Cannavaro: «Mondiali 2006 e Calciopoli? Siamo stati i più forti»
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Cannavaro: «Mondiali 2006 e Calciopoli? Siamo stati i più forti»

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Fabio Cannavaro ripercorre i momenti salienti dei Mondiali 2006 vinti con l’Italia, parlando anche dell’emergenza Coronavirus

In collegamento con gli studi di Sky Sport, Fabio Cannavaro ha ricordato la leggendaria vittoria dei Mondiali 2006 alla guida dell’Italia di Lippi, raccontando anche la situazione legata al Coronavirus in Cina. Ecco le parole del Capitano.

EMERGENZA CORONAVIRUS IN CINA – «La situazione sta tornando alla normalità. Sono stato a Dubai con la squadra, tornati in Cina abbiamo fatto 14 giorni di quarantena e mi hanno fatto il tampone. Dovevo comunicare ogni giorno la temperatura corporea alla polizia, senza uscire di casa. Sono stati 14 giorni diversi, ma ora abbiamo ricominciato gli allenamenti».

RIPRESA CAMPIONATO CINESE – «Doveva ripartire a marzo, ma è slittato. Si parlava di fine maggio, secondo me stanno aspettando. Il virus è sotto controllo, ma il problema è stato quello dei casi di ritorno. Il Governo ha chiuso gli ingressi agli stranieri, possono entrare solo gli stranieri che devono fare una quarantena in un hotel scelto dal governo. Secondo me ripartirà tutto verso luglio».

RACCOLTA FONDI – «Ho partecipato prima a una raccolta fondi per la Croce Rossa coi campioni del Mondo. L’idea è partita da Ciro Ferrara. Ci ha ispirato la canzone di Pino Daniele. Siamo lontani da casa nostra, era un modo per stare vicino alla nostra città. Abbiamo chiesto ai partecipanti di mettere all’asta maglie particolari, come quella di Diego Maradona messa a disposizione da Ciro. Questi fondi aiuteranno ad acquistare beni di prima necessità che verranno dati a famiglie bisognose di Napoli».

ALLENATORE PIU’ IMPORTANTE – «Ho avuto tanti allenatori importanti. Loro hanno marcato di più la mia carriera. Ottavio Bianchi mi ha fatto esordire in Serie A, ma con Lippi ho vissuto momenti importanti. Mi ha dato continuità nel Napoli. Quando arrivò avevo davanti giocatori importanti, ma il mister mi fece giocare titolare dopo la 2a giornata e ne feci 26. L’ho ritrovato al Mondiale e sapete come è finita. Ho un rapporto speciale con lui, sicuramente ha marcato di più la mia carriera. Non vorrei dimenticare Capello, che mi ha portato alla Juve e con cui ho vinto tre campionati».

MIGLIOR CARATTERISTICA – «Conoscevo i miei limiti, quella è stata la mia fortuna. Interpretavo il mio ruolo nel migliore dei modi, rubavo palla e la davo a quelli che erano più bravi di me. L’anticipo era una delle mie caratteristiche. Ha fatto la differenza l’elevazione e anche il tempo d’elevazione perché rispetto agli altri non avevo prestanza fisica, ma a volte arrivavo dove gli altri non pensavano potessi arrivare».

MONDIALI, LIPPI E CALCIOPOLI«Il mister in quella spedizione dal primo giorno fu chiaro con tutti. La cosa bella è che voleva rendere ognuno partecipe, era difficile cercare di esprimere il proprio giudizio, ti faceva la domanda e dava la risposta. Aveva tutto in testa. Il merito che ha avuto Lippi è stato costruire una squadra che era composta dal primo giocatore all’ultimo, fino a quelli intorno ad essa, che avevano l’obiettivo di vincere il Mondiale. Il suo sogno era arrivare in finale contro il Brasile e vincerla. Sbagliò solo l’avversario. In quel mondiale lì dimostrò il suo valore facendo scelte che si rivelarono tutte azzeccate. Portò Totti che aveva avuto il problema al ginocchio, come portò giocatori che non erano famosi. Portò Grosso e Materazzi. Ognuno di noi diede il massimo e tirò fuori quel che aveva dentro, eravamo una squadra di giocatori forti. Mondiali vinti per via di Calciopoli? Quando sento questa storia mi girano… siamo stati più forti di tutti, abbiamo sofferto e giocato bene. Non abbiamo fatto il catenaccio ma finivamo le partite con 4 attaccanti. Dialogo col Mister? Era quotidiano. Chi lo conosce sa che è così».

PIU’ FORTE NESTA O CANNAVARO? «Ho giocato con grandissimi centrali. Alessandro è uno di questi, in Nazionale abbiamo fatto tantissime partite. Ho giocato con Maldini, Bergomi, Costacurta, Ferrara, Thuram… Mi sono reso conto che chi giocava con me faceva bella figura».

PALLONE D’ORO – «La mia fortuna è stata fare un mondiale straordinario e una stagione con la juve stratosferica. La gente ricorda il Mondiale, ma con la Juve feci prestazioni da giocatore di livelli importanti».