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Lazio, Hoedt: «Il calcio in Italia è politica, dura adattarsi»

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Wesley Hoedt sempre più pilastro della retroguardia della Lazio. Il suo rendimento cresce esponenzialmente, a dispetto dei primi tempi in Serie A

Quando la tattica, ancora prima che la tecnica, fa crescere un calciatore, i risultati sono spesso evidenti. È il caso di Wesley Hoedt, tanto criticato lo scorso anno dopo alcune prestazioni da brivido in maglia Lazio. Il difensore ha abbassato la testa e lavorato tanto, in particolare dall’insediamento in panchina di Simone Inzaghi. E ora è tempo di rivincite, fa capire a Voetball International: «Sono arrivato lo scorso anno a parametro zero dall’AZ alla Lazio, non c’era nessun investimento alle spalle e quindi pressione per farmi giocare. Ora sono già a 40 presenze».
DIFFERENZE TRA ITALIA E OLANDA – Come detto l’impatto con la realtà italiana non è stato certamente agevole. Le differenze, a livello di mentalità soprattutto, sono evidenti. Lo spiega chiaramente lo stesso Hoedt: «In Serie A i calciatori sono posti su dimensioni diverse, non come in Olanda dove il calciatore giovane e quello vecchio sono messi sulla stesso piano. Anzi spesso il primo è preferito per il suo potenziale. Mi sono dovuto adattare ed ora sono orgoglioso delle mie prestazioni. Il calcio qui è politica, non si parla di altro per tutta la settimana. In Olanda è affascinante solo per 90 minuti poi tutto finisce».

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