Serie A, la griglia: è l’anno del caos, spazio ai sogni - Calcio News 24
Connettiti con noi

2015

Serie A, la griglia: è l’anno del caos, spazio ai sogni

Pubblicato

su

La Serie A 2015-16 ai nastri di partenza: con la rivoluzione di casa Juve ritorna tutto follemente in discussione

La doverosa premessa: la rivoluzione di casa Juventus rimescola le carte. E lo fa con un’irruenza a cui, almeno chi vi scrive, non era più abituato. Ad opinione personale poco era cambiato un anno fa con l’avvicendamento Conte/Allegri: abile poi il tecnico toscano ad andare addirittura oltre gli strepitosi risultati del precedente triennio. Ora però tre perdite così carismatiche – i soliti Pirlo, Tevez e Vidal in rigoroso ordine di rilevanza – ridisegnano inevitabilmente i contorni della nostra Serie A: con la Juventus fuggitiva avanti e tutte le altre a rincorrere è una storia decisamente più chiara, senza il riferimento a capo del gruppo la vicenda si fa beatamente folle. E c’è spazio per i sogni un po’ di tutte (e tutte hanno cambiato tanto): è il caos, proviamo ad analizzarlo con la griglia di partenza più complessa dell’ultimo decennio.

1 – ROMA: Sì, un filino avanti a tutti c’è la squadra di Garcia. Il sorpasso estivo è stato effettuato, ora però va tradotto da parole a fatti. E questa Roma può rivelarsi in grado di riuscire nell’intento: il suo centrocampo è il più forte d’Italia, nessuno oggi vanta la qualità pura ascrivibile a Pjanic, il resto lo fanno i polmoni di Nainggolan, la proverbiale intelligenza di Keita ed il solito temperamento di De Rossi. Con Florenzi sempre pronto all’occorrenza. Chiamasi alternative. Il nuovo portiere Szczesny già regala immagini da copertina, in avanti è arrivato l’uomo dei sogni giallorossi: Dzeko ha portato lo scudetto a Wolfsburg per la prima volta nella storia ed al Manchester City dopo 44 anni di letargo. Roma aspetta lo stesso esito. Qualche incertezza in difesa sulla carta: in tal senso giocherà un ruolo fondamentale l’inserimento di Antonio Rudiger nella macchina di Garcia. Rapido e forte in marcatura, può ovviare ad un Castan ancora traballante e riportare De Rossi in mediana: i difensori li facciano i difensori.

2 – JUVENTUS: In ex aequo con l’Inter. Dovendo scegliere ci serviamo della metafora motoristica e piazziamo avanti chi ha vinto più gran premi: nel nostro caso la Juventus dato il recente pregresso. La sensazione generale è quella che non saranno ancora i bianconeri a laurearsi campioni d’Italia e non è da escludere che si tramuti in una previsione azzeccata: lo abbiamo raccontato nella premessa, in termini di carisma, personalità ed identità vincente lo scossone è di quelli da fine ciclo/riapertura prossimo. E le transizioni vanno vissute. Ad ogni modo negli ultimi giorni di mercato la Juventus si è fatta mancare poco: Alex Sandro, Cuadrado ed Hernanes non saranno fenomeni ma pur sempre pedine che elevano livello atletico e qualitativo di una squadra che ancora oggi vanta la migliore difesa del campionato ed un certo Paul Pogba. La partenza da incubo fa improvvisamente sembrare tutti brocchi, ma fidatevi che non è propriamente così.

3 – INTER: Forte, abbastanza da andare oltre questo ingannevole avvio di campionato: i nerazzurri sono sì a punteggio pieno ma con modalità molto più complesse di quanto sia apparso. Due gol al novantesimo sono la testimonianza più viva e tra le squadre di testa è l’Inter quella ad aver incontrato il calendario più agevole. Detto ciò la squadra c’è: raccontato della migliore difesa (Juventus) e centrocampo (Roma) del torneo, ecco probabilmente l’attacco più prolifico. Icardi è il capocannoniere in carica e poco va aggiunto sul valore di questo straordinario centravanti, se Jovetic sul medio termine si confermerà in questa versione abbiamo la coppia gol del campionato. Bene la difesa, fisica e tecnica, completata in extremis dal colpo Telles, manca forse un pizzico di qualità nel mezzo ed in tal senso si aspetta l’esplosione di Marcelo Brozovic. Con l’Inter (che non ha le coppe), almeno sulla carta, si chiude la fascia scudetto.

4 – NAPOLI: Si entra in seconda fascia ed in questo gruppo di squadre sembra il Napoli ad avere qualche cartuccia in più delle altre: innanzitutto l’attacco, che poco ha da invidiare alla concorrenza per qualità e prolificità, e poi un impianto che almeno nelle intenzioni dovrebbe ricercare l’equilibrio più di quanto sia riuscito nell’ultimo biennio. Ottimi gli innesti di Reina ed Allan, scommessa da vivere quella di Valdifiori. Le incognite: una difesa colabrodo ancora misteriosamente non adeguata dalla sessione di calciomercato (troppo poco Chiriches ed Hysaj, viene da domandarsi come sia possibile affermare di aver offerto 27 milioni per Romagnoli e dopo il rifiuto non ripiegare su alcuna alternativa, perché non investire questi 27 milioni o anche meno su qualcun altro?) e la guida tecnica. I primissimi passi tenderebbero a riscontrare qualche inadeguatezza comportamentale di Sarri a determinati livelli, ma gli va data almeno la possibilità di sorprendere. Sé stesso prima ancora dell’ambiente.

5 – MILAN: Peccato che sul più bello ci si sia un tantino persi. O meglio fermati. L’attacco c’è, ha valore, alternative e porta in dote un discreto numero di gol, bene la virata immediata su Bacca dopo il clamoroso rifiuto del connazionale Jackson Martinez. Il centrocampo è notevolmente rinvigorito dalle caratteristiche di Bertolacci ma manca una pedina di passo, un interprete moderno alla Witsel tanto cercato ma non raggiunto: sarebbe stato perfetto. E poi il nodo difesa: fa quasi invidia l’abnegazione con cui il Milan ha fatto fronte comune per garantirsi le prestazioni di Romagnoli, a questa intrigante mossa andava abbinata la ricerca di un difensore esperto da mettergli accanto. Non giocoforza un fenomeno ma qualcuno più strutturato: non è un caso se alla prima di campionato il buon Mihajlovic si sia ritrovato ad optare per la scommessa Rodrigo Ely. Di quelli che ha si fida a tratti.

6 – LAZIO: Due aspetti assolutamente in controtendenza: benissimo la resistenza in chiave mercato sui pezzi da novanta della propria batteria (Anderson, De Vrij e Biglia su tutti), malissimo l’avvio di stagione. Addio Champions, stesso esito per la Supercoppa contro una Juve (si è visto poi) tutt’altro che in salute. Ed è così che viene a galla un male tutto italiano: il playoff d’accesso alla massima competizione internazionale viene affrontato con una superficialità imbarazzante. Se ne stanno lì ad attendere un sorteggio accomodante, fanno poco o nulla e puntualmente vengono sbattute fuori (cinque volte negli ultimi sei anni, non può essere un caso). E sì, anche questa Lazio avrebbe avuto bisogno di qualche certezza in più: lo testimonia spietatamente la BayArena, lo potrà raccontare un probabile quanto indesiderato contraccolpo psicologico.

7 – FIORENTINA: La squadra nel complesso non è affatto male, anzi forse una delle poche che non presenta evidenti lacune in uno dei suoi reparti, ma probabilmente non eccelle in nulla: per mantenere intatto l’elevato tenore delle ultime stagioni – alla luce di una concorrenza dalle ambizioni rinnovate – sarebbe servito un centravanti di livello più alto ed un paio di difensori (un centrale veloce ed un esterno) migliori di quelli già in organico. Molto interessante il centrocampo della Fiorentina, elevato dagli arrivi di Suarez e Blaszczykowski: il lavoro di Paulo Sousa dovrà trovare gli argomenti giusti per compensare un mercato un tantino sottotono.

8 – TORINO: Che tra le squadre di seconda fascia si prende il premio al miglior calciomercato estivo: ceduto Darmian a peso d’oro, sono arrivati Zappacosta, Avelar, Baselli, Acquah, Obi, Belotti ed il fondamentale riscatto di Benassi. Al tutto vanno aggiunte le conferme dei ricercatissimi Maksimovic, Glik e Bruno Peres: il Torino è una squadra assolutamente completa che darà fastidio a tante e che, ben guidata dal maestro Ventura, ha la chance di togliersi importanti soddisfazioni. Tra le curiosità maggiori dell’attuale Serie A.

9 – SAMPDORIA: L’eliminazione europea subita dai modestissimi serbi del Vojvodina fa rabbia, tanta, a maggior ragione dopo aver osservato la costruzione della squadra: la conferma di Silvestre e l’ottimo innesto di Zukanovic (cercato anche dall’Inter) in difesa, Fernando e Barreto (che colpo a parametro zero!) elevano non poco il tenore di un centrocampo che nelle battute finali ha clamorosamente trattenuto Soriano. Tutto il resto accade in attacco: Eder e Muriel sono due schegge impazzite che se sorrette a dovere dal resto della squadra possono fare sfracelli. L’incognita è tutta caratteriale: riusciranno a convivere sotto lo stesso tetto personalità tanto controverse quanto Ferrero, Zenga e Cassano? Chi vivrà vedrà.

10 – SASSUOLO: Un anno fa sopravvalutata sia in termini di possibili risultati che di prestazioni, le primissime battute della nuova stagione sembrano invece premiare la continuità: il Sassuolo gioca palla a terra a tre tocchi, è rapido e più di tante altre realtà ha le idee già ben chiare. La sensazione forte è che tutti recitino già un preciso spartito: Magnanelli e Missiroli guidano, Duncan sostiene la difesa, gli esterni bassi poi tanto bassi non sono. In avanti Sansone può prendersi il Sassuolo: ha gamba e soluzioni. Ottimo Defrel in luogo del partente Zaza, spetterà ancora a Berardi (una certezza) aggiungere quel quid proprio soltanto ai più bravi.

LE ALTRE – Le neopromosse non hanno fatto poi tanto per levarsi da dosso questo status: sicuramente qualcosa in più il Bologna, con il colpo Destro e gli arrivi di Donsah, Taider, Giaccherini e Mounier, ma Frosinone e Carpi avranno il loro bel da fare per dimostrarsi all’altezza della massima serie. Da valutare l’Atalanta: ha a dir poco sorpreso la doppia cessione di Baselli e Zappacosta (entrambi classe ’92) a soli dieci milioni, bene però gli innesti di Toloi e de Roon. Il Palermo non ha di fatto sostituito Dybala e lo scompenso non potrà non avvertirsi, il Genoa ha come al solito cambiato tantissimo (ma che delusione la vicenda legata alla licenza Uefa!): il livello dell’organico impone comunque di piazzarla avanti in questo gruppone. L’Udinese riparte da un Allan in meno e da qualche elemento in più (su tutti Zapata) i cui innesti andranno valutati nel tempo, l’Empoli è ridimensionato dall’addio della spina centrale SepeRuganiValdifiori: l’obiettivo di Giampaolo è quello di non lasciare Saponara a predicare nel deserto. Infine le veronesi: la partenza sprint del Chievo è fondamentalmente figlia della conferma dell’impianto base che bene aveva chiuso la scorsa stagione, nel Verona elementi interessanti sono l’inserimento in pianta stabile del giovane regista Viviani e gli esperimenti che nel tempo dovrebbero portare alla proficua convivenza di due centravanti classici del calibro di Toni e Pazzini. Bentornata Serie A.