma i risultati non sono eccellenti, anzi. Non riesce a coinvolgere il loro brano, un po’ troppo ripetitivo (e stonato). Un po’ come Gervinho: tanta esplosività senza mai concludere. Da sottolineare una possibile somiglianza tra l’ex Roma e Leiner, voce della band.

Rocco Hunt: canzone divertente, nel ritmo si intende. Personalmente non ci ho capito molto di questa performance made in Napoli, sponsorizzata dal popolo partenopeo (ci mancherebbe anche): un simbolo Rocco Hunt, come lo scugnizzo Lorenzo Insigne. Divertenti entrambi, che sia con un microfono o con un pallone.

Alessio Bernabei: arriva da un periodo complicato, dopo l’addio ai Dear Jack ed i primi passi da singolo, però non sfigura. La canzone, che ricorda giusto leggermente (?) un brano di Ariana Grande, non è molto complicata da analizzare: bel ritmo, scolastica e ripetitiva. Tale e quale ad El Shaarawy.

Lorenzo Fragola: possiamo paragonare il brano di Lorenzo Fragola ad una punizione calciata in curva da Miralem Pjanic. Sì, perché lui è un buon artista, ma questa canzone è un fallimento totale. Però le qualità ci sono, al prossimo tentativo difficilmente sbaglierà.

Caccamo&Iurato: due buoni cantanti che non si completano. Non esiste alchimia nonostante un buon brano, con lei che sovrasta lui. Caccamo&Iurato ricordano Icardi e Jovetic: bravissimi eh, ma insieme non si possono vedere.

Valerio Scanu: bel testo, belle parola ma Scanu, per citare un idolo del web, è un po’ mollo. Non scatta la scintilla, nessun hype creato per il ritornello, nessuna scossa: un po’ l’accusa, in toni naturalmente calcistici, che veniva mossa al grande Alberto Malesani.

Arisa: niente da fare, questa canzone è orrenda. Davvero indifendibile. Bella voce eh, ci mancherebbe, ma questo pezzo sentito più di tre volte conduce alla depressione. Neanche la bella voce la salva: un po’ come Vidic all’Inter, nemmeno la sua grande esperienza è servita per evitare il disastro.

Annalisa: è brava, bella (soprattutto bella), dolce e così via. Ma perché questa canzone? Manca solo un cartello con la scritta ‘provoca sonnolenza’. Che peccato, la sua voce avrebbe meritato ben altro visti gli enormi progressi degli ultimi anni. Accostamento calcistico? La scelta di Vincenzo Montella di andare alla Sampdoria. D

AL 10^ AL 1^ POSTO 

10) Irene Fornaciari: brano impegnato, un netto passo avanti rispetto alle ultime comparse sanremesi. Non è mai facile per un figlio d’arte (lei è figlia del grande Zucchero, lo ricordiamo) riuscire ad imporsi, ma possiamo dire che lei ci sta riuscendo: questa canzone merita molto. Possiamo dire che il suo percorso ricorda quello di Kasper Schmeichel, figlio dell’ex United Peter, che dopo anni di alti e bassi si sta consacrando nel Leicester City di Ranieri.

9) Zero Assoluto: c’era un po’ di timore dopo aver ascoltato l’inno della Serie B ma, quasi a sorpresa, gli Zero Assoluto fanno una bella figura. Non che ci sia una grande differenza con le opere del passato, ma ‘Di me e di te’ è piacevole da ascoltare, con un buon ritmo. E poi si sa, loro sono un po’ come il tandem Cassano – Pazzini alla Samp.

8) Neffa: come al solito azzarda, con grande carisma, e la scommessa la vince. Il suo è un bel brano, originale e ricercato. Piace, a titolo personale, il suo essere quasi scazzato, come se fosse lì per caso. Un paragone che calza a pennello è quello con Josè Maria Gutierrez, meglio noto come Guti.

7) Francesca Michielin: nonostante un look decisamente rivedibile ed un parrucchiere da denuncia, la Michielin tira fuori gli attributi. La sua canzone non eccelle, ma merita: orecchiabile, cantata con passione ed un pizzico di personalità. Data la giovane età, promette benissimo e può mirare ad entrare nel Gotha della musica italiana: un po’ come Paul Pogba in campo calcistico.

6) Dolcenera: ma che brava (e che bella, ok)! Ritmo che piace, ritornello di qualità ma a fare la differenza è la sua voce: i suoi acuti, che ricordano in un improbabile parallelismo quelli di Hulk dello Zenit, son da brividi. Complimenti sinceri.  

5) Noemi: lei è come Higuain: non sbaglia mai. Testo impegnato, voce divina ed eleganza: Noemi è capace di far piacere anche una canzone praticamente priva di ritornelli. Chapeau, madame.

4) Elio e le Storie Tese: non azzardiamo accostamenti, nessuno sarà mai come loro. Geniali nella loro follia, con una canzone composta da 7 ritornelli privi di senso che rendono unica la loro performance. Una nozione di merito va al look, nessuno mai su quel palco avrà il coraggio di presentarsi con certi abiti.

3) Gli Stadio: qua non siamo più nel campo della musica, ma della poesia. Il brano portato da Gaetano Curreri & co. è un capolavoro, una canzone che ha un senso profondo (ci sono diversi brani in gara che di senso non ne hanno, cit.) e che viene performata con grande passione. Da grande tifoso della Fiorentina, vogliamo accostare Curreri a Giancarlo Antognoni: sempre di campioni stiamo parlando.

2) Enrico Ruggeri: uno dei cantanti più esperti di questo Festival è uno dei più moderni, questo dovrebbe fare riflettere per le giovani leve. Ruggeri si conferma un grandissimo artista,  l’unico ad aver portato un po’ di vero rock a Sanremo. Bel testo, bel ritmo ma vogliamo parlare della grinta e della passione con cui va sul palco e stende tutti? Complimenti, complimentissimi: grande tifoso interista, è definibile come lo Javier Zanetti del rock.  

1) Bluvertigo: perché a noi non ce ne frega una emerita m…azza che la voce di Morgan non sia come quella di un baritono o di un soprano. Perché loro sono artisti e ‘Semplicemente’ è un capolavoro. E non sempre i capolavori vengono capiti, compresi. Pensate a Ronaldinho: un genio del calcio, ma quanti detrattori! Sono loro i vincitori di questa nostra classifica ed i motivi sono semplici: personalità, originalità, voglia di stupire, grinta, passione e una coesione mai persa. Continuate così, in particolare te, Morgan: fregatene di tutto e tutti, tu sei un artista vero e ci piaci così. PS. Uno chapeau per Andy, bellissimo l’assolo di sax.