Tacchetti a spillo - Azzurra Noemi Barbuto: «Da Maxi - Wanda a Buffon - Seredova, vi spiego...» - Calcio News 24
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2014

Tacchetti a spillo – Azzurra Noemi Barbuto: «Da Maxi – Wanda a Buffon – Seredova, vi spiego…»

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Giornalista, scrittrice, imprenditrice, mediatrice familiare e personal coach, Azzurra Noemi Barbuto, nata a Reggio Calabria il 2 novembre del 1983, si è trasferita stabilmente a Milano lo scorso novembre per avviare qui la sua attività, un’agenzia che si occupa di problematiche di coppia, sentimentali e familiari, nonché di separazioni e divorzi, Separati Sì Disperati No. Laureatasi in Scienze Politiche Internazionali, ha iniziato a scrivere articoli, collaborando con diversi quotidiani regionali nonché qualche rivista nazionale, decidendo poi di abbandonare il giornalismo per realizzare il suo progetto imprenditoriale. 

 

Cara Azzurra, sei una brava giornalista, che ha iniziato a scrivere articoli, privilegiando l’approfondimento di tematiche sociali e di giustizia. Come mai hai scelto proprio questi temi?

Per me “fare informazione” è occuparsi di tutto, perché non ci sono notizie più importanti di altre, è il lettore, in base ai suoi interessi, a stabilire quanto sia più importante per lui una notizia rispetto ad un’altra. Per questo, quando ho iniziato a scrivere, ho voluto cimentarmi un po’ in ogni ambito, sia per darmi una formazione il più possibile completa che per mettermi alla prova. È chiaro poi che ogni giornalista sviluppi delle sue preferenze, esattamente come il lettore. Personalmente, dopo essermi occupata di politica, cultura, spettacolo, società, ho capito che ciò che mi appassionava di più era l’approfondimento della notizia stessa, in particolare nell’ambito della giustizia e delle scienze sociali. Le notizie infatti muoiono presto, l’approfondimento invece lascia un segno, una riflessione utile che ci porta ad interrogarci e a migliorare.

 

Sei sempre stata appassionata di scrittura?

Ho sempre sentito dentro di me una sorta di predisposizione nei confronti della scrittura, che ha iniziato a manifestarsi in occasione dei compiti in classe di italiano, momento che attendevo con ansia per poter tirare fuori il meglio. Ma è stato soltanto alla fine dei miei studi universitari, nel periodo della stesura della tesi, che ho capito che scrivere era la cosa che più mi rendeva felice ed appagata. Poi, incentivata dal mio professore relatore, ho iniziato a valutare la possibilità di fare dello scrivere il mio mestiere.

 

Sappiamo che  hai collaborato con diversi quotidiani locali, senza sfuggire, grazie alle tue inchieste, all’attenzione di importanti riviste nazionali. Per quali giornali hai collaborato?

Ho scritto per alcuni quotidiani regionali calabresi, cartacei e anche online. Uno di questi, l’Ora della Calabria. In più, ho condotto inchieste che sono state poi pubblicate su riviste nazionali di settore, una in particolare, a me molto cara, è l’inchiesta sulla realtà delle carceri italiane, in cui, a causa delle condizioni di vita dei detenuti, per mancanza di spazi adeguati ed altro, la detenzione ha fallito il suo scopo rieducativo. Sono pochi metri quadrati in cui il detenuto si lascia vivere e troppo spesso si lascia anche morire.

 

Nel 2012, hai scritto anche un libro “Ali di Burro” delle Edizioni Albatros, di cosa  tratta?  

Sono molto legata a questo mio primo libro, perché è stato scritto in modo genuino, ignorando quelle logiche di mercato alle quali si devono asservire gli scrittori per garantire le vendite. In “Ali di burro” affronto tematiche forti, quali disturbi alimentari, che oggi affliggono tante donne e anche tanti uomini, aborto, rapporto genitori-figli, inserite tutte nella cornice di una storia d’amore. Ma non si tratta di una storia d’amore classica, romantica e struggente, da romanzo rosa, in cui alla fine arriva l’uomo dei sogni e la ragazza si sposa. A me interessa scrivere la verità, la realtà delle cose, non le fiabe. Il lieto fine della storia c’è. Ma è la protagonista a scriverlo da sola, senza matrimonio, senza un “vissero felici e contenti”, perché ad una ragazza non serve questo per realizzare se stessa come donna. 

 

In futuro, prevedi di scrivere altri libri e se sì, ci puoi dare un’idea di cosa tratteranno?

Sono certa che scriverò ancora, sfruttando quel bagaglio di esperienze, consapevolezze, emozioni, conoscenze, che mi derivano dal mio lavoro nell’ambito della coppia e delle relazioni. Insomma, scriverò di amore in tutte le sue sfaccettature.

 

Sappiamo che attualmente sei concentrata lavorativamente sul tuo sito separatisidisperatino.it, Da dove ti è nata l’ispirazione di questo progetto? Trovi stimolante questo tuo lavoro?

Separati Sì Disperati No è un’agenzia che si occupa di tutto ciò che riguarda la coppia, i sentimenti, la famiglia e le relazioni. Forniamo servizi professionali sia alle persone singole che alle coppie: mediazione familiare (di cui mi occupo personalmente), separazioni, divorzi, accordi per le coppie di fatto che interrompono la convivenza, consulenza e assistenza legale (anche in inglese e in spagnolo), terapia di coppia, sostegno psicologico individuale, corsi pre-parto e pre-matrimoniali, consulenza d’immagine, trattamenti di medicina estetica, investigazioni private e tanti altri. L’idea è sorta dalla considerazione che oggi è venuto meno in modo definitivo il modello tradizionale di famiglia. Oggi esistono famiglie “liquide”, dove non ci sono ruoli definiti per sempre. I bambini hanno una madre, un padre, ma conoscono anche “la fidanzata di papà”, “il fidanzato di mamma”, fratelli acquisiti e così via. Emergono dunque anche nuove problematiche familiari, come la gestione di queste nuove relazioni affinché si possa giungere alla creazione di una nuova armonia domestica in cui l’individuo possa vivere serenamente e sentirsi amato. Come agenzia ci occupiamo anche di questo, favorendo l’instaurazione di relazioni familiari equilibrate, intervenendo in situazioni di crisi. Trovo che il mio lavoro non sia solo stimolante, ma costituisca per me un arricchimento continuo dal punto di vista umano. La lezione più grande che mi ha insegnato è che nessuno ha il diritto di giudicare e che c’è sempre una ragione dietro ogni comportamento. Comprenderla è essere liberi.

 

Ti occupi solitamente di mediazioni familiari e di divorzi, servizi di consulenza ed eventuale terapia di coppia, com’è nata l’idea di dedicarti a questa attività?

Non posso negare il fatto che l’idea sia nata anche dalla mia esperienza personale. Non sono separata, ma ho convissuto quattro anni con un uomo separato con due bambini. Tutto questo mi ha resa particolarmente consapevole e sensibile verso queste problematiche. La separazione è sempre un evento doloroso e, per certi versi, anche drammatico, perché segna la fine di un progetto, di un sogno, in cui abbiamo creduto con tutte le nostre forze, convinti che non sarebbe finito mai. Per questo viene spesso vissuta come un fallimento. Ciò che vorrei trasmettere ai miei clienti e a tutti è la consapevolezza che la separazione non segna la fine della famiglia, ma solo una sua riorganizzazione, più felice. Non bisogna viverla dunque come un lutto, bensì come una rinascita. Nascere è un po’ doloroso, ma si giunge alla luce. 

 

Che consiglio ti sentiresti di dare a tutti coloro che si separano o sono in procinto di farlo?

A coloro che stanno vivendo un periodo di crisi e che stanno valutando anche la possibilità di separarsi consiglio di non fare passi affrettati, dettati dal rancore, dalla delusione o dalla stanchezza. A tutte le coppie capita di attraversare delle fasi di crisi. È la normalità. Questi momenti vengono vissuti in modo negativo, ma possono rappresentare delle formidabili occasioni per migliorare la propria vita, anche quella di coppia. Non tutte le coppie riescono però ad affrontare la crisi in modo costruttivo. Ecco perché è importante chiedere aiuto. Ma che sia un aiuto esperto. Affidarsi ad un amico o ad un parente, in questi casi, può essere deleterio, perché ci offrono un punto di vista viziato. È necessario l’intervento di un terzo estraneo, di un professionista, mediatore familiare o terapista di coppia, per valutare insieme il percorso migliore da seguire insieme: o quello che porta ad una separazione comunque serena o quello che porta invece al ripristino di una comunicazione positiva tra due persone che si amano ancora e vogliono stare insieme. Ecco perché io tengo con le coppie una prima consulenza gratuita e non vincolante, per valutare insieme la situazione ed individuare la strada migliore.

 

Secondo te, chiedere aiuto ad un’agenzia di divorce planning è la migliore soluzione possibile o è una delle soluzioni a disposizione delle coppie?

Non è l’unica soluzione per chi voglia separarsi, ma è sicuramente la migliore. In particolare, in qualità di mediatrice familiare, io sostengo il ricorso, previsto come facoltativo dalla legge 54/2006, alla mediazione familiare ai fini di pervenire ad una separazione legale senza seguire il tradizionale iter in tribunale, estremamente lungo, stressante e anche costoso. Questo significa che la coppia che sia in procinto di separarsi possa giungere ad un accordo, che sia soddisfacente per entrambi i coniugi, senza avvocati, semplicemente rivolgendosi ad un mediatore familiare, che ha il compito di aiutare i partner a comunicare in modo positivo, gestendo le loro conflittualità. La mediazione familiare rende la separazione più facile, più veloce e meno costosa, inoltre rappresenta la migliore soluzione anche per i figli. Aiuta da subito gli ex coniugi a proiettarsi in avanti, favorendo l’elaborazione del lutto da separazione.

 

Ti è mai capitato di offrire un servizio di  mediazione o di gestione della crisi di coppia per qualche calciatore? 

Ancora non mi è capitato di ricevere in modo effettivo il mandato di coppia. Tuttavia, ho ascoltato e accolto le confidenze di un giocatore di serie A che sta vivendo un periodo di crisi con la sua compagna. Ovviamente, per una questione di privacy, non posso fare nomi. 

 

Cosa ne pensi degli ultimi divorzi del mondo calcistico, come quelli di Gigi Buffon e di Maxi Lopez? Credi che una visibilità mediatica così forte della separazione, abbia influito sulla coppia?

Le separazioni di Buffon e di Lopez rappresentano gli esempi emblematici di due modi opposti di vivere la fine di un matrimonio. Da un lato, infatti, abbiamo una separazione, per quanto possibile, serena, in cui Buffon ha persino lodato pubblicamente le qualità della sua ex moglie, la quale avrebbe potuto tirare fuori sentimenti di rancore per vendicarsi, ma che ha scelto, per il bene di tutti ed in primis per quello dei suoi figli, di gestire la situazione con classe, maturità e comprensione. Dall’altro lato, invece, abbiamo una separazione mediatica con tanto di attacchi personali e botta e risposta persino sui social network. Io credo che, quando una coppia ha bisogno di ostentare la propria unione, ci siano dietro altri sentimenti a tenere insieme i partner. Si tratta di rapporti spesso fragili, che vivono di un entusiasmo esagerato, fortissimo, ma passeggero. Invece, una coppia veramente felice e appagata vive della propria gioia e rifugge dai riflettori e dalle polemiche inutili. Non credo comunque che l’essere una coppia “pubblica” predisponga più facilmente alla separazione. 

 

Qual è stato il caso più difficile ed eclatante di cui ti sei occupata?  

Preferisco non etichettare nessun caso come difficile o eclatante. Io non ho casi, ho clienti in crisi personale o di coppia. Per me è routine, è normalità. Nulla mi scandalizza. Gestire una situazione di conflittualità tra coniugi non è mai facile, tuttavia con la pazienza e il sorriso si possono raggiungere grandi risultati anche nelle circostanze più spinose.

 

Quale invece il ricordo più bello legato alla tua attività lavorativa?

L’anno scorso una coppia che si era rivolta a me per separarsi, dopo qualche incontro con me in mediazione familiare ai fini di giungere ad un accordo di separazione, ha deciso di riprovare. Alla fine di ogni seduta io do ai miei clienti dei “compiti per casa”, sono piccole cose da fare insieme, per abbassare la soglia di ostilità ed aiutarli a recuperare sentimenti reciproci di affetto e stima che favoriscano la negoziazione di un accordo da portare in tribunale. Tutto questo li può riavvicinare anche a livello sentimentale.

 

S.O.S amore, è il blog che tratta  di temi, anche spinosi, che riguardano il tormentato “amore”. Quali sono gli argomenti principali che trattate in questo blog?

Il mio blog porta il mio nome, il blog di Azzurra Noemi Barbuto, al suo interno ho diverse rubriche che si occupano di coppia, donna, relazioni, anche sesso. Mi piace investigare riguardo ai mutamenti nel rapporto tra i sessi.

 

Cara Azzurra, noi siamo un magazine che parla di calcio, che tipo di rapporto hai con questo sport?

Di calcio so veramente poco. Diciamo che non sono un’appassionata, ma qualche settimana fa sono stata allo stadio San Siro, in occasione di una partita del Milan, e sono rimasta molto colpita dal calore e dall’entusiasmo che si respirano durante le partite. È qualcosa di magico ed emozionante. Se il calcio ci fa ancora sentire così uniti in un unico sogno, nella speranza di un altro gol, se ci fa ancora credere, stare male, darci gioia, allora è qualcosa di estremamente positivo.

 

Sei tifosa di qualche squadra in particolare?

Se dovessi diventare tifosa, tiferei per il Milan. La prossima stagione seguirò certamente qualche partita.

 

Chi è il tuo calciatore o sportivo preferito?

Non ho un calciatore o uno sportivo preferito. Tuttavia, degli uomini sportivi, anche dei calciatori quindi, apprezzo molto il senso di disciplina, la consapevolezza che ogni risultato richieda sforzo, impegno e costanza.

 

Nel tuo tempo libero, ti piace praticare qualche sport?

Non riesco a pensare alla mia vita senza il movimento. Fare attività fisica non fa bene solo al corpo, ma anche alla nostra mente, e ci dona buonumore. Vado in palestra quasi tutti i giorni, seguo i corsi, adoro soprattutto la zumba, perché mi piace ballare.

 

Mi permetto di farti una domanda sulla tua vita privata. Attualmente sei fidanzata o sei single? Credi nell’amore? La coppia per te come deve comportarsi per rimanere unita e stabile?

Attualmente sono single e sono molto concentrata sul lavoro. Ma non voglio che il lavoro sia anche per me una scusa, un escamotage per rifuggire da un rapporto di coppia, magari per paura di vivere i sentimenti. Io credo nell’amore e desidero realizzarmi non solo come donna e come professionista, ma anche come compagna e un giorno come madre. Non sto cercando l’amore, ma sono pronta ad accoglierlo quando mi troverà. Ciò che rende unita una coppia, secondo me, è la complicità, cioè la capacità di sostenersi a vicenda, di essere alleati, di ascoltarsi reciprocamente e di comprendersi anche con un semplice sguardo. Questa vita a volte è troppo complicata e abbiamo bisogno di un complice di cui fidarci completamente, qualcuno che a fine giornata ci dia un abbraccio e un sorriso.

 

Un ultima domanda, Azzurra ha qualche sogno nel cassetto che spera di realizzare presto?

Il mio sogno è espandere la mia agenzia su tutto il territorio nazionale attraverso la vendita del franchising. Vorrei diffondere in Italia questo nuovo concetto di separarsi e di vivere la fine di un amore, il che contribuirebbe anche all’alleggerimento del carico dei tribunali. Nel nostro Paese abbiamo una giustizia troppo lenta e questo la rende anche fragile. Il mio marchio è già registrato ed il franchising è già disponibile. Il messaggio che voglio lanciare a tutti è: dentro di noi abbiamo tutti la chiave per trasformare ogni nostro dolore in un’opportunità di rinascita. Le esperienze negative, inclusa la fine di un amore, sono il nostro trampolino di lancio verso la felicità.

 

Ringraziandoti, Azzurra, ti auguriamo un futuro splendente sia in ambito lavorativo che privato.

 

Si ringrazia Andrea Celentano per la gentile collaborazione