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Da Garcia in poi: tutti gli attriti Sabatini – Pallotta

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Roma: l’addio del d. s. Sabatini fa seguito ad una serie di attriti con il presidente Pallotta. Dall’esonero di Garcia lo scorso anno, passando per la costruzione di un nuovo modo di fare mercato con il database di Zecca, finendo poi con il ritorno di Franco Baldini in veste di consulente

Alla fine Walter Sabatini ha detto addio alla Roma, non senza una minuscola vena polemica. L’ormai ex direttore sportivo giallorosso, dopo cinque anni, ha avuto belle parole per l’ambiente, lasciando però intendere qualche attrito alla fine con il presidente James Pallotta (come quello relativo all’affare Lucas Boyé, ora al Torino). Del resto non sono mancati altri motivi di scontro tra le parti, riporta oggi Il Corriere dello Sport, elencandone un po’. All’origine della rottura ci sarebbe l’esonero, lo scorso anno, di Rudi Garcia, protetto di Sabatini, senza nemmeno consultare il d. s. Pallotta si definì come disgustato dalla prestazione della Roma contro il Milan ed ordinò la cacciata del francese. Da lì i rapporti, per stessa ammissione di Pallotta, sono diventati sempre meno frequenti, anche a distanza.

ROMA: SABATINI, DA ZECCA A BALDINI… – Il patron americano ha voluto scegliere un metodo scientifico per il mercato della Roma (come ammesso ieri proprio da Sabatini), linea però non condivisa dal d. s. che preferisce un mercato basato sull’intuito. In quest’ottica Walter non ha mai accettato davvero la presenza nel suo staff di Alex Zecca, il collaboratore di Pallotta addetto alla costruzione di un vero e proprio database statistico su cui in futuro la Roma costruirà il mercato. Non ha nemmeno gradito troppo il ritorno di Franco Baldini in veste di consulente: dopo le dimissioni da direttore generale nel 2013 del toscano, Sabatini confessò che si sarebbe dimesso lui per primo, non fosse stato preceduto da Baldini, per l’impossibilità di una coesistenza all’interno della dirigenza. Adesso perl tutto è cambiato.