Milan, Balotelli: «Non sono più quello di prima» - Calcio News 24
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Milan, Balotelli: «Non sono più quello di prima»

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L’attaccante rossonero si è “confessato”, ma ha chiesto più tutela.

MILAN BALOTELLI – Le scuse sono arrivate, non senza un pizzico di polemica, perché Mario Balotelli vuole equità di trattamento, quella che, ad esempio, non manca in Champions League: «In Europa i rossi sono rossi per tutti, come per i gialli. Lì sono tutti normali. So che giocare al calcio comporta prendere delle botte, ma non voglio chiudere la carriera a 28 anni. Qui non si usa la stessa misura. So bene, però, che devo essere più forte, più freddo. Anche Messi e Ronaldo s’arrabbiano quando sono picchiati, ve lo assicuro. Ma mi rendo conto che per puntare in alto devo essere più bravo a resistere in certe situazioni», ha dichiarato l’attaccante del Milan ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

SuperMario è tornato poi sulla partita contro il Napoli: «Il Signore domenica s’era distratto. Ho tirato 5 volte in porta, ma non è mai entrata. Anche con la Nazionale è andata così. E’ un periodo sfigato. Errore dal dischetto? Prima o poi doveva succedere. Certo me l’hanno tirata… Ma è vero che l’altra sera mi sono deconcentrato. Reina è stato bravo. Io, però, l’ho guardato negli occhi solo sino ad un certo punto. Poi, ho abbassato lo sguardo ed è finita male».

Sulle considerazioni di Vincenzo Montella, secondo cui Balotelli spesso l’ha passata “liscia”, il diretto interessato ha aggiunto: «Io non so perché lui si preoccupi tanto di me. Non abbiamo avuto mai un problema direttamente. Comunque stia tranquillo perché contro la Fiorentina non sono squalificato…».

Balotelli ha poi fatto il punto della situazione: «Bologna? La prestazione è stata per lunghi tratti positiva, ma è un momento così. Abbiamo delle pause e le paghiamo. Passerà. Matri? E’ un ottimo attaccante, s’è mosso bene. In questa fase il nostro problema non è il gol, ma subiamo troppe reti. Dobbiamo difendere tutti meglio, a cominciare dagli attaccanti che devono fare la loro parte in copertura. In questi giorni ho dei problemi ad un ginocchio, ma sto lavorando bene. Conto di esserci ad Amsterdam. Dopo la bella vittoria col Celtic serve il bis con l’Ajax in modo d’arrivare tranquilli alla delicata gara con il Barcellona. Allegri dice che possiamo tornare in alto per Natale? Possiamo farcela, basta cambiare registro. Non siamo, però, inferiori a nessuno. Questo campionato si prospetta molto equilibrato, sarà avvincente. Non è come ai tempi di Mancini e Mourinho, quando l’Inter era troppo più forte delle altre».

Sulla corsa per lo scudetto e l’addio al Manchester City ha, invece, spiegato: «E’ presto per dare dei verdetti. Prendiamo il caso del Napoli: ha grandi giocatori come Higuain, Hamsik, Zuniga e gli altri, ma come gioco di squadra non mi ha fatto una grande impressione nello scontro diretto. Tevez? Carlitos è un grande giocatore. Con lui mi trovavo bene al City. L’ho chiamato tante volte per venire da noi al Milan, ma poi ha scelto i bianconeri. Peccato. Mancini? Io devo essergli solo grato. Mi ha dato fiducia all’Inter e poi al City, ma non sono certo andato via per colpa sua. La verità è che li c’erano 5 attaccanti fortissimi e io ero costretto a giocare a sinistra. L’ultimo anno io ho continuato ad allenarmi seriamente, ma sono accadute troppe cose intorno a me. Beh, sono scappato dalla Premier perché i giornali mi martellavano. E ora non è che le cose vadano molto meglio. Ma sì, sono contento d’essere tornato al Milan, il club per il quale ho sempre tifato da bambino».

Sulla Nazionale: «E’ il mio orgoglio. Vestire quella maglia è il sogno di tutti e io mi sento realizzato da questo. Prandelli? Devo molto anche a lui. Ha creduto in me nei miei momenti più difficili e per me è un punto di riferimento importante. Io punito? Se c’è il codice etico… Ritorno in azzurro di Rossi? Innanzitutto gli faccio i complimenti per questo suo bell’avvio di stagione: Peppe è fortissimo.. Purtroppo in Nazionale per tante circostanze non abbiamo quasi mai giocato insieme, ma spero prima o poi arrivi l’ora giusta in azzurro. Spero solo che perda contro il Milan».

Balotelli ha poi spiegato come vive questi momenti: «Parlando meno possibile di calcio. Anche quando torno a casa e mia madre mi tira fuori certi discorsi le rispondo che non deve stressarmi. Ma ho la fortuna di avere dei genitori stupendi. E, poi, come si dice? Dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. Bene, ora con la mia compagna sono sereno. Se sono viziato? Chi lo pensa evidentemente non m’ha conosciuto quand’ero più piccolo. Mi sono calmato  molto. Ed ora mi sento molto più uomo, non sono certo quello di 4 anni fa all’Inter. So che devo darmi da fare per puntare ai difficili traguardi che ho in testa. Pallone d’Oro? Quelli che ho in testa sono tutti obiettivi difficili. Nessuno escluso evidentemente».

Sulle richieste di Allegri, che gli chiede di giocare più in area, e sul rapporto con lo stesso allenatore: «Ha ragione. Devo migliorare in questa fase. A me viene naturale cercare spazi sulle fasce. Non mi manca di sicuro la generosità. Se serve rincorro l’avversario anche sino alla bandierina del calcio d’angolo. Il problema è di concentrazione. Quando mi fermo in campo è perché ho appena sbagliato una giocata. Allora mi sento in colpa e rimango lì a pensarci su. Io sono sempre super-collegato. La differenza è che devo tramutare in rabbia il mio scoramento. Ma senza esagerare: sennò mi danno il rosso. Allegri? Con lui è tutto ok. Ci carica bene, speriamo di seguirlo come squadra, ci serve un po’ più di fortuna per tornare tra le prime tre-quattro e giocare alla pari la seconda parte della stagione».

Infine, sui compagno di squadra e amici El Shaarawy e Niang ha concluso: «Tanto per cominciare deve tagliarsi i capelli. Lui e Niang non mi sentono, ma stanno meglio se cambiano tagli. Scherzo ovviamente. Stephan deve solo ritrovare un po’ di fiducia. Ha grandissime qualità e lo abbiamo visto tutti nella scorsa stagione. Ma anche quest’estate è partito bene, segnando gol importanti: come quello al Psv. Niang? Ha grandissimi colpi. Ha solo bisogno di un po’ più di fiducia in se stesso. Bisogna stargli vicino e io sto provando a farlo».