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Inter-Milan: i 3 rimpianti del Diavolo

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Inter-Milan, ci sono ben tre rimpianti per il Diavolo dopo l’eliminazione dalle semifinali di Champions League

«Se Diaz non sbagliasse il suggerimento ghiotto di Tonali nel cuore dell’area nerazzurra forse nascerebbe un’altra partita». Lo scrive oggi sul Corriere dello Sport Paolo Tomaselli, che aggiunge una congiunzione avversativa che chiude il discorso del derby di ritorno: «Ma non è così». Intendiamoci, di rimpianti il Milan ne può nutrire molto pochi ed è doverosa la premessa dei se: se la somma delle due partite è di 3-0; se il 3-0 poteva già essere definito al quarto d’ora della prima gara quando Calhanogflu ha colpito il legno; se il totale dei 4 confronti diretti dall’inizio del 2023 parla di un 7-0 complessivo; se non c’è stato realmente un vero momento di sbandamento dell’Inter e un periodo chiaro di predominio del Diavolo; se ci sono tutte queste cose, il verdetto è giusto e inappellabile. Però, ogni storia, anche la più scontata, ha degli episodi che avrebbero potuto cambiare qualcosa, almeno lo svolgimento della trama, visto che l’esito finale è fuori discussione. Tralasciando il caso Leao, il protagonista che non c’era nel primo incontro e c’era ma in forma limitata nel ritorno, ci sono almeno tre scene che si fanno ricordare come snodi decisivi, che hanno preso la direzione favorevole all’Inter e che – nel caso contrario – qualcosa avrebbero cambiato.


1) Il gol di Dzeko. Il mismatch tra il bosniaco e Calabria ha di fatto indirizzato l’intera semifinale. Può darsi che il gol sarebbe arrivato comunque e l’Inter avrebbe trovato più o meno facilmente il modo di aprire la difesa rossonera, com’è successo esattamente poco dopo con la rete di Mkhitaryan, ma non è un caso che Pioli abbia sostenuto che fino a quel momento le due squadre erano perfettamente in equilibrio e i nerazzurri non fossero ancora entrati in area. Perché si sia deciso di marcare in quel modo l’attaccante resta un mistero. E come non si sia incrementata l’attenzione su un corner, avendo perso esattamente così il derby di campionato, è ancora più grave.
2) Il palo di Tonali. Se all’andata il tiro del centrocampista – il migliore dei suoi nei due incontri – fosse stato di qualche centimetro più interno – il 2-1 avrebbe garantito un ritorno diverso. Gravato di un doppio svantaggio, invece, ha avuto la cappa di un’inferiorità oggettivamente incolmabile e soggettivamente frustrante.
3) L’occasione di Leao. Non solo se l’è prodotta nel primo tempo e ci sarebbe stato il tempo per organizzare l’aggancio. La cosa più rilevante è che lo spunto di Leao era anche alla Leao e avrebbe generato una fiducia nel proprio giocatore migliore. Quando la palla è uscita fuori, invece, è più che probabile che ogni milanista abbia pensato esattamente il contrario: è finita.

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