2015

La libertà è un monumento indistruttibile

Pubblicato

su

Millonarios – Union Magdalena in diretta tv mentre Bogotá è sotto assedio: la storia della Toma del Palacio de Justicia

Millonarios e Union Magdalena entrano in campo in un’atmosfera diversa dal solito. Al Campín la media spettatori è alta ma quel mercoledì 6 novembre 1985 sugli spalti c’è davvero poca gente e si respira un’aria particolare: se è vero che il calcio è una festa, a maggior ragione in paesi passionali come la Colombia, quel tardo pomeriggio del 1985 sembra che la platea non sia connessa al campo da gioco e che stia solamente attendendo qualcos’altro. Cerveleon Cuesta, difensore del Millonarios, non può fare a meno di guardare i volti dei compagni e degli avversari, molti dei quali tutt’altro che rilassati: al Nemesio Camacho di Bogotá si gioca una partita importante ma non così importante come le facce dei ventidue in campo sembrano indicare. Cuesta nota nervosismo, nota tensione, vede che non c’è affatto quella tranquillità che caratterizza giornate di pallone come quella – una tranquillità invero carica di emozioni come il grande rito del calcio esige. Millonarios e Union Magdalena sembrano pensare a qualcosa che non sia quella prima gara della poule per il titolo in Colombia, la sfida tra due tra le otto migliori squadre del campionato. I Millos sono favoriti ma nessuno sembra farci caso, neppure i loro tifosi che popolano scarsamente le tribune del Campín. Lo stadio si trova a Teusaquillo, un po’ fuori dal centro della capitale colombiana, ma in lontananza si sente l’eco di qualcosa di grande e di corposo, qualcosa che non ha per niente a che fare col calcio, qualcosa che è destinato a cambiare irrimediabilmente la storia della Colombia. Eppure su quel terreno di gioco l’arbitro fischi l’inizio di una partita che non è importante ma diventa di portata nazionale: clamorosamente Millonarios – Union Magdalena viene trasmessa in diretta televisiva.

OCTOGONAL – Chiunque sia connesso sulla tv nazionale infatti si trova di fronte in quel momento le maglie blu del Millonarios e quelle rosse dei bananeros, vale a dire l’Union Magdalena. Solamente alle sei del pomeriggio è stata presa la decisione di trasmettere la gara in diretta tv, Inravisión infatti sulle proprie frequenza fa qualcosa che non era mai stato fatto in Colombia: far vedere un match in diretta infatti era considerato deleterio per il calcio stesso, così i tifosi non sarebbero andati allo stadio e il live sarebbe diventato un’arma a doppio taglio. Quel Millionarios – Union Magdalena poi non è nemmeno una sfida d’alto borgo, non è un derby, è solo uno degli incontri dell‘Octogonal, la poule scudetto che si disputa in Colombia. Chi cambia canale e si trova su Inravision il calcio in diretta quindi non è nemmeno troppo contento, è più che altro sorpreso da una scelta del genere, e soprattutto è ignaro – o deve rimanere tale – che ci sia altro di importante, ma che venga sottaciuto. In televisione passano le immagini di Norberto Peluffo, centrocampista dei Millos, che di tanto in tanto si avvicina a bordo campo dove ha lasciato una radio a transistor, accosta l’orecchio e poi torna a riferire il tutto a partita in corso a Miguel Augusto Prince, suo compagno di squadra. Intanto i ritmi della sfida non sono nemmeno troppo alti, perché entrambe le squadre non hanno potuto concentrarsi nelle ore precedenti al match. Sia Eduardo Lujan Manera, allenatore dei padroni di casa, che Eduardo Retat, mister dei bananeros, hanno interrotto la seduta tecnica nel pomeriggio e hanno consigliato ai giocatori di concentrarsi sulle news in arrivo dalla radio e dalla televisione, che in quel momento è sintonizzata sul notiziario. A nessuno importa troppo di quel Millionarios – Union Magdalena se non evidentemente a Noemi Sanín, ministro della comunicazione, che ha deciso in fretta e furia di trasmettere il tutto su Inravisión. La stessa Sanín che curiosamente per anni e anni sarà al timone dei Millos.

PALAZZO – Per uno strano scherzo del destino la partita più triste della storia della Colombia viene decisa da due argentini: Juan Carlos Díaz mette dentro un bel tiro di sinistro, poi Juan Gilberto Funes fa il due a zero in fuorigioco. Eppure nessuno protesta per quella decisione sbagliata dell’arbitro, nessuno ha voglia di farlo come nessuno ha voglia di esultare per quel gol o per quell’incontro vinto, tutti sentono solo il bisogno di capire il perché di quell’ansia, di quella diretta tv, di quelle notizie in arrivo dalla radio a transistor a bordocampo. Però i più attenti hanno capito, i più informati sanno: quegli echi di spari e quei boati che si sentono in lontananza risuonano nel silenzio irreale di tutta Bogotá, una città che in quel giorno sembra vivere solo di calcio agli occhi di un semplice spettatore colombiano, ma in realtà è protagonista di una delle vicende più sanguinose della sua storia. A pochi chilometri dal Campín infatti, nella centralissima Plaza de Bolivar, un commando di trentacinque guerriglieri del movimento M-19 si è asserragliato nel Palacio de Justicia e ha intenzione di processare nel centro della Capitale nientedimeno che Belisario Betancur, presidente della Colombia dall’estate del 1982. In tv però, invece di esserci aggiornamenti continui sulla presa del Palazzo di Giustizia, vanno Cerveleon Cuesta e compagni, sorprendendo una nazione intera. Ma è questo quello che il governo vuole, tenere all’oscuro i cittadini e irretirli con una partita di pallone, bisogna tenere a bada il popolo quando nel centro del Paese va in scena l’orrore. Il Movimiento 19 de Abril infatti considera Betancur e il governo dei traditori: el eme è una organizzazione rivoluzionaria e guerrigliera di sinistra, si è formata quindici anni prima e in quei tre lustri ha operato in molte aree della Colombia come quando nel 1980 ha preso in ostaggio l’ambasciata della Repubblica Dominicana. L’M-19 ha firmato bilateralmente col governo nel 1984 gli Accordi di Corinto secondo cui le due parti si impegnavano in un cessate il fuoco, poi rotto con l’attentato da parte dei membri dell’Esercito a Antonio Navarro Wolff. Un attentato che è stato vendicato con il sangue.

I MORTI – El eme entra nel Palacio de Justicia alle undici della mattina del 6 novembre 1985: venticinque uomini e dieci donne fanno irruzione nel Palazzo passando dai sotterranei, stando alla ricostruzione dei presenti i guerriglieri iniziano a sparare all’impazzata appena entrati all’interno dell’edificio ma su questo non c’è niente di certo. Sta di fatto che nel pomeriggio del sei novembre si contano già i morti nel Palacio de Justicia dove l’M-19 tiene in ostaggio almeno trecento persone. I magistrati della Corte Suprema e i Consiglieri di Stato presenti sul posto sono l’obiettivo ideale del Movimiento 19 de Abril, che vuole dare una dimostrazione di forza oltreché processare il traditore Belisario Betancur. Alle cinque del pomeriggio lo scenario in Plaza de Bolivar sembra uscito da un film ucronico, sembra di essere tornati ai tempi dei colpi di stato del 1953 e 1957, anzi forse è peggio: i carri armati Cascabel circondano lo stabile e si sentono spari e cannonate. Il Palacio de Justicia viene colpito in più occasioni e volte di fumo nero si alzano dal Palazzo diventando visibili anche a distanza di chilometri, anche al Campín. L’assedio del eme dura ventisette ore e una partita di calcio in diretta tv, fino a quando Betancur molla ogni strategia e ogni trattativa e opta per l’attacco militare: il 7 novembre 1985 l’Esercito interviene con la forza e uccide tutti i guerriglieri dell’M-19. C’è chi dice che sia proprio l’Esercito a uccidere i giudici presi in ostaggio, in modo tale da screditare il Movimiento 19 de Abril e le indagini successive infatti dimostreranno che ad assassinare i giudici furono i proiettili dei militari, non quelli del eme. Muoiono più di cento persone nella carneficina di Plaza de Bolivar. Il fuoco al Palacio de Justicia dura quasi due giorni, un incendio il cui fumo arriva lontano, lontanissimo. Lo stesso fumo che il governo aveva tentato di oscurare, lo stesso fumo che il governo aveva cercato di gettare negli occhi di una Colombia che doveva rimanere ignorante davanti a un anonimo Millonarios – Union Magdalena.

Visualizza la versione non AMP

Copyright 2024 © riproduzione riservata Calcio News 24 -Registro Stampa Tribunale di Torino n. 47 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 - P.I.11028660014 - Editore e proprietario: Sport Review s.r.l.