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Mancini: «L’importanza di Vialli in Nazionale»

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Insieme hanno trascorso una vita, prima nella Sampdoria e poi in Nazionale. Roberto Mancini parla della sua grande amicizia con Gianluca Vialli al Corriere della Sera.

LUCA E SINISA – «Luca è vicino a me, a noi, sono convinto che sia così anche per Sinisa: lo spero e lo sento».

LA SCELTA DI GRAVINA – «Chiariamo una cosa, Vialli non l’ho chiamato io in Nazionale. Nominarlo capo delegazione è stata una felicissima intuizione di Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio: quando mi ha chiesto cosa ne pensassi del coinvolgimento di Luca, naturalmente gli ho detto di sì, il presidente ed io sapevamo quanto sarebbe stato importante per la Nazionale: il merito è di Gravina».

L’IMPORTANZA – «Conosceva il calcio, il nostro mondo. Era un capodelegazione atipico, rappresentava il presidente Gravina e la Federazione presso la squadra, ma la sua interpretazione del ruolo è andata oltre. Stava vicino al gruppo, parlava con i giocatori, sapeva quando e come intervenire. La sua leadership era spontanea, la nostra intesa era apprezzata, sapeva trasmettere ai più giovani i valori della Nazionale».

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