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Milan, Montella come Sacchi: la fortuna strizza l’occhio

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Milan: Vincenzo Montella ed Arrigo Sacchi, ecco i punti in comune tra i due. I rossoneri, ieri come oggi, spesso aiutati dalla fortuna, ma per tutti i grandi allenatori è importante il “fattore C”

Tutti i grandi allenatori, chi più chi meno, sono stati accompagnati nella loro carriera anche da una componente indispensabile per poter ambire a traguardi importanti: la fortuna. A partire da Arrigo Sacchi, che nel 1988 venne baciato dalla dea bendata. Il 9 novembre infatti, con il Milan che sta perdendo in casa della Stella Rossa, si materializza la nebbia che ha di fatto cambiato la storia del calcio: partita sospesa, rigiocata e vinta il giorno successivo da Van Basten e compagni, bravi poi a completare il proprio cammino nel 1989 vincendo la Coppa dei Campioni in finale contro lo Steaua Bucarest. Quel Milan aveva diverse marce in più rispetto alle sue avversarie e Sacchi fu il grande artefice dei successi dell’epoca degli olandesi, ma ci volle un po’ di sano “fattore C” per indirizzare il destino sui binari rossoneri.

Montella come Sacchi: i punti in comune

Il Milan di oggi, imbottito di giovani di talento e ancora in fase di transizione rispetto alle grandi del nostro calcio, in termini di punti sta raccogliendo qualcosina in più di quelli che meriterebbe. Punti decisivi, che mantengono la squadra non troppo lontana dal quinto posto e dal treno che porta all’Europa League. Vincenzo Montella, che da quando ha cominciato la carriera di allenatore è sempre stato l’uomo giusto al momento giusto, sta facendo certamente un buon lavoro con un Milan che ha vissuto una profonda fase di spending review, ma la fortuna in campionato non è certo mancata al tecnico campano. La gara vinta contro il Sassuolo, certamente favorita dalla pessima direzione di gara di Calvarese, è solo una delle tante partite in cui i rossoneri sono riusciti a raccogliere più di quanto hanno seminato. L’esempio più eclatante è rappresentato dalla gara d’andata contro la Juve, decisa dal gol di Locatelli ma contraddistinta dall’errore di Rizzoli sulla rete annullata a Pjanic. Stesso discorso che concerne anche il match contro il Chievo dello scorso 16 ottobre: i clivensi attaccano, Donnarumma para tutto, il Milan concretizza tutte le azioni costruite e il 3-1 diventa un risultato ben più largo dei meriti effettivi della banda di Montella. Il fato, che solo nel derby d’andata contro l’Inter ha voltato le spalle al Diavolo, torna benevolo nel 2017: i pareggi contro Toro e Lazio, entrambi in trasferta, stanno molto stretti soprattutto ai granata e ai biancocelesti, puniti rispettivamente dal rigore sbagliato da Ljajic e dalla prodezza di Suso a tempo quasi scaduto. Insomma, al Milan, autore comunque di un campionato più che positivo nonostante un mercato deficitario e una rosa con tante lacune, la fortuna non manca. La cordata cinese, che presto rileverà la società rossonera (al netto di ulteriori rinvii sulla data del closing), può sorridere: chi trova Montella, trova un tesoro.