Sassuolo, Defrel non è l’erede di Zaza - Calcio News 24
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2015

Sassuolo, Defrel non è l’erede di Zaza

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Il Sassuolo cambia: out Zaza, dentro Defrel. Spetterà ad Eusebio Di Francesco trovare le contromisure

Il Sassuolo per Gregoire Defrel ha bruciato tutti: sette milioni di euro al Cesena e le concorrenti – Torino e Palermo su tutte – si sono fatte da parte. Almeno numericamente è l’attaccante francese il prescelto a sostituire Simone Zaza, la partenza pesante dell’estate nero-verde. L’attaccante della nazionale italiana alla Juventus – l’anno prossimo toccherà a Berardi – e Defrel nuovo rinforzo per il Sassuolo di Eusebio Di Francesco.

IL CONFRONTO – Ma può Defrel realmente essere considerato l’erede di Zaza nelle alchimie tattiche dell’allenatore abruzzese? Le schede dei due calciatori si somigliano davvero tanto: entrambi classe ’91, entrambi hanno svolto la trafila dei vari campionati fino a raggiungere con fatica e sudore la massima serie italiana. Nella passata stagione Defrel con 9 gol all’attivo, due anni fa Zaza che nel biennio al Sassuolo ha consolidato una certa traiettoria di crescita: 9 reti prima, 11 poi (12 stagionali) per confermarsi attaccante piuttosto interessante. Vista così sembrerebbe davvero l’operazione perfetta: fuori un centravanti per cause di forza maggiore (chiamata della Juventus), dentro il suo sostituto naturale. Dove si cela invece la diversità?

ATTITUDINE AL GOL E INTERPRETAZIONE DEL RUOLO – Avevamo detto si somigliassero, ma i dati dei due calciatori sono spaventosamente affini in termini di presenze complessivamente conseguite nel calcio italiano professionistico: 135 per Defrel, 132 per Zaza. Le reti siglate? 20 dal francese, 50 dal centravanti nostrano. Tradotto, ecco la differenza: Zaza ha un più spiccato senso del gol, vanta un’interessante varietà di colpi che paga negli ultimi metri, segna di giustezza ma anche con buone soluzioni volanti. Defrel invece ama spaziare sull’intero fronte offensivo e non sempre arriva a tu per tu con il portiere con la necessaria lucidità, è un attaccante più mobile – non che Zaza non lo sia, caratteristica peraltro particolarmente apprezzata dal commissario tecnico azzurro Antonio Conte – e dunque meno relegato al ruolo di prima punta.

COSA CAMBIA PER DI FRANCESCO – Che poi nello spezzone finale di stagione, in un Cesena oramai allo sbando, abbia in effetti giocato da falso nueve con notevoli ritorni in tema di gol realizzati è un dato di fatto: lo spartito, però, per Eusebio Di Francesco cambia. Il suo Sassuolo – almeno quello della Serie A – è stato impostato su una manovra ariosa che non badasse troppo al palleggio quanto invece a raggiungere nel più breve tempo possibile gli esterni offensivi, allargare il campo dunque con Berardi e Sansone bravi poi a rientrare per trovare la soluzione personale o – con l’aiuto delle sovrapposizioni dei terzini – imbeccare i movimenti di Zaza nella fetta finale di campo. A tratti ha funzionato, ora Di Francesco dovrà trovare soluzioni inedite: si può ragionare analogamente in termini di profondità, con il francese abile ad aggredire gli spazi, meno sotto il profilo della sponda classico riferimento offensivo. Sassuolo più mobile? Spetta al suo allenatore forgiare contromisure. Con un Zaza in meno ed un Defrel in più nel motore.