2014
Parma, Schelotto: «Donadoni ci carica parlandoci del Milan»
Le parole dell’esterno gialloblù in vista della sfida contro il Torino.
PARMA SCHELOTTO – Dalle ombre delle perplessità alla rinascita col sogno Europa League. E’ cambiata la rotta di Ezequiel Schelotto, che si è ritrovato al Parma, club con il quale sta inseguendo un posto in Europa. Decisiva sarà la sfida contro il Torino: «Chi temo? Facile dire Immobile e Cerci. Ma la verità è che la squadra di Ventura è molto unita, un gruppo solido. Il nostro punto di forza? L’allenatore. In questa settimana, che in fondo è una lunga vigilia, Donadoni ci parla di quando era al Milan, di come preparavano loro le grandi partite, e questo ci aiuta tantissimo. E poi ripete sempre: ricordatevi che al Milan tutti correvano per tutti. Anche Van Basten… Questo sì che è un insegnamento! Se ce la facciamo? Organizzo una grigliata a casa mia con tutti i compagni e poi mi faccio un tatuaggio», ha dichiarato l’esterno italo-argentino ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
LA RINASCITA – Molte le difficoltà che ha dovuto superare Schelotto. Le ha affrontate e superate, come quelle vinte con la maglia gialloblù: «Il segreto? La pazienza. E Donadoni. Quando sono arrivato a Parma mi ha detto: “Se vuoi tornare quello di prima, devi lavorare. So che ce la puoi fare, dipende da te”. Parole che mi hanno dato serenità. La fede mi ha salvato. Ho passato un brutto momento, un paio di anni fa. Vivevo al limite, sempre fuori alla sera, notti in discoteca, nei bar, brutta gente che mi girava attorno, ubriachi, spacciatori… Non mi riconoscevo più. Sono rinato grazie alla fede e all’aiuto della mia famiglia. E adesso, a fine maggio, mi sposo con Gisela. La vita è incredibile: un cambiamento simile non l’avrei mai immaginato. Conosco le difficoltà, vedevo le persone che non avevano soldi e per mangiare andavano a rubare nei supermercati. Per questo adesso cerco di dare una mano. Nel quartiere di Guernica, a Buenos Aires, presto aprirò una fondazione per aiutare i bambini poveri. E per il mio matrimonio non voglio regali: gli invitati raccoglieranno soldi che destinerò in beneficenza».
IL RETROSCENA – Infine, Schelotto ha spiegato perché si è tatuato la frase “Io sono il padrone del mio destino. Io sono il capitano della mia anima”: «L’ho imparata guardando “Invictus”, il film su Nelson Mandela. Quelle parole, scritte sulla mia pelle, raccontano più di ogni gesto, più di ogni azione, più di ogni dribbling chi sono e che cosa desidero».