Serie A
Roma Inter, Capello: «I due tecnici sono simili. Ecco cosa deciderà il match»
Roma Inter è il big match della prossima giornata di campionato. L’analisi di Fabio Capello sul big match di Serie A.
Roma-Inter sarà il big-match alla ripresa del campionato. Ex allenatore scudettato con i giallorossi e oggi opinionista, Fabio Capello su La Gazzetta dello Sport prova a leggere la partita in anticipo.
GASPERINI E CHIVU – «Aggressività, verticalità, pressione. Sì, ci sono punti di contatto. Gasperini applica la pressione a tutto campo, il suo “uomo su uomo” è un marchio di fabbrica che gli ha permesso di arrivare in alto con l’Atalanta e, adesso, con la Roma. Chivu viaggia in una direzione simile, ma meno esasperata, diciamo così: la pressione alta e la riaggressione permettono alla sua Inter di creare superiorità in attacco non appena recuperato il pallone, ma dietro la squadra rischia meno. La Roma, invece, accetta di esporsi ai pericoli, ma la solidità difensiva dei giallorossi li riduce al minimo. Più che nello stile di gioco, però, trovo che Gasp e Chivu siano simili sotto un altro punto di vista. La personalità: entrambi sono capaci di entrare con grande facilità nella testa dei giocatori».
DIFFERENZE – «Già, Gasp è in panchina da una vita, ha allenato lo stesso Chivu ed è arrivato a Roma a 67 anni. Con i giallorossi è riuscito a ottenere da subito quello spirito di sacrificio che fa tutta la differenza del mondo, specialmente per il modo di giocare delle sue squadre. Chivu, prima di diventare l’allenatore dell’Inter, aveva alle spalle l’esperienza con la Primavera nerazzurra e una manciata di panchine col Parma in Serie A, in molti consideravano la scelta dell’Inter una scommessa rischiosa ma non io. E sa perché? Perché certe qualità non hanno bisogno della gavetta. In questo senso mi rivedo in Chivu: anche io, prima di allenare il Milan, avevo lavorato solo nelle giovanili e mi ritrovai a guidare un gruppo di campioni che aveva vinto tutto».
L’ARTE DI GESTIRE LO SPOGLIATOIO – «I concetti fondamentali sono due. Primo: cambiare tatticamente ci sta, perché è giusto che l’allenatore dia la sua impronta, a patto di non esagerare. Lo spogliatoio di una grande squadra va maneggiato con estrema cura, sensibilità e intelligenza tattica, e Chivu all’Inter lo sta facendo: ha ritoccato senza stravolgere, ha chiesto cose semplici perché a gente come Lautaro, Bastoni e Barella non puoi chiedere la luna all’improvviso. Seconda cosa: lavorare sulla testa dei giocatori e convincerli che quello dell’Inter non è un ciclo finito, che hanno tutti ancora molto da dare. Non a caso l’Inter oggi sembra rinata». LEGGI ANCHE >>> Prossimo turno Serie A 2025/2026
