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Thomas Partey Juve, perché il ghanese piace tanto ai bianconeri

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Thomas Partey è uno dei giocatori più importanti dell’Atletico Madrid di Simeone: ecco perché piace tanto alle big italiane

L’Atletico Madrid di Simeone, dopo la partenza di Diego Costa nel 2014, ha avuto difficoltà a trovare attaccanti di livello che assicurassero tanti gol alla squadra. In compenso, i colchoneros hanno lanciato e valorizzato una quantità enorme di mediani. Thomas Partey è uno di questi, tant’è che oggi sono molti i top club interessati al ghanese, anche a causa di una clausola rescissoria relativamente bassa (50 milioni di euro circa). La crescita del centrocampista negli ultimi anni è stata lenta ma costante. Arrivato a Madrid nel 2015, Thomas svettava principalmente per la prorompente fisicità, mostrando peró, allo stesso tempo, parecchi limiti tecnici. Non a caso, Simeone lo inseriva quasi solo negli ultimi minuti, quando serviva dare più dinamismo e freschezza alla squadra. Oggi, il classe 1993 è invece uno dei mediani più completi che ci siano in giro, seppure Koke e Saul siano forse i centrocampisti dei colchoneros più noti al grande pubblico.

Recentemente, la partita eccezionale di Thomas a Liverpool (in cui, nell’inferno di Anfield, ha tenuto a galla il centrocampo quasi da solo) ha finalmente dato al ghanese la vetrina che si merita. Simeone è spesso infastidito dal fatto che l’ex Maiorca sia spesso sottovalutato, come disse in una conferenza stampa di qualche mese fa: “Se provenisse da una squadra inglese o tedesca si parlerebbe di lui in altri toni. Ma viene dalla Cantera ed è solo Thomas. Sta lavorando benissimo da tanti anni, ma non deve mai fermarsi: il calcio è sempre la partita successiva”.

Un grande senso tattico

Quando si pensa a Thomas Partey, vengono in mente come prima cosa caratteristiche difensive. Lo stile tattico dei colchoneros ha plasmato il ghanese, che sembra quasi un tutt’uno con il 442 di Simeone. Va segnalata la sua grande concentrazione, dote necessaria per chi intende agire da mediano sotto la guida del Cholo. L’Atletico è una squadra che sa stare per larghe fasi del match senza palla, con una difesa di posizione estremamente compatta e con un ordine quasi militare nei movimenti.

Con un baricentro così basso, è necessario che il blocco sia unito, nel tentativo di blindare il centro e costringere l’avversario ad andare in fascia. Poche squadre sanno resistere meglio nelle fasi della gara in cui ci si barrica nella propria trequarti, con una protezione quasi eroica della propria area di rigore grazie a una forza mentale fuori dal comune (in queste situazioni, l’Atletico Madrid ha giocato match iconici negli ultimi anni).

Come mediano centrale (solitamente destro), Thomas mostra una eccellente abilità nel leggere le soluzioni di passaggio: effettua 1.6 intercetti per 90′, record della squadra. Pur essendo diligente nel ricoprire la posizione tattica a lui assegnata, sa valutare bene la singola situazione, scegliendo correttamente quando “uscire” – staccandosi dalla linea – per recuperare palla. In quei frangenti, per l’avversario è particolarmente difficile fronteggiare un giocatore dalla simile mole che gli viene addosso, soprattutto perché ha poco tempo di reazione.

Il classico 442 dell’Atletico, con il Liverpool che non trova sbocchi. Qui Thomas legge in anticipo il passaggio di Milner verso Robertson, rubando palla e innescando una ripartenza. Grande intelligenza tattica da parte del ghanese.

La sua importanza si vede anche quando l’Atletico difende nella propria area di rigore. Il ghanese è particolarmente utile quando gli avversari inondano i colchoneros di cross: Thomas è tempestivo nel muoversi orizzontalmente per supportare i propri difensori, assorbendo gli inserimenti degli avversari e dando così superiorità numerica alla retroguardia.

Inoltre, il ghanese è fondamentale nelle ripartenze avversarie. Quando l’Atletico Madrid si fa trovare lungo, Thomas è la principale protezione della difesa: spesso è l’altro mediano che accorcia in avanti nel pressing, mentre il ghanese resta bloccato davanti alla retroguardia. Il classe 1993 è molto difficile da superare in velocità, visto che si esalta nei duelli individuali (anche in spazi larghi).

Oltre alla forza e all’intensità che mette nei contrasti (2.5 vinti per 90′), sa anche usare molto bene il corpo per indirizzare l’avversario sull’esterno. Abbina quindi uno strapotere fisico a una grande intelligenza tattica, poiché sa temporeggiare per rallentare la progressione del rivale.

Per quanto faccia parte di una squadra che predilige schierarsi con un blocco basso, Thomas sarebbe in grado di giocare anche in formazioni con una fase di non possesso più ambiziosa. Sa infatti coprire porzioni ampie di campo, muovendosi tanto in orizzontale quanto in verticale, quindi non si spaventerebbe nell’avere costantemente tanti giocatori sopra la linea della palla. Sa accorciare con efficienza, accompagnando bene la pressione.

L’Atletico subisce una ripartenza potenzialmente pericolosa, con due giocatori del Maiorca liberi oltre al portatore. Thomas, schierato a protezione della difesa, copre l’interno all’avversario: lo porta sull’esterno impedendogli la soluzione di passaggio e consentendo a Saul di rientrare. Il giocatore del Maiorca finisce in un vicolo cieco, con Thomas che recupera palla. Anche nei duelli individuali, con la squadra più lunga, il ghanese è particolarmente efficace.

Thomas Partey è quindi un interditore sopra la media, con spiccate qualità in fase di non possesso. Questi suoi pregi spesso oscurano le sue qualità tecniche, dato che nelle ultime stagioni è migliorato a 360°.

La crescita tecnica di Thomas

Thomas è infatti un elemento cruciale nella manovra dei colchoneros, e già il dato sui passaggi aiuta a capirlo: 58.1 per 90′, nessun giocatore dell’Atletico Madrid ne effettua di più. Il ghanese è un ottimo organizzatore della manovra, con la squadra che si affida alla sua personalità e razionalità in mezzo al campo. Negli ultimi anni, è cresciuta in modo sorprendente la sicurezza del centrocampista nel giocare sul breve, grazie a un’ottima pulizia tecnica.

Va specificato però che il ghanese non si limita certo a fare appoggi facili che non generano vantaggi. Anzi, ha un’indole parecchio verticale che si abbina a un’ottima tecnica nel calcio (riesce a dare sia forza sia precisione). Partey ha un gran talento nell’effettuare passaggi filtranti alle spalle della linea di pressione avversaria, verticalizzazioni che consentono di trovare l’uomo tra le linee. L’Atletico vuole attaccare sfruttando soprattutto i corridoi centrali, con tanti giocatori che occupano gli spazi interni. I passaggi progressivi di Thomas sono quindi fondamentali per la risalita del campo da parte della squadra, poiché consentono di consegnare il pallone ai giocatori più qualitativi.

Come si vede, l’Atletico Madrid fa tanta densità in mezzo con i terzini danno ampiezza. Dopo un paziente giro palla, Thomas riesce a trovare bene Vitolo tra le linee non appena si crea lo spazio (tra l’altro in una situazione potenzialmente pericolosa). Queste sono qualità dei colchoneros che si sottovalutano.

Oltre ai suoi passaggi “taglia linee”, Partey ha enormi doti nel gioco lungo. Sa dosare con grande precisione i cambi di campo, sventagliando palla da una fascia all’altra con efficacia. Questa qualità si sposa bene con le caratteristiche dell’Atletico Madrid, squadra che possiede due terzini (Trippier e Lodi) estremamente propositivi, sempre alti per dare ampiezza e aggredire la profondità. I millimetrici cambi di campo di Thomas permettono di servirli in corsa sul lato debole, creando così i presupposti per occasioni pericolose. Soprattutto Trippier sta sfruttando la capacità del compagno di allargare il gioco su di lui.

Schema su piazzato con Trippier che va alle spalle del terzino. Non a caso, è proprio Thomas che batte il piazzato per effettuare il passaggio lungo, in quanto è il calciatore dell’Atleti che più forza riesce a dare al pallone.

Più che l’ultimo passaggio, Thomas Partey effettua la giocata che precede un assist o un passaggio chiave. Ha numeri bassi nella trequarti avversaria, ma il suo contributo è fondamentale per la fase offensiva dell’Atletico, visto che tante occasioni nascono in origine dai suoi piedi: è infatti soprattutto Thomas che innesca i rifinitori del Cholo.

Va anche rilevata l’ottima tecnica che il ghanese possiede nel tiro in porta, con conclusioni dalla distanza tanto potenti quinto pericolose. Il modo di giocare dell’Atletico e i suoi compiti (fondamentali) come equilibratore non gli consentono molte sortite in avanti, ma quando può alzare la propria posizione sa come rendersi incisivo.

L’eccezionale cambio di passo

Da un punto di vista statistico, l’aspetto in cui però Thomas emerge maggiormente è il dribbling, con dati piuttosto eloquenti. Tra i giocatori della Liga che hanno provato almeno 50 dribbling, il ghanese è quella con la percentuale di riuscita maggiore: quasi l’87%. I suoi strappi palla al piede sono impressionanti, sfrutta molto bene la propria fisicità quando deve proteggere palla. Oltre alla forza bruta che mette nella falcata, Thomas riesce a rendersi imprevedibile tramite finte e cambi di direzione che disorientano l’avversario. Quando parte in velocità, dà quasi una sensazione di onnipotenza per la facilità con cui supera le maglie che provano a contrastarlo.

Per un mediano, avere un cambio di passo fuori dal comune è una qualità importante. Quando si è marcati e mancano soluzioni di passaggio per scaricare il pallone, poter superare la linea di pressing tramite conduzioni improvvise porta a enormi vantaggi per propria la squadra. Oltre che generare rischi per la squadra rivale, dato che si creano buchi tra i reparti.

Un esempio chiaro in quest’azione. L’Atletico costruisce nella propria metà campo, con Busquets che si alza su Thomas. Il ghanese parte improvvisamente in dribbling e se lo lascia alle spalle: il suo strappo con il pallone buca la pressione de Barcellona, generando i presupposti per un’azione pericolosa. I blaugrana sono infatti scoperti.

Avendo, come scritto sopra, un importante ruolo di equilibratore nel centrocampo colchonero, non può concedersi troppe sortite in avanti. Tuttavia, quando ha spazio davanti a sé, Thomas è letale nella conduzione, riesce a spezzare in due la formazione rivale. Un esempio nel bellissimo gol contro il Valencia: intercetta un passaggio nella metà campo avversaria e si invola verso la porta con una grande azione di forza, segnando con un tiro dal limite.

Insomma, per quanto forse meno mediatico di altri giocatori, oggi non ci sono in Europa mediani molto più completi di Thomas. Il ghanese riesce, nell’arco della singola gara, a svolgere una quantità enorme di compiti in tutte le fasi di gioco. Anche per questo club sempre più importanti stanno bussando alla porta dell’Atletico.

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