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De Laurentiis: «La Serie A diventi Serie Élite. Napoli, per il dopo Spalletti volevo Thiago Motta»

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Con una lunga intervista al Corriere dello Sport, Aurelio De Laurentiis propone una rivoluzione in Serie A con la creazione di una Serie Élite

Con una lunga intervista al Corriere dello Sport, Aurelio De Laurentiis propone una rivoluzione in Serie A con la creazione di una Serie Élite – «solo squadre di città con un numero rilevante di tifosi», guarda con interesse alla situazione determinata dalla sentenza della Corte europea e parla del suo Napoli.

POCHI CLUB ADERISCONO ALLA SUPERLEGA «Ma in Italia chi sono i veri imprenditori del calcio? RedBird sta in America. L’Inter non si sa di chi sia. Chi parla a suo nome fa i conti dei bilanci che…».

SVOLTA EPOCALE PERCHE’ TORNA LA SUPERLEGA «No, perché apre un precedente di diritto. La Superlega è stata una mossa sbagliata, che però ha sortito questo cambiamento. Adesso bisogna fare un ragionamento serio. Ho parlato con Florentino Perez e siamo d’accordo a mettere attorno a un tavolo alcuni imprenditori, non più e non solo presidenti nominali. Perché oggi il calcio è amministrato da persone anziane dal punto di vista anagrafico, ma soprattutto prive di visione».

GARCIA «Il primo che ho contattato è stato Thiago Motta Non è che ci avessi visto male, eh? Ma lui non se l’è sentita. Perché sai cos’è? Tu vieni a prendere l’eredità di uno che ha vinto lo scudetto in quel modo. E se mi va male, ha pensato, io che cosa faccio? Che poi è la stessa cosa che avrà pensato Spalletti. Avrà detto: io esco da eroe da questa città. Ma chi me lo fa fare a rimettermi in gioco? Poi sono andato su Luis Enrique. Lui mi ha fatto venire a Napoli i suoi, mi ha tenuto tre giorni fermo, chiedendomi tantissimi soldi. Avevamo anche trovato un quasi accordo, ma poi ha detto di no, perché ambiva a guadagnare ancora di più. Ed è stata la volta di Nagelsmann. Ne ho consultati cinque o sei, non di più. Ma ho detto quaranta come boutade, per mischiare le carte. E alla fine sono arrivato su Garcia. Che in Italia aveva fatto due secondi posti con spogliatoi turbolenti, pieni di giocatori di grande livello».

ELMAS «Già venduto. É uno che vuole giocare sempre, non ha capito che si è titolari anche se non si fanno novanta minuti».

ZIELINSKI «Stiamo parlando».

LA FIRMA DI OSIMHEN«L’ho detto e lo ripeto: siamo in dirittura d’arrivo».

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