Roma, Pizarro: "La Champions con la mia gente" - Calcio News 24
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2009

Roma, Pizarro: “La Champions con la mia gente”

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Si è fatto un po’ desiderare, David Pizarro, come una bella donna. Ã?«Ero a fare fisioterapiaÃ?» dice quasi a giustificarsi per il suo ritardo. No problem. Figuriamoci. Ne è valsa la pena. Innanzitutto perchè non capita tutti i giorni di trovarsi faccia a faccia con uno dei centrocampisti più forti in circolazione,Ã?  e poi perchè quando parla il Pek le sue non sono mai frasi banali. Occhiali da sole e maglietta a maniche corte, David si accomoda sui divanetti di Trigoria per raccontare una stagione che a livello di squadra ha portato “zero titoli” ma che dal punto di vista individuale è stata quella della sua definitiva consacrazione. Non ha mai giocato bene come quest’anno, Pizarro, anche se lui fa il modestoÃ?  e dice che non gli sembra di aver giocato meglio rispetto alle passate stagioni Ã?«solo che adesso se ne sono accorti in tantiÃ?». A Trigoria gli vogliono tutti bene, anche perchè onestamente sarebbe difficile non volergliene. Durante la chiacchierata è un viavai di compagni e dirigenti che passano e si fermano per un saluto o una battuta. Bruno Conti si siede sulle sue ginocchia e avverte Ã?«non dovete mai sottovalutare quelli bassi come noiÃ?». E chi li sottovaluta. Due come loro sarebbero in grado di nasconderti la palla per novanta minuti senza fartela vedere mai. Dopo un po’ passa ancheÃ?  Menez, lo guarda, sorride e se ne va. D’altronde tra artisti ci si intende al volo, non servono nemmeno le parole. E’ orgoglioso Pizarro. Di quello che ha fatto in questa stagione e di quello che ha saputo costruire nella sua vita, sportiva e non. E’ orgoglioso delle sue scelte professionali e di quelle personali. Basta guardarlo in faccia quando parla della sua decisione di lasciare l’Inter per venire alla Roma, o di quello che sta facendo per il suo paese (a breve comincerà  a ricostruire scuole e case in alcuni paesi colpiti dal terremoto di alcuni mesi fa), o quando parla di suo figlio Bastian che a soli 7 anni come calciatore promette bene e Ã?«che è già  più alto di me e parla in dialetto romanescoÃ?». E’ orgoglioso, Pizarro, ma anche deluso. Perchè sa quello che significaÃ?  vincere in una piazza che non è abituata a vincere e perchè è difficile togliersi dagli occhi e dal cuore lo spettacolo che hanno saputo offrire in questa stagione i tifosi della Roma. Un bagno d’amore infinito, che lo ha conquistato per sempre, come lui ha conquistato loro. E non riuscire a regalare ai tifosi giallorossi la gioia di uno scudetto che sul campo la Roma aveva meritato (Ã?«con il calcio giocato non siamo riusciti a sconfiggere il potere della ricchezza Ã?»), lo fa dormire male. Ã?«Nei momenti di solitudine ci penso parecchio, perchè stavolta ci sono andato davvero vicinoÃ?». Troppo vicino per non avere voglia di riprovarci, già  dalla prossima stagione. Magari anche in Champions League, perchè quelli sono Ã?«sogni che uno ha, e magari riusciamo a realizzarli insiemeÃ?».

David, c’è un’immagine difficile da dimenticare: alla fine di Roma-Cagliari ci sei tu sdraiato sotto la Sud, mentre i tuoi compagni facevano il giro del campo per ringraziare i tifosi. Eri esausto. Cosa ti è passato per la testa in quel momento?

E’ stata una sensazione troppo forte, soprattutto in quel periodo e poi nella stessa partita. Mi sono sentito proprio male quando Checco (Totti n.d.r) ha sbagliato quel gol davanti alla porta, avevo paura di non arrivare fino all’ultima partita come volevamo a giocarci questo scudetto. Poi ero esausto, la caviglia mi faceva male. Mi sono passate troppe cose per la testa in quel momento.

Poi è arrivato Bruno Conti che si è seduto sopra di te. Che ti ha detto?

Mi ha detto di alzarmi e mi ha fatto i complimenti. Poi ci siamo messi a giocare col nipote, Brunetto (il figlio di Daniele n.d.r), che è identico a lui. Più dei figli, è una cosa impressionante.

Quest’anno più che in passato hai avuto un feeling particolare coi tifosi della Roma. Durante il riscaldamento prima delle partite sei stato sempre quello che incitava il pubblico. Queste cose uno se le aspetta da Totti e De Rossi, non da te.

Sono cose da sudamericano. Noi teniamo tanto ai tifosi nel calcio, poi una tifoseria così calda come la nostra. E’ importantissima la carica che ci dà  per affrontare ogni partita.

A Verona c’erano 20.000 tifosi sugli spalti, a Fiumicino ad attendervi ce n’erano altri 2.000. Che vuol dire per voi un pubblico così?

Ce l’abbiamo solo noi un pubblico del genere. Noi volevamo dargli una gioia però purtroppo non ci siamo riusciti.

Qual è il rammarico più grande della stagione?

Il rimpianto nostro è il secondo tempo con la Sampdoria, soprattutto per quello che significa vincere qua. Io so che vuol dire vincere in una piazza che non ha tanti trofei. Quello è il dispiacere più grande, soprattutto ci penso ancora. Nei momenti di solitudine ci penso parecchio, perchè stavolta ci sono andato davvero vicino.

Domenica sera quando sei arrivato a casa cosa hai pensato?

Non ho pensato nè al Cagliari, nè al Chievo. Pensavo al secondo tempo con la Sampdoria, a quei due episodi che loro hanno sfruttato. Perchè il primo tempo doveva finire 3- 0 per noi.

La sensazione è che tu sia diventato un idolo della tifoseria. Ti sei mai sentito così amato come quest’anno?

Io credo che sia tutta una questione di rispetto, soprattutto in base a quello che fai in campo. Quello il tifoso te lo fa sapere in certe maniere. A me lo fa sapere positivamente, anche perchè io quando entro in campo do sempre il massimo e i tifosi della Roma lo hanno visto in questi quattro anni che siamo stati insieme.

Spalletti diceva che eri il giocatore più importante insieme a Totti ma in tanti, soprattutto tra gli addetti ai lavori, sembrano essersi accorti di te solo in questa stagione. Come mai?

Quando sono arrivato qui dicevano che dovevo prendere il posto ad un romano (Aquilani n.d.r), alcuni media puntavano su quella cosa. Io quello che ho fatto quest’anno l’ho sempre fatto, ma visto che mi contendevo il posto con un romano per me era più complicato.

E’ vero che quando Aquilani è andato via da Roma gli hai detto che può diventare uno dei centrocampisti più forti del mondo? Sicuramente. Se mette a posto i suoi problemi fisici può diventare un calciatore importantissimo perchè le qualità  ce l’ha e perchè è un bravissimo ragazzo. Dopo due giornate stavate a zero punti, sembrava una stagione disgraziata. Poi è arrivato Ranieri.

E’ stato un anno particolare. Ad un certo punto, per come si era messa la stagione, le nostre partite più importanti erano quelle contro Atalanta e Livorno. Poi pian piano sono arrivati i risultati, il quarto posto e alla fine ci siamo trovati a lottare per lo scudetto. E’ stato un anno particolare, per come lo abbiamo vissuto all’inizio. Io ci ho creduto tanto di poter chiudere in bellezza.

Oltre al secondo tempo con la Sampdoria ci sono altre partite in cui si può dire “lo scudetto lo abbiamo perso lì?”

A Livorno, a Napoli, a Cagliari. Gli episodi sono sempre importanti perchè poi decidono le partite. Noi non siamo stati fortunati con gli episodi, ce li abbiamo avuti tutti contro. Se, ad esempio, contro la Sampdoria ci avessero fischiato un rigore che c’era magari quella partita l’avremmo chiusa. Episodi come quelli segnano le partite, e a noi hanno segnato tutta la stagione.

Parliamo di arbitri. Nei confronti della Roma peggio nel 2008 o in questa stagione?

Peggio due anni fa, senza dubbio. Perchè lì ce l’hanno fatta nello scontro diretto nel momento in cui giocavamo il miglior calcio in Europa. Purtroppo con il calcio giocato non abbiamo potuto battere la ricchezza dell’Inter.

Quello dei nerazzurri è un potere che va al di là  del campo da gioco?

Sicuramente. In campionato abbiamo dimostrato negli scontri diretti di essere forti quanto loro. La Coppa Italia non fa molto testo perchè loro hanno messo la partita sul piano della provocazione e noi, sbagliando, ci siamo cascati. Giocando a calcio siamo stati molto superiori all’Inter.

Con Spalletti avete centrato il record delle 11 vittorie consecutive, con Ranieri avete recuperato 14 punti all’Inter. Negli ultimi 5 campionati siete arrivati 4 volte secondi. Non siete stanchi di non vincere?

La sfortuna nostra è che c’è questa Inter che al di là  delle disponibilità  economiche che sono importanti, ha dei grandissimi campioni. Dopo Calciopoli l’Inter ha fatto le cose molto bene.

E’ cambiato il calcio dopo Calciopoli, oppure il potere che c’era prima è stato sostituito da un nuovo tipo di potere?

Spero che non sia tutto come prima e che il momento storico che sta vivendo l’Italia non coinvolga anche il calcio. Vince chi paga di più, così è troppo facile. Non ci si diverte più e diventa frustrante per noi che diamo tutto durante la stagione sapere che poi le cose si decidono fuori dal campo.

Dopo Catania sembrava finito un ciclo. Ora invece la Roma è di nuovo lì a lottare per vincere. Di chi è il merito?

Il merito è di tutti. Il nostro è un gruppo che ha tantissime qualità . Quando abbiamo passato momenti di difficoltà  siamo stati bravi ad uscirne fuori tutti insieme. La nostra forza è sempre stata quella, ci siamo detti sempre tutto in faccia sopportandoci uno con l’altro.

Ti è mai capitato in carriera di vivere situazioni come Lazio-Inter?

Difficile giudicare. Non mi piacerebbe stare nei panni dei giocatori della Lazio per tutto quello che si dice in questi giorni. E’complicato dare un’opinione se le cose stanno come sento dire.

La procura ha aperto un’indagine.

Non è facile gestire una cosa così. Alcuni giocatori hanno paura di uscire di casa, altri hanno paura di parlare. Non mi piacerebbe essere al loro posto.

La Giustizia Sportiva però sta a guardare.

Credo che alla fine sia una questione molto fumosa e eventuali colpe sono difficili da dimostrare. Poi i media quando vogliono dire qualcosa te la dicono, quando ti vogliono nascondere delle cose lo fanno tranquillamente. Quando stavo a Udine e a Milano dicevano sempre che a Roma ci si lamenta sempre, da quando sono qui ho capito il perchè. C’è un motivo se qui ci si lamenta.

Sulla questione Totti-Balotelli si è parlato tanto e spesso a sproposito. E’ intervenuto anche il Presidente della Repubblica.

Il problema è che io tutta questa gente non l’ho sentita parlare dopo Lazio-Inter. Secondo me alla fine la cosa più grave è questa. Checco è una persona molto importante a livello nazionale, europeo. Il suo gesto ha fatto parlare tutta l’opinione pubblica, se lo avesse fatto un altro non se ne sarebbe parlato così. E’ un gesto che nel calcio ci può stare, soprattutto quando sei provocato da un ragazzino. Sicuramente ci sono stati episodi molto più gravi e importanti e nessuno si è fatto sentire.

Tu hai detto che il razzismo non è solo quello nei confronti di Balotelli ma anche quello nei confronti di Totti e De Rossi che tutte le domeniche sono insultati dai tifosi di tutta Italia solo perchè sono romani.

Quello che subiscono Francesco e Daniele è molto più grave. Anche quello è razzismo. Poi Balotelli il suo colore lo utilizza abbastanza bene, si nasconde dietro la sua pelle perchè è un ragazzo molto furbo.

L’Inter gioca la finale di Champions. Ti sei mai pentito di essere andato via?

Mai. Sono sempre stato fiero delle scelte che ho fatto nella mia vita. Sia ora, sia quando ho deciso di abbandonare la quei livelli lì.

De Rossi quanto è forte?

Lele è un grande. E’ un giocatore completo: destro, sinistro, bravo di testa, fa gol è bravo nell’inserimento. E’ un giocatore atipico, non ce ne sono di centrocampisti completi come lui.

Pensi che sia stato penalizzato da Ranieri, che rispetto a come giocavate con Spalletti, lo ha spostato leggermente sulla sinistra?

Questo non lo so, bisognerebbe chiederlo a lui. Però mi sembra che abbia segnato molti gol in quella posizione, è stato decisivo in molte occasioni. Credo che ci siamo adattati bene.

Si comincia già  a parlare di calciomercato. Se alla Roma dovesse arrivare un’offerta irrinunciabile per te da parte di squadre come Real Madrid o Barcellona, tu la prenderesti in considerazione?

La potrei prendere in considerazione solo se me lo chiedesse la società . Se mi dicessero che hanno deciso di vendermi perchè magari per me offrono 50 milioni di euro, la prenderei in considerazione.

Se dipendesse da te?

E chi si muove da qui”¦

Hai già  pensato a quello che farai nel 2013, quando scadrà  il tuo contratto con la Roma?

Tornerò a giocare nel Santiago Wanderers, che è la squadra della mia città , Valparaiso. Voglio chiudere lì la mia carriera, ci tengo perchè da lì posso aiutare la mia popolazione.

Dopo il terremoto hai aperto un conto corrente per aiutare la tua gente.

Infatti voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto, compresi voi del Romanista, in questa iniziativa. Abbiamo raccolto una cifra molto importante. Ora vado lì per vedere di persona come vanno avanti i lavori perchè sta iniziando l’inverno in Cile e bisogna sbrigarsi a portare gli aiuti in alcune zone dove gli aiuti non sono arrivati tempestivamente. Ci sono posti di cui non si è parlato ma che hanno grande bisogno di aiuto, e io ce la farò. Ricostruiremo case, scuole, cercheremo di mettere a disposizione dei bambini dei pullman perchè lì per andare a scuola sono costretti a fare molti chilometri a piedi. La mia idea è quella di dare una mano a quelli che ne hanno bisogno.

Domani (oggi n.d.r.) ci sarà  l’occasione per aiutare molte persone andando a donare il sangue allostadio Olimpico.

Voglio invitare la gente a donare il sangue perchè in questo modo si può aiutare il prossimo. Spero che i tifosi romanisti accorrano numerosi allo stadio Olimpico, sarà  un modo per salutarci prima delle vacanze. E poi c’è anche la gara dei rigori”¦ una l’ho già  vinta battendo Totti in finale. Ho ancora la coppa a casa.

A parte il calcio, ti abbiamo visto in tutti gli stadi a vedere il rugby, il tennis e il basket. Sei uno sportivo a tutto tondo.

Mi piacciono molto questi sport. Nel rugby si prendono a botte per tutta la partita e poi alla fine si danno il cinque. E’ un esempio che anche noi calciatori dovremmo imitare. La passione che sentiamo noi in ogni partita non si può spiegare. Il tennis mi piace molto, poi io gioco pure anche se ho un piccolo problema”¦

Quale?

(ride) Ogni volta che vado a rete mi superano con il pallonetto. Però ci sta”¦ Nel basket non ne parliamo. Quando abbiamo giocato al Palalottomatica per fare canestro sono dovuto salire sulle spalle di Lobont.

I tuoi compagni dicono che hai un rapporto complicato col telefono. E’ vero?

E’ vero. Non ho un bel rapporto col telefono, nel senso che faccio fatica a rispondere. Quando non conosco i numeri non rispondo, poi quando arrivo a casa lascio il telefono in camera e alle 11 di sera trovo tantissime chiamate.

E’ vero che passi tanto tempo in chat?

Utilizzo messenger per rimanere in contatto con i miei amici cileni e con i parenti che non vedo da tanto tempo.

Su Facebook ci sono centinaia di gruppi in tuo onore.

Lo so, me lo hanno detto e mi fa molto piacere ma Facebook non lo utilizzo. Solo chat.

Il Mondiale lo vedrai?

Certamente. E farò il tifo per la nazionale cilena. Anche perchè il Cile farà  un bel Mondiale. C’è gente giovane, Bielsa è un tecnico esperto e spero che possa continuare ancora a lungo perchè ci ha dato tanto come allenatore. Anche come idee e come sviluppo di calcio, stiamo crescendo molto e soprattutto in fretta. Poi il Mondiale è bello perchè non si sa chi vince, anche se le squadre favorite sono sempre le stesse. Io comunque punto sull’Argentina. Non ha fatto una bella qualificazione ma ha dei giocatori che possono fare la differenza, ora bisogna solo farli giocare insieme.

Sorpreso delle mancate convocazioni di Zanetti e Cambiasso?

Molto. Soprattutto Zanetti, perchè a centrocampo sono molto coperti ma di Zanetti non se lo aspettava nessuno.

L’Italia come la vedi?

L’Italia arriva sempre. Come la Germania, sono squadre che arrivano sempre in fondo in queste manifestazioni. Lippi aveva fatto i complimenti pubblici alla Roma, poi ha chiamato solo De Rossi.

Come mai?

Lui segue le sue idee. Ha vinto il Mondiale nel 2006 e nel calcio chi vince ha sempre ragione.

Totti meritava di essere chiamato?

Credo che la decisione di non andare sia stata di Francesco.

Abbiamo visto tuo figlio giocare sotto la Curva Sud. E’ più forte di te”¦

(ride) Sicuramente è più alto.

Non è che ti costringerà  a cambiare i tuoi programmi e rimarrai a Roma anche oltre il 2013?

Io sarei molto felice se lui facesse il calciatore. Poi se lo dovesse fare qui a Roma sarei ancora più contento perchè almeno non ci spostiamo. Più passa il tempo e più sarà  difficile per me riportarli in Cile perchè crescono: nel 2013 mia figlia Davka avrà  13 anni e Bastian ne avrà  10, e loro si sentono italiani ma soprattutto romani. Lo devi sentire parlare, Bastian. Poi lui è uno che non ci sta mai a perdere anche se è un ragazzino. Qualcosa ha preso dal padre”¦

Il prossimo anno la Roma tornerà  a fare la Champions.

Quello è il posto che ci compete ma bisogna stare molto attenti perchè bisognerà  allestire una squadra adatta a fare la Champions, questo è sicuro. Perchè lo merita questa piazza.

C’è bisogno di qualche innesto?

Bisogna avere una rosa importante, che sia sempre protagonista come lo siamo stati in questi ultimi anni. Perchè col nome non si va da nessuna parte e si rischia di fare brutta figura. Se vuoi fare un’ottima Champions e un campionato da protagonista, qualcosa si deve muovere.

Se ti dicessero di scegliere tra Champions e Scudetto?

Sono entrambe competizioni importanti. Poi magari si arrivasse fino in fondo in Champions, pensa come reagirebbe la città “¦ Sono quei sogni che uno ha e che magari riusciamo a realizzare insieme.

L’anno prossimo sarà  ancora lotta tra Roma e Inter?

Sarà  una lotta più combattuta. Poi loro non avranno più Mourinho, che andrà  via, e perderanno sicuramente qualcosa. Poi vedremo se il suo sostituto sarà  all’altezza di gestire questo vantaggio a livello economico e di calciatori che hanno in questo momento.

Juve e Milan?

Devono rifondare ma ci saranno anche loro.

Fonte: Il romanista