2013
Juventus: Ogbonna e il metodo Conte
L’ex difensore del Torino sembra essere il più fresco della truppa bianconera nonostante la dura preparazione di Conte
Il “metodo Conte” impazza a Chatillon tra i monti della Valle d’Aosta. Fernando Llorente, Carlitos Tevez e Angelo Ogbonna, gli ultimi arrivati, stanno imparando a conoscerlo a loro spese: fatica, sudore, abnegazione e tanta, tanta corsa. Il tecnico della Juventus ogni anno getta le basi della nuova stagione durante la preparazione. Quest’anno, come la passata stagione, si lavora tantissimo e i muscoli dei giocatori ne risentono. Anche mercoledì, durante la prima “sgambata” stagionale contro l’Aygreville, gli strascichi degli allenamenti erano evidenti. Ma l’ex difensore del Torino è sembrato il più fresco. Contro i dilettanti locali è sembrato il più lucido: le gambe rispondevano ai comandi del cervello, segno di brillantezza. Le sue fibre muscolari, mixate alla giovane età, stanno reagendo alla grande agli impulsi dell’allenatore e la differenza l’altro giorno allo stadio di Saint Vincent rispetto al basco e all’argentino era abbastanza evidente.
Il centrale torinista saltava l’uomo senza grandi difficoltà, sebbene il ruolo rispetto ai suoi compagni sia nettamente differente. L’ex “Angelo granata” ha dimostrato di essersi definitivamente lasciato alle spalle l’operazione subita a dicembre scorso per rimuovere un’ernia inguinale. Sei mesi tribolati sotto la Mole con prestazioni molto altalenanti, al di sotto delle sue possibilità. “Ha grandi margini di miglioramento: diventerà uno dei migliori difensori italiani” diceva Antonio Conte qualche settimana fa quando il passaggio dal Torino alla Juve divenne ufficiale. Il suo obiettivo è proprio quello: diventare un campione imparando dai campioni. Allenarsi con Bonucci, Chiellini e Barzagli, quando torneranno dalle vacanze post-Confederations Cup, lo aiuterà certamente ad imparare i segreti del mestiere e a migliorarsi sempre di più. Lo spartito lo sta studiando già da mesi con l’Italia di Cesare Prandelli. Se poi a sostenerlo c’è anche un fisico statuario, formato da fibre muscolari in grado di sopportare meglio di altri le fatiche degli allunghi e delle ripetute “contiane”, tanto meglio.
“Non ho tradito il Toro, ho fatto una scelta professionale: in Italia non c’è niente di meglio della Juve e stare qui per me è una grandissima occasione”, diceva Ogbonna l’altro giorno in conferenza stampa, la prima dopo l’approdo in bianconero. All’orizzonte c’è il Mondiale di Rio 2014 e giocare nella Juve lo aiuterà a far parte della spedizione azzurra. “Cercherò di ritagliarmi il mio spazio nonostante la concorrenza sia agguerrita. Cercherò di mettere in difficoltà il mister” aveva chiosato. I margini di miglioramento ci sono. Il fisico e l’età sono dalla sua parte. La missione del difensore, passando dalla Champions League, è tutt’altro che impossibile.