2012

Palermo, Buonanotte al 2012

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Mancano ormai poche ore alla conclusione del 2012, con ogni probabilità il peggiore della decennale storia che accomuna il Palermo e Maurizio Zamparini. Per fare un facile, forse banale accostamento con i colori sociali della squadra, è stato un anno più nero che rosa, sotto diversi punti di vista, soprattutto quelli che riguardano il campo.

Nelle quaranta partite disputate nell’anno solare, sono stati appena 37 i punti conquistati dalla formazione rosanero, sotto la guida di ben tre allenatori: l’esperto e pacioso Bortolo Mutti, bollato con troppa fretta e frenesia dal patron friulano come “il Mourinho della situazione”; l’incompreso Giuseppe Sannino, incapace di dare la sua impronta a una rosa evidentemente scadente e ulteriormente indebolita da un mercato in cui si è pensato più ad incassare che a spendere; il talentuoso e convincente Gian Piero Gasperini, con il quale la squadra ha raggiunto picchi di gioco davvero alti, ma non è riuscita a crescere sul piano della maturazione mentale. Si è visto fin troppo chiaramente cosa manca a questo Palermo, per riuscire a togliersi con serenità dalle sabbie mobili di una classifica, che allo stato attuale delle cose fa decisamente paura: questa è una squadra che non sa reagire, che non riesce a ribaltare le partite quando si trova sotto nel punteggio, e che sovente ha subito delle clamorose rimonte, come quella operata dal Milan al ‘Barbera’ o quella, ancor più sconvolgente, di un’Udinese ridotta in inferiorità numerica, graziata dai tanti errori dei rosa sottoporta e capace di sfruttare il regalo natalizio anticipato di Ujkani.

Una squadra che sul piano del gioco meriterebbe ben altra classifica, ma che si trova con le sole Siena e Genoa dietro di sè proprio per l’incapacità di dare una svolta a situazioni complicate: lo si è visto contro l’Inter, quando non mancava certo il tempo per sopperire all’autogol di Garcia, ma non si è riusciti quasi mai a superare la linea di metà campo; lo si è visto contro la Juventus, quando il gol di Lichtsteiner ha posto la parola ‘fine’ sulla partita con 40 minuti d’anticipo sul triplice fischio; lo si è visto, infine, contro la Fiorentina, quando un buon Palermo del primo tempo fu totalmente stroncato dal primo lampo nella partita di Jovetic. Tutti i tifosi rosanero in coro hanno esclamato “per fortuna sta arrivando a gennaio” e la finestra invernale di mercato sta per aprirsi, così che l’abilissimo Lo Monaco possa intervenire per fornire i giusti puntelli al proprio allenatore.

Un primo intervento è stato fatto con l’arrivo del palermitano Aronica, elemento che potrà offrire esperienza e grinta alla difesa e che consentirà a Donati di tornare alle sue iniziali mansioni di centrocampista. Ma l’ex dirigente del Catania non si fermerà qui, visto che sono altri i problemi della squadra: potrebbe arrivare un nuovo portiere, con l’esperto Sorrentino pronto a trasferirsi dopo tanti tentativi andati in fumo; le corsie laterali potrebbero essere rafforzate con un altro giocatore del Napoli, Dossena, e il brasiliano Jonathan, molto gradito a Gasperson dai tempi dell’Inter e pronto a prendersi una rivincita. L’attacco potrebbe essere rafforzato da una delle punte a disposizione del Genoa, con Immobile favorito su Borriello, ma il colpo giusto per risvegliare la piazza palermitana potrebbe riguardare la trequarti.

È Diego Buonanotte il giocatore che potrebbe dare una svolta alla stagione del Palermo, e potrebbe far esplodere nuovamente la curva del ‘Barbera’ come ai tempi di un suo illustre connazionale, Javier Pastore. Grande tecnica individuale, capacità di dribblare come se bevesse un bicchier d’acqua e abilità balistiche che lo hanno reso uno dei più amati ai tempi del River Plate, quando la punta da innescare era un certo Radamel Falcao. Qualora si chiudesse questo affare, a Palermo si potrebbe tornare a respirare aria d’alta quota.

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