Supercalifragilisticexpialidocious, maledetto Reus: uno così non ha vinto nulla - Calcio News 24
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2015

Supercalifragilisticexpialidocious, maledetto Reus: uno così non ha vinto nulla

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Rubrica “10… e lode”: Marco Reus, fenomeno di Borussia Dortmund e Germania

Il livello del calciatore è fuori discussione per chiunque lo abbia visto all’opera anche solo per qualche minuto: tra le massime espressioni di talento, creatività, tecnica e prolificità, tutte caratteristiche incluse in un prospetto. Quello di Marco Reus, fuoriserie del calcio mondiale che – sulla strada delle ventisei candeline – non ha ancora vinto nulla.

INCREDIBILE, VERO? – Il suo Borussia Dortmund si è laureato campione di Germania consecutivamente nelle annate 2010-11 e 2011-12, due delle tre uniche stagioni di massima serie che lui – nativo di Dortmund – ha giocato lontano da casa. Sì, perché la sua storia è singolare: la consueta trafila nelle giovanili del Borussia, poi la misteriosa scelta di lasciarlo partire all’età di sedici anni direzione Rot Weiss Ahlen, un piccolo club allora militante nella quarta divisione calcistica tedesca, da lì l’esplosione a suon di gol ed assist con il Borussia Monchengladbach e la seguente decisione di riportarlo nel Borussia d’appartenenza per la cifra di 17.5 milioni di euro. Ma da quando è tornato lui nell’estate del 2012 solo secondi posti per gli uomini di Klopp: due volte dietro la corazzata Bayern Monaco in Bundesliga, analogo esito nella finale di Champions League disputata a Londra nel 2013.

E COME SE NON BASTASSE – La beffa mondiale. Marco Reus si procura – nell’amichevole pre Brasile 2014 disputata contro l’Armenia – una lesione ai legamenti della caviglia sinistra e deve dire addio al sogno di prender parte alla spedizione mondiale con la sua Germania. Non solo: a giochi fatti la Coppa del Mondo andrà proprio alla Germania ed il sapore della grande beffa assume contorni drastici ed inevitabili. I tedeschi a farsi raccontare dall’intero pianeta calcistico, lui sul divano a guardare: quello che era a tutti gli effetti – con Gotze – il calciatore più talentuoso della rappresentativa teutonica e la pedina su cui il commissario tecnico Joaquim Loew aveva incentrato una fetta importante delle ambizioni della sua creatura. Il risultato è impietoso: Marco Reus, calciatore di livello tecnico oggettivamente impressionante, nella sua carriera non ha vinto altro che non siano due Supercoppe di Germania.

UN RINNOVO SUPERCALIFRAGILISTICEXPIALIDOCIOUS – Né ha intenzione di farlo lontano da Dortmund, come invece si era a dir poco vociferato considerando le difficoltà incontrate in sede di rinnovo contrattuale: legittimamente in cerca di un club di primissimo rilievo che gli consentisse di adeguare al suo valore una bacheca tristemente vuota, la scelta è invece risultata per certi versi clamorosa. Marco Reus ed il Borussia Dortmund ancora insieme fino al 2019, consolidamento del legame annunciato dai singolari social del club renano con tanto di Supercalifragilisticexpialidocious, parola magica del pluripremiato film Mary Poppins che viene pronunciata ogniqualvolta si verifichi un evento magico. Sì, perché Reus per il muro giallonero è proprio questo: magia. Amato, venerato, indispensabile: senza Reus oggi si rischia di retrocedere, torna lui e mette le cose a posto. Con la bacchetta magica di un talento sconfinato. All’orizzonte il ritorno degli ottavi di finale di Champions League con la Juventus: dalle parti di Dortmund tremano alla notizia di un nuovo infortunio che potrebbe estrometterlo dal match dell’anno (ma pare recuperato), in terra nostra non si esulta per signorilità ma si strizza l’occhio al fato. Perché Reus è Reus. Non avrà ancora vinto nulla, ma quando parte fa quel che vuole, come vuole e contro chi vuole.