Benatia: «Udinese una sorpresa. Juve, quel rigore a Madrid...»
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Benatia: «Udinese una sorpresa. Juve, quel rigore a Madrid…»

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L’ex difensore di Roma e Juventus Benatia ha ripercorso le tappe principali della sua carriera ai microfoni di Sky Sport

Medhi Benatia è intervenuto a Casa Sky Sport per ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera in Italia. Le dichiarazioni dell’attuale difensore dell’Al Duhail.

ARRIVO IN ITALIA – «Io ho sempre seguito il calcio, fin da quando ero piccolo. Ero difensore, e sappiamo quanto l’Italia sia importante per i difensori. Non ho mai pensato di poter giocare a calcio nella mia vita: quando ero in Serie B francese, vedere l’interesse dell’Udinese è stata una sorpresa. All’inizio ho avuto un po’ di paura, ma non potevo rifiutare. È stato molto sofferente subito, perché era calcio vero, dovevo lavorare duramente. Ho pensato: “Ma perché sono venuto qua?”. A livello di intensità non ce la facevo, e mister Guidolin mi dava sempre consigli. Poi sappiamo tutti com’è finita».

CAPITANI – «Ci sono diversi modi per interpretare la fascia da capitano. Totti non parlava tantissimo nello spogliatoio, ma quando lo vedevi rappresentava Roma. Di Natale era un esempio da seguire, ma neanche lui parlava tanto. Per me il più capitano di tutti è stato Buffon: è una leggenda, ha vinto tutto ciò che si poteva vincere e parla sempre prima delle partite. Ha un amore per la Juve incredibile, è rimasto anche in Serie B ed è un esempio per tutti».

PARTITA PIU’ BELLA – «In Italia direi la finale Juve-Milan a Roma di Coppa Italia, abbiamo vinto 4-0 e ho fatto doppietta. Poi anche in Nazionale abbiamo vinto 2-0 con la Costa d’Avorio e siamo andati al Mondiale».

SCONFITTA COL NAPOLI – «È stata una settimana brutta per tutti i tifosi juventini, ma vi garantisco che lo è stata anche per me. Stavamo facendo una buona partita col Napoli, personalmente è stata una delle mie migliori. Alla fine durante il calcio d’angolo l’arbitro viene da me e mi dice: “Bena, io ti guardo”. Io ho cercato di non tenere Koulibaly, ho perso la marcatura e ha segnato. In quel momento sembrava di aver perso il titolo. È stato un momento duro, triste, non ho dormito per due o tre giorni. Contro l’Inter Allegri non mi ha messo, l’ho presa male. Fortunatamente abbiamo vinto grazie a Higuain, e sono rimasto contento».

RIGORE REAL MADRID – «È un brutto ricordo, all’andata ero squalificato con Pjanic e dopo il 3-0 io e Miralem dicevamo: “Qua è finita, siamo fuori”. Abbiamo visto la rimonta della Roma col Barcellona e abbiamo detto che anche noi potevamo farcela. La partita è stata pazzesca, ma alla fine c’è stato l’episodio del rigore. Ho cercato di anticipare Vazquez, senza toccarlo o spingerlo. Lui è rimasto sorpreso nel vedermi, per cui è caduto. L’arbitro ha dato rigore, ma ho fatto di tutto per non toccarlo. Per dare rigore all’ultimo secondo deve essere una cosa chiara. Non era la prima che vedevamo quelle cose col Real Madrid in Champions League».