Napoli, Cavani: "Non ho mai pensato di andare via, siamo fortissimi" - Calcio News 24
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2012

Napoli, Cavani: “Non ho mai pensato di andare via, siamo fortissimi”

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NAPOLI CAVANI – Edinson Cavani è stato protagonista di un’interessante intervista, rilasciata ai colleghi della Gazzetta dello Sport. Il bomber del Napoli, grande protagonista già in questo inizio di stagione, non vuole porre limiti alla formazione partenopea, che quest’anno si sta candidando con forza al ruolo di principale antagonista della Juventus per la conquista dello scudetto: “Condivido l’ottimismo, questo è l’anno buono. Vi sembrerà strano, ma la finale di Supercoppa italiana, a Pechino, mi ha dato la definitiva certezza che questo sarebbe stato il nostro anno. E l’inizio non è niente male. Non avendo fatto il ritiro coi compagni, perché ero impegnato all’Olimpiade, ho dovuto aspettare Pechino, appunto, per farmi una prima idea della nostra forza. E lì ho trovato un gruppo convinto, motivato e voglioso di fare grandi cose. Laggiù, ho capito che questo sarebbe potuto essere un grande Napoli. La Juve? Quella di Conte è una squadra solida, ma le differenze che ho visto nell’unica partita giocata contro sono state determinate dalle due espulsioni. Quella sconfitta mi ha fatto arrabbiare molto. Se ce l’ho con la classe arbitrale? Ma no! Però, è innegabile che certi errori di valutazione possono condizionare l’esito di una stagione. Non condivido, in ogni modo, la tesi di chi pensa alla malafede o alla disonestà. Siamo uomini e possiamo sbagliare, al di là dei ruoli. Succede a noi calciatori ed è umano che succeda pure a loro. Fuga Juve-Napoli in campionato? No, è presto, la strada è ancora lunga. Ci sono squadre importanti che verranno fuori. Inter e Milan, per esempio, hanno riaperto un ciclo e il bello del calcio italiano è proprio questo, che magari vinci due partite di seguito, come è capitato all’Inter, e sei nuovamente in corsa. Quanto ha perso il campionato con le tante cessioni? Come ha detto De Rossi il calcio è uno, poi ciascuno lo vede a modo proprio. Io da piccolo sognavo il calcio italiano, guardavo Batistuta e il mio scopo era giocare in Serie A. Per me era e resta il top. C’è chi, invece, ha deciso di andare a giocare da altre parti, perché convinto a suon di milioni. A me non ha mai sfiorato l’idea di andare via da Napoli, perché questo campionato, al di là di tutto, resta uno dei più belli, affascinanti, emozionanti e difficili al mondo. Tutte le squadre lottano, non è giusto dire che è un campionato mediocre. Tatticamente, in ogni campo trovi delle difficoltà contro squadre ben organizzate. Come mi ha convinto De Laurentiis? Due giorni prima di quell’incontro, mia moglie, Soledad, subì una rapina a Napoli, eravamo sconvolti e lontani. Io anche nervoso, perché ero impossibilitato a fare qualcosa. De Laurentiis capì la situazione e volle raggiungermi per farmi sentire l’affetto suo e della società. Fu una buona opportunità per discutere anche dei problemi legati al contratto. Lui ha fatto uno sforzo importante, comunque, ma credo che lo abbia fatto con piacere. Se ho alzato la voce in quel periodo, è perché sentivo di meritare qualcosa in più. E, assecondando le mie richieste, il presidente mi ha fatto capire quanto ci tiene a me. Cambiare squadra e città è sempre difficile, ma se realmente altre società mi avessero voluto, avrebbero fatto un’offerta irrinunciabile alla società e invece così non è stato. La classifica cannonieri? Se a fine campionato prevarrò sugli altri, sarò felice, altrimenti saprò di aver dato comunque il massimo. Io lavoro per vincere, a prescindere dall’importanza del trofeo. E m’impegno per aiutare i miei compagni a fare grandi cose. Messi e Ronaldo? Io mi alleno tutti giorni con la stessa intensità per arrivare al loro livello, sono due grandi campioni. Comunque, spero di raggiungere il top con il Napoli, perché il mio unico obbiettivo è vincere sempre. L’apporto di Mazzarri? Lui è quello che ha più meriti, in me ha sempre avuto fiducia. È stato il mio trampolino di lancio. Mi ha convinto con una telefonata che mi fece durante il Mondiale in Sudafrica. Allora, capii quanto fosse forte il suo interesse nei miei confronti. Oggi, i risultati stanno confermando che la mia scelta di venire a Napoli è stata quella più giusta. La clausola rescissoria? Sapere di valere tanto non mi tocca affatto. Sono cose che gestiscono la società e i miei agenti. Mi allenerei e giocherei con le stesse motivazioni anche se valessi soltanto il 10 per cento di questa cifra.