2017
Calciomercato: quando fratelli e amici diventano clausole – FOTO
Da Hugo Maradona all’amico di Seedorf, passando per Digao e Max Vieri: amici e fratelli decisivi nelle trattative di calciomercato
«A proposito, tengo nu frate che da quindici anni sta disoccupato chillo ha fatto cinquanta concorsi novanta domande e duecento ricorsi…», così cantava Fabrizio De Andrè nella sua “Don Raffaè”. Chissà se a Mino Raiola e Gigio Donnarumma hanno ascoltato questa canzone prima imporre al Milan di ingaggiare anche il fratello Antonio, pure lui portiere, con uno stipendio da 1 milione di euro a stagione per suggellare l’accordo per il rinnovo. Contratto da 6 milioni l’anno per il numero 1 del Milan e uno scivolo d’oro per il clan Donnarumma, emblema del sistema italiano in cui la famiglia è la chiave che può aprire e chiudere tutte le porte.
Il metodo Milan: dal fratello di Kakà all’amico di Seedorf
Ma il caso di Antonio Donnarumma è solo l’ultimo in ordine di tempo in casa Milan. I rossoneri in passato hanno utilizzato spesso la clausola del “fratello o amico di” per facilitare le trattative. Vero apripista fu Clarence Seedorf che riuscì nell’impresa di far tesserare il suo amico d’infanzia Harvey Esajas, roccioso centrale olandese finito a fare il lavapiatti dopo una carriera da meteora tra Olanda e Spagna. Era il 2004 e Esajas, visibilmente in sovrappeso, giocò appena 5′ minuti nel finale di un Milan-Palermo di Coppa Italia accompagnato dagli “Olè“ del pubblico di San Siro.
Nella stagione successiva è stato il turno di Digao, segni particolari: difensore centrale e fratello del più noto Kakà. Il Milan lo acquista dal San Paolo su pressioni del talento brasiliano e del suo procuratore. Prima lo parcheggiano in primavera poi nell’estate 2007, dopo che Kakà ha vinto il pallone d’oro ed è ad un passo dal Real Madrid, iniziano le trattative per il rinnovo (vi ricorda qualcosa questa situazione?). Tra le clausole non scritte del contratto c’è la permanenza in prima squadra di Digao che con i rossoneri totalizzerà appena 3 presenze giocando meno di 45′ minuti totali, prima di iniziare la sua peregrinazione in prestito tra Standard Liegi, Lecce, Crotone e Penafiel per poi finire a giocare in MLS con i New York Red Bulls. In tempi più recenti invece è stato Juan Alberto Mauri l’ago della bilancia per spingere il fratello Josè a lasciare il Parma per approdare al Milan. Inserito nell’affare dal procuratore Dino Zampacorta, dopo un rapido passaggio a Milanello ha giocato con poche fortune con Akragas e Paganese.
In principio fu Hugo, fratello di Diego
In principio fu Hugo Maradona, fratello del più noto Diego Armando. Quando nell’estate 1987 Napoli stava festeggiando il suo primo scudetto, città e società erano ai piedi del Pibe de oro così quando fece pressione su Ferlaino per acquistare il fratello Hugo ogni suo desiderio fu accontentato. E visto che il ragazzo non aveva nemmeno l’ombra della stoffa di Diego fu spedito direttamente ad Ascoli, che in quel momento giocava in serie A. Buona tecnica ma voglia di correre poca: dopo l’esperienza in Italia comincia la sua carriera da giramondo tra Spagna, Austria, Sud America e Giappone. Quando ha appeso gli scarpini al chiodo è tornato a vivere a Napoli dove ora dirige una scuola calcio in un campetto di provincia.
Happy Birthday to Diego's young brother Hugo MARADONA pic.twitter.com/5p90RA2ehL
— Old School Panini (@OldSchoolPanini) May 9, 2017
Bobo Vieri e il fratello “australiano”
Quando nell’estate del 1996 la Juventus acquista Christian Vieri dall’Atalanta decide di ingaggiare anche il fratello Max e di aggregarlo alla primavera. Con i bianconeri non collezionerà nemmeno una presenza in serie A. Con il fratello condivide solo il ruolo e la varietà di squadre cambiate nel corso della sua carriera: tra le piazze più importanti ci sono Napoli e Verona, chiuderà la carriera con il Prato. Essendo nato in Australia, visto che all’epoca il padre calciatore giocava a Sidney, ha collezionato alcune presenze con la nazionale maggiore con cui ha vinto la Coppa d’Oceania nel 2004.
@PaladarNegroWeb Cristian Vieri e Max Vieri (que jugó en el selección australiana) pic.twitter.com/A3wohFOGJw
— 𝕯𝖆𝖛𝖎𝖉… (@davidjc13) February 19, 2016
Una dama di compagnia per gli allenamenti di Lavezzi
Chi trova una amico trova un contratto. Può essere racchiusa così la parabola italiana di Cristian Chavez, attaccante argentino acquistato dal Napoli nel 2011 su esplicita richiesta del Pocho Lavezzi che lo voleva come compagnia durante gli allenamenti. In quella calda estate napoletana l’attaccante argentino già cominciava ad avere qualche “mal di pancia” con il PSG che premeva per acquistarlo, eventualità che si concretizzerà l’estate successiva, allora De Laurentiis per non perderlo a zero gli fece firmare il rinnovo con una clausola rescissoria e gli promise di ingaggiare l’amico Chavez. Contratto da 250mila euro all’anno per un giocatore che in campo ha giocato solo due scampoli di partita. Quando Lavezzi passò al Paris Saint Germain le sue fortune a Napoli finirono e fu rispedito in prestito in Argentina.
Ricordate Chavez? Fa parte della top11 dei desaparecidos del #Napoli. Che fine hanno fatto? Scopritelo su @DiMarzio 👉https://t.co/oWoXCmySjU pic.twitter.com/qMR2h5uCPS
— Mario Lubrano (@Mario_Lubrano) October 21, 2016
Roma, mi manda Nicolas
Anche la Roma non è stata immune da questa intreccio tra famiglia, fratelli e pallone. Nel 2009 Burdisso arriva in giallorosso dall’Inter in prestito con diritto di riscatto. Quando l’estate successiva la Roma va a contrattare sul prezzo il suo procuratore propone di inserire nella trattativa l’ingaggio del fratello in modo da limare il costo totale dell’operazione. Guillermo Burdisso sbarca nella capitale e dopo due scialbe prestazioni contro Cagliari e Bologna viene abbandonato nel dimenticatoio fino alla fine della stagione. Quando finisce il prestito i giallorossi non lo riscatteranno e farà ritorno in Sud America.
Guillermo Burdisso 2010-2011 sezonunda Roma'da oynamıştı. Ancak beklentileri karşılayamamıştı. pic.twitter.com/OrH9Aao0Mn
— Mustafa Göksel (@mgoksell) February 2, 2014
I fratelli Kondogbia
Giugno 2015: l’Inter strappa al Milan Geoffrey Kondogbia. Arriva dal Monaco per la cifra di 31 milioni di euro più bonus. Tra le righe degli accordi presi con la società nerazzurra c’è l’ingaggio del fratello Evans, attaccante, di 4 anni più grande di lui. Il giocatore non vestirà mai la maglia dell’Inter e sarà subito girato al Renate e poi al Jumilla. Ora milita in serie D con il Seregno.
En el Inter, Evans Kondogbia, hermano de Geoffrey. Llegó en 2015, cedido a Renate y Jumilla (?) y luego gratis Foligno y Seregno, en Serie D pic.twitter.com/6pEeoYbnxc
— Enrique Julián Gómez (@EnriqueJulian23) July 4, 2017
L’importanza di chiamarsi Pogba
Quella della famiglia Pogba è una vera passione per il calcio. Tutti e tre i figli, Paul, Florentin e Mathias sono calciatori professionisti, con fortune alterne. I primi due si sono anche recentemente affrontati in una sfida europea tra Saint Etienne e Manchester United. Il più talentuoso dei tre ovviamente è l’ex calciatore della Juventus che ora gioca in Premier League. Quando ancora militava in bianconero, nell’estate 2014, fece pressioni per dare una possibilità al fratello Mathias che ottenne così un contratto con il Pescara. Ma dopo appena 4 presenze con gli abruzzesi ha fatto ritorno in Inghilterra per poi passare in Olanda tra le fila dello Sparta Rotterdam.
Le faux débat Mathias Pogba https://t.co/WtT6UQ3l3y pic.twitter.com/oPuyF46OjN
— Moysekou™ 🇬🇳🇧🇪🇰🇼🇸🇳🇱🇷 (@Moysekou) March 24, 2017