San Siro, D'Alfonso e Scalpetti propongono idee per rinnovare la zona
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San Siro, D’Alfonso e Scalpetti propongono idee per rinnovare la zona

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San Siro, diverse proposte sul tavolo per rinnovare la zona. Due personaggi di spicco della politica italiana hanno scritto una lettera

Franco D’Alfonso e Sergio Scalpelli, attraverso le pagine del Corriere della Sera, con una lettera rilanciano un’idea che risale a qualche mese fa sul futuro di San Siro. La lettera dei due personaggi di politica e imprenditoria milanese riguardo allo stadio:

LETTERA – «La proposta è quella di costituire una Spa di proprietà comunale cui conferire terreni e stadio, con la missione di progettare e realizzare la rigenerazione e lo sviluppo dell’intera zona, con i partner privati coinvolti mediante la cessione con bando pubblico del 49 per cento delle quote e della gestione della società, come previsto dalla legge vigente, mediante la formula dell’aumento di capitale in maniera da dotare il veicolo societario di una liquidità più che sufficiente per procedere con i tempi necessari alla ristrutturazione o nuova costruzione dello stadio senza necessità di contestuale edificazione delle volumetrie previste dal Pgt e ai club e ai privati di ridurre notevolmente l’impegno finanziario e la stessa entità dell’investimento.
Una nuova via che secondo i promotori legherebbe sia la necessità di ristrutturazione dello stadio (“senza fare una strage per coprire un omicidio”), rinforzando il patrimonio dei club e rigenerando un quartiere in difficoltà.
La rinuncia da parte dei club alla richiesta di una volumetria superiore a quella prevista dal Pgt ha infatti il doppio effetto di rendere inutilizzabili tutti i piani economici e finanziari fin qui discussi, ma anche quello di rendere la procedura ex legge stadi da sbagliata che era ad inutile: senza la richiesta di deroga non si capisce quale sia l’interesse per gli stessi club proponenti.
E’ ormai evidente a tutti che senza una regia pubblica di progetto tutti gli interventi nell’area e sullo stadio faticheranno oltre misura ad avanzare in concreto. Le proprietà dei club dovranno accontentarsi di quello che forse era il loro vero obiettivo, un «papello» di intenzioni da giocarsi sul tavolo delle trattative di vendita delle squadre».