2014

Bolingbroke: «Mercato? Niente follie»

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Il CEO su Mancini: «Vogliamo accontentarlo, ma niente spese pazze»

Chiamato da Erick Thohir per rimettere a posto i conti dell’Inter e sviluppare il progetto di rilancio nerazzurro, Michael Bolingbroke ha le idee chiare sul cammino da intraprendere. Il Chief Executive Officer, intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, si è detto pronto ad una nuova sfida dopo i sette anni trascorsi nel Manchester United: «Per me l’Inter è un club di Champions League, perché pur non giocandoci da alcuni anni, come tutti i brand calcistici, il suo appeal resiste a lungo nel tempo. E quello che voglio è che questo club torni in pianta stabile in Champions: non per un anno soltanto ma per tanto tempo. A Manchester la gente veniva solo per il calcio, Milano è differente, è una delle città più visitate d’Europa», ha dichiarato Bolingbroke.

SAN SIRO – Il dirigente dell’Inter si è esposto anche riguardo San Siro: «Certo, è uno stadio da migliorare, ma ha potenzialità enormi e un fascino unico. E’ uno stadio fantastico, stiamo discutendo su cosa fare, ma saremmo felici di restare a San Siro, è la nostra prima opzione. Ci si deve organizzare, per esempio per la corporate hospitality: però il vantaggio è che possiamo condividere i costi col Milan. Sinceramente non riesco a comprendere come metà stadio sia vuoto. E’ ovvio che vanno migliorati i servizi, i trasporti, la sicurezza, con settori adibiti alle famiglie. Ed è importante dire una cosa: non abbiamo alcuna intenzione di aumentare i ricavi alzando i prezzi dei biglietti ma semplicemente portando più gente allo stadio».

OBIETTIVI – Una soluzione per attrarre tifosi a San Siro è senza dubbio conseguire risultati sportivi importanti. A partire dal ritorno in Champions League: «Può arrivare con il terzo posto oppure vincendo l’Europa League», ha tagliato corto Bolingbroke, che poi ha parlato di Roberto Mancini, considerato il profilo perfetto anche per il futuro: «E’ un vincente. Non mi riferisco solo al suo passato nell’Inter, ma a quello che ha fatto con il Manchester City. Ha trasformato la mentalità di quella squadra».

CIRCUITO – Deve tornare al vertice non solo l’Inter, ma l’intero movimento italiano, che, per il CEO dell’Inter, deve seguire la Premier League e la Bundesliga, capaci di creare dei brand: «Prima di tutto bisogna investire negli stadi perché si attiverebbe un circuito virtuoso: non solo per la gente, ma anche per le tv e gli sponsor, che preferiscono migliori “scenografie”. Poi la globalizzazione: si pensi agli orari delle partite, che dovrebbero essere più orientati ai mercati americano e asiatico. Se poi penso al mercato internazionale, alla Cina per esempio, lì è notte quando è prime time da noi».

FPF E MERCATO – L’attenzione si sposta poi sul fair play finanziario e sul piano quinquennale che non avrebbe convinto gli ispettori della Uefa e che influenza anche il mercato nerazzurro: «Non mi risulta. Nel piano abbiamo mostrato come far crescere i ricavi, dallo stadio alle sponsorizzazioni, mantenendo sotto controllo i costi. Non è facile ma è ciò che richiede l’Uefa. Mercato? Se ci saranno opportunità le coglieremo. Dipende da ciò che vuole fare e l’allenatore: tutto parte da lui, dalle sue necessità. Se Mancini chiederà rinforzi troveremo il modo per accontentarlo. Ma sia chiaro: sempre dentro i vincoli del fair play finanziario».

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