Spalletti si presenta: «Riportiamo l'Inter nella sua storia» - Calcio News 24
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Spalletti si presenta: «Riportiamo l’Inter nella sua storia»

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Luciano Spalletti si è lasciato andare a 360 gradi nel corso della sua prima press conference da allenatore dell’Inter

Sarà una nuova Inter quella che si presenterà ai nastri di partenza della stagione 2017/2018, con Luciano Spalletti in panchina. Il tecnico toscano si è espresso così nella conferenza di presentazione: «Inizio facendo i complimenti all’Inter Primavera e al tecnico Stefano Vecchi: questi ragazzi sono il nostro onore. Perchè ho scelto l’Inter? Per riposizionarla nel posto che le compete vista la sua storia. L’ho scelta perchè ho rivisto tutte le cose belle della sua storia e le voglio vivere tutte adesso. Che mentalità darò alla squadra? Dovremo avere una mentalità, un carattere e una qualità di gioco forti. Ho pensato di iniziare con il 4-2-3-1, senza però escludere altri sistemi. Perisic e Icardi? Sono calciatori forti che devono entrare nei meccanismi di squadra, perchè nessun calciatore ti permette di vincere un titolo da solo. Tutti dovranno dare il proprio contributo per fare dell’Inter una squadra forte. Io non sono più bravo degli allenatori che mi hanno preceduto, sono differente. Chiedo ai miei calciatori di fidarsi di me perchè sarò sempre al loro fianco. Dobbiamo riportare l’Inter nella sua storia. La Roma? Ringrazio Pallotta e tutti i giallorossi per l’affetto ricevuto, ero dispiaciuto quando ho lasciato la Capitale: questa esperienza all’Inter, però, è la cosa più bella che mi potesse mai capitare. Io ero diventato quello che divideva e non quello che univa a Roma, per la gestione di un mito come Totti: era prevalso l’amore per questa bandiera rispetto al sostegno per la squadra. Gap con la Juve? La rispettiamo ma non abbiamo timore. per me l’Inter è una sfida eccitante e la vivrò come tale. Squadra rivoluzionata dal mercato? Gli acquisti non vanno sbagliati: ne sto parlando con la proprietà e con i dirigenti. La squadra deve sapere che maglia indossa: l’Inter deve essere l’Inter, non un nome di un calciatore forte o di un altro».