Serie A 2014-15: la griglia di partenza - Calcio News 24
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2014

Serie A 2014-15: la griglia di partenza

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Terminato il calciomercato, ecco la Serie A 2014-15 ai suoi nastri di partenza

SERIE A GRIGLIA DI PARTENZA – Alle spalle il calciomercato, è tempo dei primissimi bilanci: chi ha fatto meglio o peggio, chi è più o meno strutturato ad affrontare la già iniziata stagione 2014-15. E’ la fase dell’anno in cui risulta davvero complesso mettere d’accordo tutti: ognuno ha le sue teorie, le sue favorite e fa bene ad esprimerle. Il punto su cui tutti possono convergere è uno: si tratta di una griglia di partenza e non di arrivo. Oggi si può dibattere sulle dotazioni d’organico dei vari club e supporre eventuali scenari, poi intervengono decine di fattori – fiducia, capacità di gestire i momenti chiave, infortuni e concomitanza con gli appuntamenti internazionali gli elementi più ragguardevoli – a delineare l’unico quadro finale. A tutto ciò (come se non bastasse) va aggiunta la particolarità della situazione in essere: l’addio di Conte, il doppio impegno della Roma ed il mancato rafforzamento del Napoli fanno perdere i reali punti di riferimento emersi con forza nella scorsa stagione.

1 JUVENTUS – Sì, ancora lei. La vecchia signora – nonostante l’addio di Conte e tutte le incertezze che uno scossone del genere porta inevitabilmente con sé – merita la pole position assoluta, fosse solo per i suoi livelli prettamente economici: primo valore della rosa in Serie A, primo fatturato, primo monte ingaggi. E’ difficile confermarsi dopo tre anni di successi, ma lo era anche un anno fa. La dirigenza bianconera ha resistito sul fronte cessioni non privando il neoallenatore Allegri di alcun cardine dell’era Conte e sparigliato come necessario fare: Pereyra, Romulo, Coman e Morata portano in dote quella indispensabile incertezza in una squadra di già assodate certezze mentre Evra è un colpo che consente al tecnico la massima duttilità tattica. Chi vi scrive non si strapperebbe un capello qualora non dovesse essere la Juve a vincere il titolo ma è indubitabile come siano proprio i bianconeri e nessun altro a dover recitare il ruolo della favorita.

2 INTER – Ed è su questo nome che probabilmente saranno attratte le maggiori antipatie. Ma seguiamo il ragionamento: il direttore sportivo Piero Ausilio ha condotto un calciomercato sotto la totale insegna mazzarriana ed il tecnico toscano ha ora gli strumenti necessari per praticare il suo modello calcistico. E’ arrivato il leader difensivo (che colpo Vidic a parametro zero!), i due mediani granitici che Mazzarri solitamente pone a protezione del terzetto arretrato, un Dodò pronto ad esplodere ed Osvaldo che sposta poco ma che comunque può rappresentare una degna alternativa alla coppia titolare Palacio-Icardi. Ecco, Icardi: l’argentino dovrà essere – come la storia insegna con i vari Bianchi, Pazzini e Cavani – il centravanti esaltato dal lavoro di Mazzarri. Se ingrana lui, con continuità, l’Inter può sorprendere tutti. Con lui deve consacrarsi Kovacic in un centrocampo colmo di qualità/quantità e non dimentichiamo il portiere, probabilmente oggi il più forte della Serie A. E’ mancato soltanto il colpo in grado di accendere la miccia, il Lavezzi di turno per intenderci, ma è questa Inter la scommessa per antonomasia.

3 ROMA – Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: questa Roma può vincere lo scudetto. Può farlo per come ha lavorato il suo direttore sportivo, per il livello e la profondità dati alla rosa, per la capacità di reagire ad ogni evento. Perché in seconda fila allora? Per due principali generi di incertezza: l’incognita legata al doppio impegno ed una questione strettamente tattica. Il primo: la Roma della scorsa e brillante stagione disputava soltanto il campionato, ora sarà chiamata ad affrontare mostri del calibro di Bayern Monaco e Manchester City, lì dove – proprio per la vocazione internazionale della società – la Roma non vorrà affatto sfigurare. Tradotto: è altamente probabile che in campionato (un po’ come accadde al Napoli nella scorsa stagione) qualche punto per strada lo perderà. La questione tattica: la Roma di Garcia ha impressionato per rapidità di ripartenza ma sarà difficile sorprendere in tal senso per due stagioni consecutive. Gervinho ed Iturbe sono entrambi due velocisti puri, servirà il miglior capitan Totti per dare l’alternativa logica quando non si potrà correre a testa bassa ma si dovrà ragionare palla al piede.

4 NAPOLI – Quando hai uno come Higuain alla lotta scudetto ti ci iscrivi per default. Impensabile nasconderlo però: questo Napoli, con la disfatta del San Mamés di Bilbao, subisce un netto ridimensionamento delle sue ambizioni. Per una meno attrattiva visione globale ecco però che tutte le energie possono essere mirate al fronte interno: l’obiettivo è unico e l’Europa League sarà disputata dalle seconde linee. La questione: il Napoli ha la struttura per sbaragliare la concorrenza nazionale? Il fronte offensivo può bastare, in termini di equilibrio complessivo invece sussistono dubbi profondi. Un anno fa il club partenopeo ha incrementato il suo monte ingaggi ma la mancata qualificazione alla Champions ha privato dei fondi per far crescere parallelamente il fatturato. La proprietà non ha investito di tasca sua ed ecco come i tanto attesi colpi di completamento non sono arrivati. Il primo ad aver fame però – fattore da non trascurare – sarà proprio Benitez: dal post Bilbao le nubi hanno incluso anche il suo operato e vorrà dimostrare con i fatti di essere il tecnico più titolato dell’attuale Serie A.

5 FIORENTINA – Con la terza fila entriamo di fatto nel campo delle outsider: la prima è giocoforza la Fiorentina di Montella. Innanzitutto perché – come nessun’altra delle concorrenti – sarà allenata per il terzo anno consecutivo dallo stesso tecnico. Una continuità che va quantomeno segnalata e che può rappresentare un fattore peculiare: la rosa peraltro sembra esser maggiormente delineata di un anno fa, meno incasinata per intenderci. Verso altri lidi i vari doppioni Wolski, Matos, Bakic, Vecino ed altri che facevano più numero che altro, Montella può lavorare su un organico più tangibile. Richards e Marin aggiungono qualità ed esperienza, la viola di fatto acquista anche Gomez: non lo dimentichiamo, un centravanti fortissimo. Analogo discorso, purtroppo per l’intero movimento calcistico nostrano, non si può applicare a Rossi. Altrimenti altro che terza fila…

6 MILAN – La tentazione di spostarlo in avanti c’è stata ma restiamo con i piedi per terra: le novità sono incalcolabili, a partire proprio dalla sua guida tecnica. Mister Inzaghi sembra sapere il fatto suo ma dovrà dimostrare tutto e di più, oltre al fatto che sin da subito sarà chiamato ad introdurre nei suoi meccanismi gli ultimi arrivati Van Ginkel, Bonaventura ed il colpo Torres. Almeno due di questi tre – quelli provenienti dal Chelsea – saranno titolari e dunque c’è tanto lavoro all’orizzonte: discreta difesa e buon attacco, alla mediana sarebbe servito un centrocampista moderno di passo. Se sarà il buon Marco Van allora siamo un passo avanti. Ultimo elemento: il Milan, rispetto alle cinque che la precedono, sarà l’unica realtà a non disputare alcuna coppa. Settimana tipo, un toccasana per un organico con determinate lacune.

7 LAZIO – Non sarebbe giusto lasciarsi prendere dall’umorale 3-1 con cui la Lazio ha battezzato il suo campionato in quel di San Siro: qualcosa in estate è stato fatto, altro no. Partiamo da quel che si è aggiunto: De Vrij, che possa dire l’esordio, è un signor difensore e Basta, Parolo e Djordjevic sono innesti decisamente interessanti. Quel che invece andava realizzato e sarà probabilmente una carenza strutturale riguarda il secondo centrale da affiancare all’olandese: perso Astori, il profilo giusto, la dirigenza biancoceleste è rimasta con il cerino in mano. L’assenza dal fronte internazionale può aiutare Pioli a patto che si tenga a mente il rovescio della medaglia: senza le coppe è difficile accontentare l’intero organico in termini di presenze.

8 UDINESE – Tra tutte le altre, fosse solo per valore di mercato della rosa, è l’Udinese a meritare citazione: l’incognita Stramaccioni (ex enfant prodige della scuola di giovani allenatori italiani che avrà smisurata fame di rivalsa dopo la non entusiasmante esperienza nerazzurra) e la certezza Di Natale. L’immortale Totò – oltre al consueto apporto quantitativo in termini di realizzazione – sarà chiamato ad essere la spalla ideale per rilanciare l’ex ma ancora potenziale crac Luis Muriel: classe ’91, il Friuli può ritrovarlo e veder nascere una stella di livello internazionale. Se così sarà, ecco un tandem niente male…