2014

Inzaghi: «Il mio Milan ha già un’identità»

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Il tecnico rossonero: «Potranno batterci solo i più forti»

MILAN INZAGHI SERIE A – «I miei primi cento giorni da allenatore del Milan sono stati belli, emozionanti ed intensi. Sono molto felice. Sto facendo un lavoro bellissimo in una società che mi ama, i tifosi mi rendono felice e la squadra orgoglioso». Intervistato dai microfoni di Milan Channel durante la sosta per le nazionali, Filippo Inzaghi, tecnico rossonero, fa il punto della situazione: «Difficilmente ci batterà chi ha più voglia di noi, la mia squadra perderà, se proprio, solo con le squadre più forti. E il motivo è semplice: abbiamo trovato un’identità, ed è il primo obiettivo che mi ero posto da allenatore».

NON È COSÌ FACILE – La vita dell’allenatore, però, è dura: lo sa bene Inzaghi, che di notte insonni ne ha passate tante: «Io sono questo e non posso fingere. Sono fatto così, non dormivo neanche con gli Allievi e la Primavera. Io metto tutto me stesso, metto tutto quello che ho per la squadra e penso sia la strada giusta per andare avanti. Dentro lo spogliatoio ho trovato un gruppo sano, hanno capito che quello che facciamo ogni giorno è la normalità. Essere professionisti è semplicemente la normalità e siamo anche fortunati nel fare questo».

OTTIMO RAPPORTO – Buonissimo il rapporto con la dirigenza, compreso il presidente Berlusconi, che ormai ogni settimana fa tappa a Milanello: «C’è grandissima unità d’intenti. Il presidente ce lo dimostra venendo ogni venerdì. Segnali? Il più bello lo ha mandato proprio Berlusconi, che si è complimentato con la squadra dopo i due pareggi con Empoli e Cesena: è stato un messaggio importante per il gruppo».

OBIETTIVI – Guai, però, a parlare di obiettivi: «Pensiamo a partita dopo partita, cercando la vittoria sempre. Al momento la situazione è positiva, ma è troppo presto per tracciare un bilancio. È una squadra nuova, con allenatore nuovo: dobbiamo crescere e conoscerci, solo il tempo ci può aiutare. Quando sono arrivato, ero consapevole di dover ripartire da zero: ho trasmesso la voglia di amare la maglia del Milan, di vivere San Siro e i nostri tifosi. Questo significa giocare per il Milan».

PIPPO ALLENATORE – Da calciatore ad allenatore: Inzaghi è cambiato molto in pochi mesi: «È difficile farsi apprezzare da tutti, lo so, ma non farò mai nessuna scelta per simpatia. Il gruppo è davanti al singolo, perché è il collettivo che esalta il giocatore. Sono felice di questa avventura, è stato un momento emozionante: di certo non dimenticherò mai la prima cena ad Arcore».

EL SHA – Quanto ai singoli, per El Shaarawy è stato un avvio difficoltoso: «Ho grandissima stima per Stephan, scelsi il 4-3-3 solo per lui e per farlo rendere al meglio. Ha fatto un grande match con la Lazio, poi c’è stato l’infortunio. Tornerà sui suoi livelli, ne sono sicuro».

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