2022

Signori: «Voglio tornare nel calcio e allenare i giovani»

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L’ex attaccante italiano Signori ha parlato del suo desiderio di tornare nel mondo del calcio

Beppe Signori si è raccontato in una lunga intervista a Il Corriere della Sera, alla vigilia dell’uscita del suo libro “Fuorigioco“.

INCONTRO CON BELLAVISTA ED ERODIANI – «L’antefatto: io ero amico di Gigi Sartor. Lui in Cina ha conosciuto degli investitori di Singapore, che non sono però quelli dell’inchiesta scommesse, non c’entrano niente, sono solo di Singapore, vogliono comprare una squadra di B e vogliono spendere il mio nome come futuro allenatore. Mi danno come compenso 32mila euro, che io deposito in Svizzera, con nome, cognome, modulo antiriciclaggio. Per la procura diventa un conto cifrato, sa perché? Perché scelgo di identificarlo con delle cifre. Comunque, vado a quell’incontro per sostituire Sartor. Poi non vedo mai più nessuno».

PAPELLO – «Mi chiedono di puntare dei soldi su Atalanta-Piacenza combinata e io rifiuto subito. Così per convincermi che sono gente seria mi dicono: “dai scrivi come va a finire, scrivi a che condizioni si può fare”. Io per non discutere scrivo, metto il bigliettino nella tasca dei jeans e me ne dimentico. Ma è provato che nessuno ha accettato di fare niente. Fosse rimasto nei jeans, il bigliettino sarebbe andato distrutto e non sarebbe successo nulla, invece mia moglie svuota le tasche e il papello sta sul comò per due mesi e mezzo, dove lo trova la polizia».

RINUNCIA ALLA PRESCRIZIONE – «Rinunciare alla prescrizione non è banale. Non volevo restare nel grigiore, i miei avvocati precedenti mi avevano proposto di patteggiare, ma sarebbe sembrato ammettere una colpa, ho cambiato avvocati e con Patrizia abbiamo scelto la strada più difficile. Ed è uscito che sono innocente. Perché non ho patteggiato a Cremona? Perché sarei ancora in ballo e volevo tornare nel calcio».

FUTURO – «Cosa sogno? Di allenare i giovani: servono maestri di calcio».

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