Editoriale

Milan RedBird: la nuova era riparte delle 3 M

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Il Milan campione d’Italia è passato ufficialmente nelle mani del fondo RedBird: ecco le 3 M da cui ripartirà il ciclo rossonero

Il grande giorno in casa Milan è arrivato, con l’inizio della nuova era griffata RedBird. Il fondo americano diretto da Gerry Cardinale ha chiuso l’acquisizione di maggioranza del club rossonero e fa sognare i tifosi, già ebbri per il recente Scudetto.

Dunque addio Elliott (per ora comunque ancora attivo con quote di minoranza) che, a onor del vero, è il reale vincitore assoluto della vicenda. Risultati sportivi da arrossire e una cessione per circa 1,3 miliardi di Euro che significano plusvalenza netta intorno ai 500 milioni. Un capolavoro.

Tornando al popolo del Diavolo, però, l’entusiasmo contagioso andrà incanalato nella razionalità. RedBird non è un mecenate, bensì un fondo d’investimento. Dunque l’obiettivo primario è e resterà la sostenibilità della società e, possibilmente, il guadagno di vil denaro.

Con un modello di sviluppo ben preciso, ovvero il famoso “Moneyball” che come prima M affonda le sue radici teoriche nella statistica, nello scouting e nell’utilizzo sapiente e certosino delle risorse economiche. Che poi è già fondamentalmente il percorso intrapreso dalla dirigenza milanista nelle ultime stagioni.

Ecco perché il ciclo dovrà necessariamente ripartire dalle altre 2 M, le più importanti nella costruzione della squadra. Maldini e Massara sono stati gli artefici primari di un gruppo sorprendente ed emozionante come pochi, capaci di ottimizzare, scegliere, talvolta di inventare. Con fantasia e talento, un contratto in scadenza non può essere un problema.

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