Champions League

Juve, l’inspiegabile metamorfosi nell’intervallo di Cardiff

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La Juve si arrende al Real Madrid nella finale di Champions League, dopo un primo tempo tosto e un’inspiegabile metamorfosi nell’intervallo

Si può mettere in conto di perdere, e sul palcoscenico europeo nessuno lo sa meglio della Juve. Ma poi c’è il modo in cui si cade inseguendo un sogno. E i bianconeri, a Cardiff, hanno scelto il peggiore. Offrendosi inspiegabilmente in pasto al Real Madrid dopo un primo tempo ad armi pari. Assistendo apatici alla cavalcata delle merengues dopo 45′ di nervi e cuore. Dopo aver azzannato la partita e rimontato con rabbia l’avversario. Dopo aver dimostrato al mondo di non essere la cenerentola di due anni fa al cospetto di una regina. Poi l’intervallo ha spazzato via tutto in sol colpo: ogni certezza, ogni consapevolezza, ogni speranza. Nella testa dei bianconeri è scattato un interruttore che ha spento tutto. E nella ripresa è stato soltanto buio. Inspiegabile. Per quello che il primo tempo aveva offerto, a livello mentale prima ancora che tecnico. Per quello che il gruppo di Allegri aveva dimostrato, turno dopo turno nella spedita marcia verso l’ultimo atto in terra gallese. Le certezze dell’ambizioso ed esaltante 4-2-3-1, la consapevolezza dopo il quarto di finale superato con disarmante autorità contro il Barcellona. Svanite come polvere nel vento di Cardiff, svanite al pari di una Coppa che – mai come in questo caso – sembrava ad un passo soltanto dall’essere abbracciata.

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