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Giampaolo: «Il fast football, Sacchi, la Juventus e la Sampdoria: dico tutto»

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Marco Giampaolo, allenatore della Sampdoria, ha parlato in una lunga intervista a Walter Veltroni. Dagli inizi, al suo credo calcistico: il tecnico si racconta

Marco Giampaolo, allenatore della Sampdoria, avrebbe dato più tempo a Frank de Boer. Non solo per solidarietà tra colleghi ma perché l’olandese voleva portare un’idea filosofica, un’idea estetica ma in Italia è tutto veloce, a nessuno viene dato il tempo giusto. Per l’allenatore è quasi impossibile in Italia sviluppare un progetto a lungo termine, e lo dice ai microfoni de “Il Corriere dello Sport“, nel corso di una lunga intervista a Walter Veltroni, perché il calcio è «una specie di fast football, figlio di un tempo che tutto consuma e digerisce senza assumere il senso profondo delle cose».
LA SAMPDORIA E GLI INIZI – Questo il pensiero di Giampaolo sulla Sampdoria: «La Samp quest’anno ha cambiato molto l’organico. Abbiamo, credo, più di dieci che hanno vent’anni. Certo, non sono tutti italiani e lì penso che la differenza la faccia l’aspetto economico. Quali giovani mi piacerebbe allenare? Verdi e Bernardeschi». Giampaolo ha poi parlato dei suoi inizi: «Il primo che mi ha aperto alcune porte è stato mister Sonzogni. Ho seguito molto Delneri, Spalletti, Prandelli: quelli che probabilmente ritenevo un po’ più vicini al mio modo di pensare. Il grande maestro però è Sacchi, un rivoluzionario». Il tecnico è tornato sulla sua mancata firma con la Juventusho avuto un paio di colloqui, credevo si potesse concretizzare») ma anche dei momenti duri e dei momenti belli della sua carriera («non riesco a godere dei successi per più di due ore, invece i momenti brutti durano molto di più»).

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