Serie A

Le “idee” peggiori mai partorite nel sacro gioco del calcio

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Certe innovazioni, in semplici tornei amichevoli o in palcoscenici ben più importanti, sono passate alla storia come le “peggiori idee” che siano state attuate su un campo da calcio: Silver Goal che batte Golden Goal e quei meravigliosi Shoot-Out in movimento

Nel mondo del calcio abbiamo assistito ad alcune “idee” fantasiose che hanno contribuito a rovinare il sacro giuoco del calcio. Abbiamo provato, con l’aiuto delle potenti tecnologie social a capire quali siano state le innovazioni più odiate nella storia del pallone: abbiamo chiesto se fosse stata più scandalosa l’introduzione del Golden Goal, del Silver Goal oppure i famigerati rigori in movimento. Prima di passare quindi a vedere quale delle tre “idee” è risultata più sgradevole, vediamo quali sono gli altri punti dolenti. In primo luogo, con ampi consensi, la formula dell’attuale Coppa Italia. Forse perchè, ora più di prima, amiamo seguire il calcio inglese e siamo venuti a contatto con le storie romantiche che arrivano dal paese anglosassone, oppure perchè crediamo che una competizione tutta italiana dovrebbe dare la possibilità a chiunque di calcare palcoscenici importanti, in ogni caso il modello FA CUP rispetto a quello attuale della TIMCup ci sembra molto più equo. Per quale motivo otto squadre, tra l’altro già forti e competitive, dovrebbero essere avvantaggiate e giocare solo tre partite per aggiudicarsi la coppa in palio? Per quale motivo le altre pretendenti dovrebbero iniziare fin da agosto, con tutto quello che concerne la preparazione anticipata, a battagliare per andare avanti in TimCup e poi essere buttate fuori agli ottavi da una Juventus, Inter, Roma o Milan? Parliamoci chiaro: l’attuale forma del torneo non premia affatto le piccole realtà. Solo l’anno scorso abbiamo potuto assistere alla magia della cenerentola Alessandria che, dopo aver sconfitto il Genoa, andò a giocarsi (tifosi al seguito) il tutto per tutto a Milano. Vogliamo vedere la Juventus entrare in un piccolo stadio di Lega Pro, e una piccola squadra di Lega Pro andare a giocarsela allo Juventus Stadium.
A proposito di Lega Pro, un’altra delle modifiche che non ci sono piaciute è quella dei nomi: Lega A, Lega B e Lega Pro non hanno lo stesso sapore di Serie A (che comunque ancora si usa), Serie B (anche se spesso qualche buontempone la nomina Lega B) e poi la temuta Serie C. Quando ti trovavi in zona retrocessione in B e ti sentivi addosso il fantasma della Serie C, cavolo se ti prendeva male. Ora invece si finisce nella Lega Professionisti, ma a noi le lettere dell’alfabeto piacevano molto di più. A proposito di denominazioni un’altra cosa che non ci piace manco un po’ è l’accostamento degli stadi di calcio agli sponsor: ovvio “pecunia non olet” e i soldi che girano sono tantissimi, ma se il Luigi Ferraris di Genova (a volte chiamato Marassi, dal quartiere) dovesse diventare la Vailant Arena (occhio che a Genova c’è stato il Vailant Palace, era un palazzetto n.d.r) perderebbe tutta la sua identità: gli stadi vanno intitolati a giocatori illustri del passato, a presidenti che hanno fatto la storia del calcio con una società, non a una caldaia, una macchina sportiva o peggio ancora (metti che la Durex voglia buttarsi nel mondo del pallone, pare brutto). Già che ci siamo anche questo fatto di giocare la Supercoppa italiana in una cornice così italica come Doha, vuol dire piegarsi proprio al Dio denaro.

GOLDEN GOAL, SILVER GOAL, RIGORI IN MOVIMENTO – Ma torniamo al punto principale della questione, iniziando dal Golden Goal. Il soprannome di “sudden death” ossia “morte improvvisa” è decisamente calzante, era la morte improvvisa del gioco del calcio: dopo novanta minuti di azioni concitate, occasioni da gol, magari anche partite terminate con due reti per parte arriva, il triplice fischio finale. L’arbitro decreta l’inizio dei tempi supplementari. Quando si arriva a dover giocare altri 15’ minuti o ad assistere ad altri 15’ minuti (magari in una partita degli Europei o dei mondiali) l’adenalina è già alle stelle di suo, a questa si aggiungeva, negli anni in cui è stato in vigore il Golden Goal, la spada di Damocle, dal sapore quasi fanciullesco, del “chi fa il primo gol, vince”. Non staremo qui a dilungarci su quando è entrata in vigore (1993) e quali match ha deciso, andiamo diretti alla partita che tutti ci ricordiamo: Italia – Francia, finale degli Europei del 2000. Già che una finale degli Europei venga decisa dal “chi segna per primo vince” fa incazzare, figuriamoci se poi ad averla vinta è la Francia di Trezeguet. Vabbè poi a Trezeguet sei anni dopo l’abbiamo fatta pagare al mondiale, ma non è questo il punto. Il Golden Goal metteva le squadre sulla difensiva, si preferiva arrivare alla corrida dei rigori piuttosto che essere uccellati in quei 15 minuti di gioco. A seguito quindi di molte lamentele venne introdotto il fratellino minore: “Silver Goal”.

Diversamente dal fratello maggiore, il Silver Goal aveva come peculiarità di dare la possibilità alla squadra che lo subiva di poter pareggiare nel tempo rimanente del primo tempo supplementare. Se ci fosse riuscita si sarebbe giocato anche il secondo tempo aggiuntivo, al termine del quale a risultato invariato sarebbero seguiti i calci di rigore. Se non ci fosse riuscita a pareggiare la partita si sarebbe chiusa al termine dei primi 15 minuti di gioco. Ebbe vita brevissima e non ci stupiamo minimamente del perchè. Dal 2002/2004 e fece pochi danni, anzi forse consegnò alla Grecia l’Europeo, ma poco importa. Vedere piangere Cristiano Ronaldo ci piacque abbastanza. Il Silver Goal, abolito proprio al termine della competizione, gli permise di accedere alla finale in quanto nella partita precedente contro la Repubblica Ceca, fu proprio il gol di Dellas a porre fine alla gara. Rispetto al Golden Goal il Silver Goal ha raccolto il maggior numero di preferenze negative andandosi a prendere la prima posizione nella classifica delle peggiori idee mai realizzate.

Ma fu il palcoscenico del Trofeo Birra Moretti a regalarci le più grandi e immonde idee: rimesse laterali coi piedi e i calci di rigore in movimento (shoot-out). E sono proprio i calci di rigore in movimento che hanno destato più di una perplessità: erano la classica americanata senza senso. Il giocatore, che partiva dai 30 metri, aveva cinque secondi per portarsi davanti al portiere e calciare. Ogni squadra designava tre rigoristi e poi era il campo a decidere chi l’avrebbe spuntata. Non tutti però avevano il sangue freddo di percorrere quei metri che li separavano dal portiere e alcune esecuzioni passarono alla storia per le peggiori mai eseguite (il video sotto è una testimonianza).

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