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Diritti tv: l’intesa tra i club slitta | GdS

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Accordo sul paracadute per le retrocesse, non per i ricavi extra

Non è ancora stata formalizzata l’intesa per la spartizione dei proventi tv: finora i soldi sono stati distribuiti secondo criteri provvisori, ma da marzo non sarà più possibile, perché potrebbe verificarsi il caso di club che ricevono più di quanto spetti loro. La preoccupazione, quindi, è grande, visto che i diritti tv rappresentano la sopravvivenza delle società, soprattutto per quelle che hanno tensioni di liquidità. Ieri c’è stata l’ennesima fumata nera dopo quattro ore di assemblea e dopo una riunione preliminare tra le big. Il prossimo appuntamento, come riportato da La Gazzetta dello Sport, è fissato per il 26 febbraio, ma l’intesa potrebbe anche slittare ai primi di marzo. Sicuramente non oltre.

DUE FRONTI – E il fatto che i tempi siano stretti lascia pensare con ottimismo ad un accordo. Ieri, infatti, ci sono stati avvicinamenti, non liti: 6 big da una parte, 14 medio-piccole dall’altra e il quorum è fissato a 15. Due visioni antitetiche sulla ripartizione delle risorse e sui rapporti di forza economica si scontrano: Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma e Fiorentina vogliono più soldi da sfruttare per la crescita a livello internazionale, mentre le medio-piccole, che contano sull’alleanza con la Lazio, chiedono una distribuzione più democratica, sul modello della Premier League, per assicurare maggiore competitività a livello italiano. L’incremento del 20%, pari a 150 milioni di euro, deve essere ridistribuito solo tra le prime dieci in classifica, secondo le big, mentre gli altri club chiedono che quelle risorse vadano a beneficio di tutte le società, escluse le retrocesse. Tutti, però, si sono rassegnati sul fatto che sarà un accordo-ponte, valido cioè solamente per questa stagione. E nel frattempo hanno accettato di far crescere il paracadute per le retrocesse da 50 a 60 milioni di euro.