Bologna, Medel: «Voglio un gol da dedicare ai tifosi. Mihajlovic un esempio» - Calcio News 24
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Bologna, Medel: «Voglio un gol da dedicare ai tifosi. Mihajlovic un esempio»

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Il difensore del Bologna Medel ha raccontato il suo amore verso la città, la squadra e la tifoseria emiliana

Gary Medel, difensore del Bologna, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua esperienza nella squadra emiliana.

COSA MANCA«Mi manca una cosa. Fare un gol per la gente di Bologna: ne ho fatto uno solo in A. Ecco: se lo faccio vado a San Luca a piedi…». 

ANCORA BOLOGNA«Perché sto bene e la mia famiglia adora la città, perché è un club organizzato, in crescita che si è comportato bene con me. Nel 2021 sommando tutti gli infortuni sono stato fuori un totale di otto mesi. Volevo tornare in Cile e finire col calcio: non riuscivo a trovare pace, riprendevo e… ricadevo. Ecco, in quei momenti il club mi ha sorretto e seguito e curato». 

INGAGGIO RIDOTTO«E’ anche un gesto di gratitudine per quel che le dicevo prima. “Continua con noi” mi ha detto Mihajlovic. Col Bologna l’accordo è arrivato in un attimo. E sono felice». 

ESTATE SCORSA QUASI ADDIO«Sinisa mi prende e mi fa: “Gary, sappi che giocherò a quattro dietro e i due centrali titolari saranno Soumaoro e Bonifazi. Tu sei il 3° o il quarto. Se vuoi restare e guadagnarti il posto, vedi tu…. Gli dico: bene, me ne vado, non posso non essere titolare. Io sto male se sto in panchina. Ero quasi già in Spagna, all’Elche. Poi? Mi alleno come sempre, gioco due gare, vado in nazionale e da via chiamo famiglia e manager: restiamo a Bologna. Deciso». 

DIFESA A TRE«Mi ha aiutato, è vero. E magari mi aiuterà ad arrivare a giocare fino a 38 anni, l’idea di traguardo che ho. Stare centrale nei tre, poi, mi fa vedere bene tutto il campo. Non avendo un’altezza notevole (sorride, ndr) mi piace avere tutta la situazione sotto controllo». 

INSEGNAMENTI MIHAJLOVIC«Che “Non mollare mai” è un modo di fare e non di dire. E’ uno degli uomini più forti mentalmente che abbia mai visto». 

COME L’ATALANTA«Nel periodo in cui abbiamo fatto 10 punti in 6 partite battendo l’Inter e pareggiando a casa-Juve e Milan, abbiamo dimostrato che la squadra ne sarebbe capace. Poi, però, ci manca il gradino decisivo: è mentalità, perché la squadra c’è e i giovani ormai sono maturati e devono fare la differenza. Dipende solo da noi».