Inter: 6 gol e 6 motivi per sentirsi forti - Calcio News 24
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Inter: 6 gol e 6 motivi per sentirsi forti

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Il 6-0 del Bentegodi consegna un’Inter totalmente rivitalizzata per il finale di stagione che la vede alle prese con 3 obiettivi

Il 6-0 del Bentegodi consegna un’Inter totalmente rivitalizzata per il finale di stagione che la vede alle prese con 3 obiettivi: conquistare un posto in Champions, operazione che oggi sarebbe realtà visto che ha raggiunto il quarto posto in posizione solitaria; giocarsi tutte le carte per la semifinale europea con il Milan, che al contrario dei cugini sembra pagare prezzi cari a una rosa complessivamente meno competitiva; vincere la Coppa Italia, facendo il bis con la Supercoppa per due anni di fila, confermando in Inzaghi uno specialista in materia, molto più di alcuno nomi che si dice siano già pronti alla sostituzione.

La domanda più urgente in casa nerazzurra non è il futuro più lontano, ma se l’Inter i oggi è più pronta alla sfida di sabato a Roma contro Mourinho o a quella successiva con Pioli. Entrambe regalano la possibilità sulla carta di eliminare un concorrente o quanto meno di dargli una sberla anche sul piano morale. Al doppio appuntamento i punti di forza di Lautaro e compagni evidenziati ieri sembrano principalmente questi.

1) Una squadra in movimento. Ancora sullo 0-0 si sono potuti apprezzare tagli di Dimarco da attaccante aggiunto persino in zona centrale. Al contempo, Dzeko si è mosso ovunque, squarciando regolarmente la tenue tela difensiva del Verona.
2) Prima del gol. Ad anticipare l’autorete di Gaich, l’Inter ha creato in non più di 90 secondi bene tre occasioni da palla inattiva, Punizioni e corner hanno visto andare all’impatti Dzeko, Dimarco e De Vrij e solo la reattività di Montipò ha impedito che l’1-0 arrivasse prima.
3) Dal break al gol. Due delle 6 reti sono arrivate da recuperi alti. Fatti bene come si deve, con capacità di recupero palla e immediata verticalizzazione per il compagno. Quasi un risarcimento per il gol regalato alla Lazio nella gara precedente, originato da un errore in costruzione da parte di Acerbi.
4) La gestione dei tempi. Il secondo tempo è iniziato con un possesso estenuante per chi sta a guardare, chiuso da una conclusione alta di Mkhitaryan. Chiaro, l’avversario era quel che era, ma l’Inter non è mai caduta nella tentazione di concedersi della pigrizia.
5) Le seconde linee. Stanno tutte bene. E l’insieme ha prodotto la cosa più importante, che non sempre era parsa possibile: poter fare a meno dell’apporto di Barella. Che certo è la carta più importante da giocarsi nel finale.
6) La cattiveria di Lautaro. Fa 30 metri per recuperare un pallone all’ultimo secondo del primo tempo e segna da affamato in chiusura di gara. Vuoi vedere che si è messo in testa di chiudere da capocannoniere della Serie A la sua annata da campione del mondo?