Inter, D'Ambrosio: «Milan? Ho fatto altre scelte. Torino con noi in Europa» - Calcio News 24
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2014

Inter, D’Ambrosio: «Milan? Ho fatto altre scelte. Torino con noi in Europa»

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Il terzino nerazzurro: «Ventura un maestro: senza di lui non sarei qui»

INTER D’AMBROSIO – Ha già segnato al Milan, ma con la maglia del Torino. Conta di riprovarci Danilo D’Ambrosio, che vivrà il primo derby della Madonnina. Nessun rimpianto dopo l’addio alla squadra granata per il terzino dell’Inter: «Quando a Torino è arrivato Ventura, la prima cosa che mi ha detto è “Mettiti in discussione perché io non voglio sapere nulla del passato visto che ora inizia una nuova era”. Ecco, io, scegliendo l’Inter, ho voluto rimettermi in discussione. A Torino sono stato anche capitano ed è stata una scelta difficile quella di andarmene, però eravamo arrivati a un punto di rottura, così ho deciso di ripartire e l’ho fatto in una squadra importante per vedere dove D’Ambrosio può arrivare. A chi devo dire grazie? Beh ai miei ex compagni di squadra e soprattutto a Ventura: se non ho sentito l’impatto nell’arrivare in una grande è solo grazie ai suoi insegnamenti. Avessi avuto un altro allenatore, sono convinto che non sarebbe stato così. Ha migliorato la fiducia in me stesso, mi ha insegnato a credere nelle mie potenzialità, tatticamente poi mi ha dato tanto e mi ha fatto capire che si deve sempre giocare con personalità. Inoltre mi ha inculcato la mentalità in base a cui, se vuoi ottenere un risultato, devi impegnarti sempre di più giorno dopo giorno. Tutto questo, ripeto, mi ha molto aiutato nell’impatto con i metodi di Mazzarri», ha dichiarato D’Ambrosio ai microfoni di “Tuttosport”.

IL GRANDE SALTO – Il laterale nerazzurro ha parlato poi dei cambiamenti dopo il suo approdo ad Appiano Gentile: «Cambiano soprattutto gli obiettivi di squadra: a inizio anno al Torino si chiedeva la salvezza o, quanto meno, di fare un campionato tranquillo. All’Inter, invece, gli obiettivi sono completamente differenti e il gioco deve essere sempre più offensivo. Normale che il salto dal Torino all’Inter sia stato abbastanza importante, è inutile negarlo: al D’Ambrosio dell’Inter non si chiedono le stesse cose del D’Ambrosio del Torino, qui ci sono più pressioni e si sa che ci vuole tempo per entrare negli ingranaggi del sistema di gioco di Mazzarri. Però, lo dice il passato, con lui gli esterni fanno sempre grandissimi campionati. Confermo: io ho scelto questa società proprio perché c’era Mazzarri e perché so quanto dà a chi interpreta il mio ruolo. Jonathan? La competizione è uno stimolo. L’importante è che chi va in campo sappia sempre cosa fare».

NAZIONALE – D’Ambrosio non ha fretta di indossare la maglia azzurra: «Non ho l’ansia di arrivarci perché è un traguardo ancora lontano. La convocazione in Nazionale passa dalle prestazioni con l’Inter: quindi dovrò prima mettere in difficoltà Mazzarri, poi Prandelli».

I GRANATA – Inevitabile che l’attenzione si sposti poi al Torino: «Nonostante avessimo cambiato sistema di gioco, con relative difficoltà, la squadra già a inizio stagione credeva nell’allenatore e, di riflesso, di poter fare bene. Sapevamo che sarebbe stato un campionato difficile ma che il Toro aveva anche grandi potenzialità. Poi è normale che quando raggiungi la salvezza a tre mesi e mezzo dalla fine del campionato, cambino gli obiettivi. Soprattutto se stai giocando davvero un buon calcio. Sono rimasto in contatto con Immobile, Cerci, Glik, con Darmian poi vado in vacanza, Vives l’ho sentito ieri e mi ha chiamato pure il magazziniere… Che dire, con tutti sono rimasto in ottimi rapporti tanto che, quando c’è stato Inter-Toro, mi sono costati dieci-quindici maglie. Ho augurato a tutti che potessero arrivare in Europa, ovviamente dietro di noi. Inter quinta, Torino sesto: io ci faccio la firma. Immobile capocannoniere? Quando è arrivato a Torino si capiva che aveva grandi possibilità. Quest’anno ha fatto un campionato straordinario grazie anche al rendimento di tutta la squadra e merita quello che sta facendo come peraltro lo merita Alessio. Per questo spero che vadano entrambi ai Mondiali».

DERBY E RETROSCENA – Il calciatore napoletano ha parlato poi delle differenze tra il derby della Mole e quello della Madonnina, di un retroscena di mercato e di capitan Zanetti: «Sono derby completamente diversi, perché a Torino c’è tanta differenza tra i due club mentre qui le squadre si equivalgono come progetti e investimenti. E quello di Milano è un derby di cui parla tutto il mondo: normale che si senta di più l’attesa per la partita. Segnare? Intanto, mi sto allenando con la stessa intensità, poi vediamo. L’importante sarà vincerlo, il derby. E arrivare quinti. Vicino al Milan a gennaio? Forse non abbastanza, dato che sono arrivato all’Inter. Sono io che ho voluto più l’Inter e ho già spiegato perché. La squadra rispecchia il proprio allenatore. Se lui non è mai stato esonerato e ha sempre fatto bene dovunque è andato, ci sarà un motivo. Zanetti? Firmerei per fare soltanto la metà di quanto ha fatto il capitano in carriera. Per come Pupi si allena, non mi sembra vero che possa smettere tra venti giorni. Vedendolo, sembra che abbia dieci anni di meno».

IL GAP – Infine, D’Ambrosio ha parlato di cosa manca per lottare per lo scudetto: «Stiamo attraversando un periodo di transizione come è capitato a tutti in passato. È normale che per raggiungere determinati obiettivi ci voglia programmazione. Quello che peraltro sta facendo la società: presto se ne vedranno i frutti. A cena con Galliani o con… Cairo? Con Thohir».