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Roma, Zubiria: «Ecco come si alleneranno i calciatori»

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Roma-Sampdoria

Il dirigente della Roma Manolo Zubiria ha raccontato lo svolgimento degli allenamenti individuali presso il centro sportivo di Trigoria

Manolo Zubiria, Chief Global Sporting Officer della Roma, ha spiegato come si svolgeranno gli allenamenti a Trigoria durante la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

CONTROLLO INGRESSI – «Sono stati predisposti tre gazebo per la misurazione della temperatura e dell’ossimetria alla quale sarà sottoposta ogni persona appena entrerà e uno sarà dedicato solo a squadra e staff tecnico. In questi primi giorni abbiamo iniziato con le visite mediche, senza incrociare mai i calciatori tra loro. C’è stata una presenza molto ridotta a Trigoria, anche mister Fonseca è rimasto a casa fino a oggi, mentre da domani sarà uno dello staff che seguirà i ragazzi sul campo. In generale, l’ingresso a Trigoria sarà consentito solo alle persone strettamente necessarie».

ALLENAMENTO IN CAMPO – «Li abbiamo divisi in gruppi, che si alterneranno in tre turni nel corso della mattinata. Su ogni campo ci saranno solo quattro calciatori e un membro dello staff tecnico, con un medico e un fisioterapista che saranno a disposizione in caso di necessità, oltre a un portiere che farà un lavoro specifico. Ci saranno più di 10 metri di distanza tra ogni calciatore. Il lavoro sarà prevalentemente atletico o individuale con il pallone al piede per riprendere il contatto. Lo staff presente in campo indosserà la mascherina».

GIORNATA TIPO – «I giocatori dovranno arrivare con la mascherina, che manterranno fino all’inizio della seduta di lavoro. Misureranno la febbre e l’ossimetria e saranno sottoposti a un questionario di triage anti Covid. Dopodiché saliranno in stanza, dove troveranno il loro cambio nella camera singola e andranno direttamente sul terreno da gioco, mentre lo spogliatoio e altre aree comuni resteranno chiuse. Troveranno a bordocampo gli scarpini e tutto il necessario per l’idratazione durante l’allenamento. Al termine della sessione, usciranno dal campo uno alla volta e torneranno in camera dove si faranno la doccia, dopo aver inserito il materiale che hanno utilizzato nel corso della sessione in una busta che dovranno sigillare».

TEMPERATURA CORPOREA ELEVATA – «Se ci troviamo davanti a quella che può sembrare una semplice alterazione legata all’eccessivo caldo, il calciatore verrà messo in una stanza isolata e gli verrà misurata dieci minuti dopo la febbre per una seconda volta. Se si dovesse verificare una temperatura superiore a 37.5, verrà inviato a casa e le sue condizioni saranno seguite a distanza dal nostro staff medico che si atterrà alle linee guida del Ministero della Salute».

FISIOTERAPIA – «I nostri fisioterapisti dovranno utilizzare il camice monouso, occhialini o visiera, guanti e mascherina. Tutto avverrà in spazi ventilati e non ci saranno mai due professionisti a lavorare contemporaneamente nello stesso ambiente. Va detta una cosa, però, la fisioterapia ordinaria non si farà, ma verrà svolta solo in casi di stretta necessità. Le piscine, per esempio, ancora non le useremo in attesa di altre eventuali indicazioni che arriveranno da un protocollo federale».

DOCCIA – «Andranno subito a casa, dopo aver ritirato un sacchetto con il pranzo che faremo trovare davanti alla porta di ogni stanza. Non si potrà più fare colazione insieme, né pranzo. In questo periodo, ciascuno farà la colazione a casa propria e il pranzo lo forniremo in un contenitore che è preparato dal nostro nutrizionista, a seconda delle esigenze del singolo giocatore».

SPAZI COMUNI – «Non saranno sfruttati. Il bar è chiuso e lo stesso vale per lo spogliatoio. La palestra verrà allestita all’aperto ed è lì che il singolo calciatore potrà fare un minimo di esercizio in tal senso, dove verrà ugualmente rispettato il distanziamento e il divieto di assembramento. E i magazzinieri consegneranno il materiale all’aperto, con postazioni di lavoro sotto a un gazebo».

PENSIERO ROMA – «In questi giorni abbiamo cercato di supportare il più possibile i ragazzi, lavorando a distanza e inviando loro tutti i materiali necessari. Ma poterli far tornare a correre su un campo è molto importante per noi e per loro, mettendo sempre al primo posto la tutela della salute dei nostri calciatori. Tutto questo con un obiettivo: farci trovare pronti quando arriverà il via libera per gli allenamenti collettivi in sicurezza».