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Scamacca e l’infanzia difficile: «Ringrazio calcio e famiglia, bastava poco per deragliare»

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Gianluca Scamacca ha parlato della sua infanzia difficile, resa migliore solo grazie al calcio e alla sua famiglia

Gianluca Scamacca, attaccante del Genoa in prestito dal Sassuolo, in una intervista a SportWeek ha parlato della sua infanzia difficile vissuta a Fidene.

INFANZIA – «Crescere a Fidene non è stato facile: un giorno non c’era l’acqua, l’altro la luce. Ogni sera tornavo da scuola e mi chiedevo: “Mo che ce mangiamo?”. Nel mio quartiere, se non ragioni con la tua testa, diventa difficile non finire in certi giri. Io ringrazio il calcio e la mia famiglia, bastava poco per deragliare». 

CATTIVERIA AGONISTICA – «Non sono cattivo, ma per arrivare al risultato sono pronto a tutto. Le prendo, ma le restituisco. Se non ti prendi dei rischi, una giocata, un tiro, un comportamento, rimani uno come tanti. Bisogna sapersi distinguere, altrimenti diventiamo come robot». 

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