L'Hellas Verona di Juric: novità, uomini chiave e speranze degli scaligeri
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L’Hellas Verona di Juric: novità, uomini chiave e speranze degli scaligeri

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Ripercorriamo l’inizio stagione dei gialloblù: tra conferme e molte novità, il Verona si è confermato una squadra ostica e ben organizzata.

Il Verona sorpresa della Serie A 2019-2020: alzi la mano chi l’avrebbe immaginato ad inizio stagione. Quasi nessuno, a dirla tutta, anche se qualche addetto ai lavori scaligero avrebbe potuto dire, anche con un pizzico d’orgoglio, che il nuovo Verona avrebbe dato del filo del torcere a tutti.

ANNO NUOVO, VITA NUOVA – Una squadra nuova, quindi, per organico e mentalità. Confermata la fiducia al ds Tony D’Amico nonostante un primo anno travagliato, il patron Setti ha annunciato il nuovo allenatore Ivan Juric all’indomani del trionfo in finale playoff contro il Cittadella. Al timone, in quei giorni di speranza prima e di festa poi, c’era Alfredo Aglietti, che ha saputo rivalorizzare una rosa sì competitiva per la B, ma che aveva perso fin troppi punti per strada sotto la guida di Fabio Grosso. C’era pessimismo in piazza per la nomina di un allenatore capace da un lato di portare il Crotone nella massima serie nella quale, per andare leggeri, non ha avuto la stessa fortuna alla guida del Genoa. Premesse non certo buone e forse, guardando gli avvenimenti con un occhio cinico, dettati dalla poca scelta nel campo degli allenatori senza contratto, ma col senno di poi una decisione che sta portando frutti. Alla guida del Verona, Juric ha portato un certo pragmatismo che non si vedeva dai tempi dell’indimenticato Bagnoli. Per qualità, quella squadra che trentacinque anni fa fece il miracolo è ancora distante anni luce, ma non si può certo dire che quella attuale non abbia i galloni di squadra da massima serie. Giusto per invertire il trend di sofferenza delle ultime stagioni.

…E MERCATO NUOVO – Uno dei punti dolenti del Verona degli ultimi anni è stato il mercato, fatto di scelte confusionarie e dispendiose, ma anche sfortunate. Sembrano quindi finiti i tempi in cui arrivavano in riva all’Adige campioni sul viale del tramonto come Rafa Màrquez o Saviola. Anzi. La politica di D’Amico, condivisa dal patron Setti, è stata quella di andare a rinforzare la squadra laddove mancasse qualità, ma senza fare il passo più lungo della gamba. Spazio quindi a nomi meno glamour come Rrahmani o Amrabat, che invece si sono presi subito una maglia da titolare senza lasciarla più e diventare uomini mercato nel giro di poche settimane. Allo stesso tempo, si sono rivelati intelligenti gli acquisti di Bocchetti, Veloso, Verre, Lazovic e dello sfortunato Badu, per aggiungere esperienza (e cervello) alla squadra. E’ stata data importanza anche ai giovani al di là dei canterani Zaccagni e Kumbulla, con Salcedo che si è rivelato un “torello” difficile da domare e che con un’incornata ha trovato il primo gol in A. Suo e di tutti gli altri attaccanti gialloblù. Discorso diverso, invece, per Adjapong e Tutino, che hanno oggettivamente trovato poco spazio in questo avvio di stagione in cui Juric, di partita in partita, non ha voluto fare stravolgimenti di formazione.

STEPINSKI – Acclamato come un colpaccio, Mariusz Stepinski  ha cambiato sponda adigea sul finire del calciomercato. Il suo addio al Chievo è stato doloroso per i clivensi, tant’è che Pellissier, nuovo dirigente del “Ceo”, si augurava di tenere il polacco per la risalita dalla cadetteria. Non è andata così per “Mario”, che una volta che si è profilata la possibilità Hellas Verona, ha fatto il diavolo a quattro per cambiare casacca. Una trattativa difficile, costosa e necessaria, dal momento che Juric si era trovato senza un attaccante di riferimento, schierando addirittura Tutino come falso nueve nelle primissime uscite stagionali. Il bottino di Stepinski è misero, se si guarda al solo gol contro il Torino. Vero è che Stepinski non è un uomo da 15-20 gol annui, e il suo rendimento nei due anni di Chievo lo dimostrano. Ma se sotto l’albero (non si muove foglia…) il Verona dovesse trovarsi un attaccante in più, un reale bomber da 15-20 gol da affiancare magari a Stepinski in un ipotetico 3-4-1-2, allora il Verona può fare un ulteriore salto di qualità.

FIORI DI PRIMAVERA – Non sappiamo realmente dove possano arrivare i gialloblù a fine stagione, perchè manca ancora tanto alla trentottesima quando si tireranno le somme dell’annata. Eppure, alla luce di quanto visto (e sentito) nell’ultimo trimestre, i voti per i gialloblù sono decisamente sufficienti. Il lavoro di Juric è fuori discussione, per aver trovato subito un’ossatura forte alla squadra, nonostante l’uscita prematura dalla Coppa ad agosto contro la non irresistibile Cremonese. I fantasmi di pochi anni fa, dove le formazioni dell’Hellas erano un usa e getta continuo, dove la squadra non riusciva a trovare un minimo d’identità, sembrano essere alle spalle. Un occhio anche alla Primavera, seconda nel girone del Milan capolista, dove qualche pezzo pregiato come Lucas Felippe, regista col vizio del gol, o il bomber Adama Sanè potrebbero regalarsi qualche minuto in campo nel finale di stagione.