2015

Ancelotti: «Roma ti amo, vorrei tornare»

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L’ex tecnico del Real: «Tornerei anche al Milan, già mi rivolevano»

Dopo anni in giro per l’Europa Carlo Ancelotti ha deciso di fermarsi per questa stagione: l’ex allenatore del Real Madrid sogna il ritorno in panchina, ma soltanto l’anno prossimo. Nel frattempo osserva il calcio da una posizione privilegiata e, intervistato oggi, svela quali sono i suoi prossimi obiettivi. Uno di questi è sicuramente quello di allenare la Roma, la squadra in cui è calcisticamente esploso da giocatore: «La Roma? Sì, un giorno mi piacerebbe tornare: è una città che amo. Anche al Milan tornerei volentieri. Mi avevano richiamato ma dovevo sostenere un’operazione cervicale e avevo bisogno di staccare per un po’. Non prendo in considerazione possibili ingaggi a campionato in corso. Tornerò, ma se ne riparlerà la prossima stagione, magari anche all’estero», le parole di Ancelotti, che conferma ancora una volta i contatti estivi con il Milan, squadra che vive un momento ancora complesso

ANCELOTTI: «DA ROMA A ROMA» – Del resto la carriera di Ancelotti da giocatore, a Roma, è stata segnata dal maestro Nils Liedholm, colui che da attaccante lo spostò a centrocampo cambiando il corso delle cose: «Lui era un grandissimo personaggio. Mi aveva preso molto a cuore. Mi dava consigli tattici, tecnici, umani. Aveva una formidabile ironia. Sapeva togliere tensione e pressione alla squadra. Varrebbe la pena di spiegarlo agli allenatori di oggi. Era capace, se avvertiva un eccesso di tensione, di far raccontare una barzelletta al medico». In giallorosso Ancelotti ha un solo rimpianto: la finale di Coppa Campioni persa ai rigori con il Liverpool. Rimpianti però anche in Nazionale: dalla mancata convocazione ai Mondiali del 1982 (poi vinti dall’Italia) alla maledizione di Italia ’90, il Mondiale di casa. 

«VERRATTI IL MIGLIORE» – Se Ancelotti dovesse scegliere il miglior talento italiano di oggi, direbbe Marco Verratti, giocatore che ha allenato già al Paris Saint-Germain, anche se precisa nell’intervista al Corriere dello Sport: «Tutti ormai cercano giocatori fisici: prima dovevi essere alto almeno 1,80. Adesso 1,85». Tornando al passato, ma a quello di allenatore e al rapporto con Silvio Berlusconi al Milan: «Con lui di calcio ho parlato spesso, perché se ne intende, ma alla fine decidevo da solo». Al Real Madrid invece lo hanno cacciato a fine stagione scorsa per non avere usato il pugno duro: «Quando ho firmato per il Real Madrid lo sapevo: si attendono almeno un trofeo all’anno e la seconda stagione non abbiamo vinto né campionato né coppe. E’ stato un onore, nessun rammarico»

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