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Pagelle Italia Euro 2020: Chiesa top player, l’unicità di Gigio e King Chiellini – VOTI

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Ripercorriamo la fantastica cavalcata azzurra nelle nostre pagelle Italia Euro 2020: le prodezze di Donnarumma, l’unicità di King Chiellini, la consacrazione di Chiesa

Con il trionfo azzurro ancora negli occhi e nel cuore, ecco le pagelle Italia Euro 2020 per ripercorrere insieme il cammino che ha portato la Nazionale di Roberto Mancini a diventare campione d’Europa.

Molte le facce da copertina, a testimoniare quanto il collettivo sia stato il valore aggiunto di un gruppo che ha avuto nelle manone di Donnarumma e nei piedi di Chiesa il suo fondamento tecnico. Ma da Jorginho a Chiellini, da Spinazzola a Insigne molti hanno toccato livelli d’eccellenza.

Sirigu 8 – Voto all’importanza e al valore dell’uomo più che al giocatore. Il minutino di gloria contro il Galles è infatti nulla al confronto dell’enorme contributo nella costruzione e “cementificazione” del gruppo, testimoniato in più di un’occasione dai compagni

Di Lorenzo 7.5 – Entra dopo un tempo e non uscirà più. Il finale di campionato da urlo gli ha regalato condizione e fiducia che il napoletano ha confermato a suon di prestazioni convincenti. Le fatiche contro il folletto belga Doku e la sbavatura su Shaw i pochi momenti di sbandamento

Chiellini 9 – Da king kong a King di Wembley il passo è brevissimo per questo splendido (quasi) trentasettenne. Capitano sorridente e coinvolgente, corona una carriera immensa con l’alloro europeo. Mettendo la museruola a Lukaku e Kane, dominando e azzerando tutto ciò che si aggira in area, mantenendo una condizione atletica invidiabile, in particolare nella fase più critica. Unico

Spinazzola 9 – Fino a quel maledetto scatto contro il Belgio, è senza dubbio il migliore tra gli Azzurri e probabilmente in tutta la competizione. Il grande palcoscenico internazionale lo esalta: inarrestabile nelle accelerazioni, eccelso nella rifinitura per i compagni. Lo rivedremo verso il 2022 per riprendersi ciò che il crudele destino gli ha tolto

Locatelli 8 – La rivelazione della prima fase, sostituisce Verratti sfruttando come meglio non potrebbe l’occasione realizzando una splendida doppietta contro lo Svizzera. Sono gli acuti di un torneo affrontato con personalità da veterano, giustificando eccome il desiderio di scalare i gradini del calcio italiano anche a livello di club

Verratti 7 – A singhiozzo complici l’infortunio e un rendimento tra parecchi alti e bassi. Nel momento decisivo, però, caratura ed esperienza internazionale fanno la differenza, emergendo contro l’Inghilterra. Il suo guizzo di testa che propizia la rete di Bonucci, in fondo, cancella o quasi tutto il resto

Castrovilli sv – Inserito in lista al fotofinish per l’infortunio di Pellegrini, al fiorentino toccano una manciata di minuti contro il Galles. Troppo pochi per giudicarlo, in attesa di un’esplosione concreta e continua con cui scalare posizioni nelle gerarchie

Jorginho 9 – Il “professore” del nostro centrocampo centra il double Champions League-Europei comandando a proprio piacimento tempi e ritmi. Classe e intelligenza tattica, il brasiliano di nascita è il vero insostituibile per Mancini che ne ha fatto cardine imprescindibile. Chiude un po’ con il fiatone, ma senza oscurare un mese da straordinario direttore d’orchestra

Belotti 6.5 – Non trova mai la via della rete e per un centravanti il più delle volte equivale a una bocciatura. Non per il Gallo però, che si fa apprezzare per la sua proverbiale capacità di battagliare su ogni pallone. Quando serve attaccare difendendo, ecco, il granata è sempre una garanzia

Insigne 8.5 – Il suo ‘O tir aggir è diventato un tormentone di questo Euro 2020. Ci ha provato e riprovato fino a che ha estratto dal cilindro la perla che schianta il Belgio e impreziosisce la pagella del nostro numero 10. Ma al di là di gol e assist, il contributo del napoletano è tanta, tanta roba in termini di qualità di movimenti e di giocate. Se la manovra azzurra ha ruotato molto sulla fascia sinistra è soprattutto per la sua eccellenza nel creare spazi e soluzioni per i compagni

Berardi 7.5 – Le apparizioni nella fase a gironi entusiasmano per brillantezza e capacità di garantire soluzioni tattiche differenti al tridente. Inevitabilmente perde spazio con l’esplosione di Chiesa, ma rimane “dodicesimo uomo” affidabile anche nelle partite decisive

Pessina 7.5 – L’ennesima promessa sgrezzata dall’Atalanta salta sul treno in corsa per gli endemici problemi fisici di Sensi e trova la settimana di gloria tra il 20 e il 26 giugno. Di giustezza contro il Galles e di prepotenza contro l’Austria per marchiare a fuoco la sua storia azzurra

Emerson 7.5 – Il ballottaggio con Spina dura meno di una birra ghiacciata a Ferragosto, ma quando il giallorosso abbandona drammaticamente ecco che l’italo-brasiliano sa farsi trovare pronto. Sbaglia poco o nulla in fase difensiva e cavalca la corsia mancina senza far rimpiangere eccessivamente l’assenza del compagno

Chiesa 9.5 – Sbarca alla Juve combattendo la diffidenza generale e la zittisce in pochi mesi. Eppure non era stato sufficiente per guadagnarsi l’assoluta titolarità in Nazionale, nei progetti di Mancini e nell’opinione di altri 60 milioni di allenatori. Ora, dopo venti giorni da fenomeno, lo status di top player non glielo potrà togliere nemmeno la più miope delle opinioni

Acerbi 7 – Probabilmente nei sui pensieri albergava la speranza di avere più possibilità, ma la condizione sublime del Chiello non glielo consente. Quando però le necessità chiamano, il difensore biancoceleste dimostra di essere un titolare aggiunto

Cristante 7 – Match con la Spagna a parte, il Mancio concede a Bryan sempre qualche frammento di prato verde. Il più delle volte senza concreti motivi per farsi ricordare, ma nella serata più importante il suo ingresso incide eccome nell’azione del pareggio

Immobile 6.5 – Nel suo Olimpico e nella sua Roma è sfavillante, fuori dal proprio cortile invece si perde e si incupisce. Il Mancio lo coccola e lo sostiene, affidandogli le chiavi dell’attacco sempre e comunque. Nelle sfide a eliminazione diretta, però, Ciro ne azzecca pochine, rimandando l’appuntamento con la consacrazione assoluta

Barella 7.5 – Non è stato il suo Europeo in senso assoluto, perché probabilmente le pile del trottolino sardo erano in piena riserva dopo dodici mesi ininterrotti di corse e rincorse. Pur senza brillare come nella stagione nerazzurra, Nicolò cala comunque il jolly contro il Belgio siglando una rete di talento cristallino e di importanza capitale

Bonucci 8 – Sciacquatevi la bocca a Wembley vale da solo il prezzo del biglietto e il voto nel pagellone. Con il Giorgione nazionale al suo fianco è un bel vivere, certo Leo ci mette molto anche del suo per rendere impermeabile o quasi la difesa azzurra

Bernardeschi 7 – Ci sono giocatori che quasi non ti spieghi che ci stiano a fare eppure il CT non ci rinuncia mai. E allora capisci che il calcio non è solo tecnica e tattica, ma anche e soprattutto uomini e fiducia. Che Berna ripaga con personalità: quando altri tremano, dal dischetto lui non tradisce

Donnarumma 9.5 – Premiato come miglior giocatore di Euro 2020 e basterebbe questo per definirlo. Sollecitato con il contagocce, dimostra la sua maturità rendendo facili le cose difficili e reali quelle impossibili. D’altronde è tipico di ogni grandissimo portiere esibirsi in pochi, invidiabili (dagli altri) miracoli. La firma sui calci di rigore respinti contro Spagna e Inghilterra il lieto fine di una sceneggiatura perfetta

Raspadori sv – Il nuovo golden boy del nostro calcio ha uno scampolo di minuti a disposizione, ma il suo Europeo è soprattutto apprendistato per diventare il centravanti del nostro futuro

Bastoni 6.5 – Novanta minuti al cospetto del Galles di Bale per aumentare la confidenza con i colori azzurri. Perché il degno erede di Chiellini sono in moltissimi a pensare sia già pronto per spiccare il volo dopo l’annata da protagonista con l’Inter di Conte

Florenzi 6.5 – Scompare dopo i primi quarantacinque minuti per riapparire esattamente 30 giorni più tardi e mettere il timbro-presenza nella finale contro l’Inghilterra. Senza perdere il sorriso, da vero e indispensabile collante nello spogliatoio

Toloi 6.5 – Una delle ultime aggiunte nel solidissimo gruppo italiano per le sue doti indiscusse di duttilità e adattabilità. Da terzino nella difesa a 4 però, più di qualche turbamento si evidenzia

Meret sv – L’unico a non assaggiare mai il campo, resta comunque un perno per il futuro della Nazionale. Conquistare la titolarità nel Napoli per assicurarsi il ruolo di vice-Gigio nel prossimo decennio

Mancini 10 – Voto “Diesci”, direbbe il noto chef Alessandro Borghese. Tre anni fa ci credeva solo lui, poi ha saputo giorno dopo giorno guadagnare consenso e fiducia, convincendo tutti quanti di poter compiere l’impresa. Con il coraggio di perseguire la sua idea rivoluzionaria rispetto al nostro passato, fatta di un calcio di possesso aggressivo e propositivo. Ha vinto lui, più di chiunque altro

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