Sabatini: «Dzeko ha subito un’umiliazione, Nainggolan è un poco di buono»
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Sabatini: «Dzeko ha subito un’umiliazione, Nainggolan è un poco di buono»

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Walter Sabatini prende le difese di Edin Dzeko e racconta alcuni aneddoti dell’esperienza di Nainggolan alla Roma. Le sue parole

Il coordinatore dell’area tecnica del Bologna Walter Sabatini nella serata di ieri ha rilasciato un’intervista a Teleroma 56 in cui ha parlato della sua esperienza in giallorosso e della situazione attuale della Roma. Ecco le sue parole raccolte da ForzaRoma.info.

VILLAR – «I calciatori che ha la Roma li hanno in pochi in Italia, e non penso solo a Mkhitaryan o Zaniolo: devo dire che c’è un talento che mi ha impressionato ed è Villar, può diventare un top playmaker di livello internazionale. Il club sta lavorando bene e si vede la mano dell’allenatore, quello di Fonseca non è un calcio votato alla sconfitta».

DZEKO – «Alcune cose successe nella Roma non mi sono piaciute. Dzeko è un professionista di livello eccezionale e di grande educazione, non sarebbe mai in grado di creare problemi. Non è giusta una conseguenza così importante per un diverbio di spogliatoio, la Roma lo ha ceduto 4 volte in 2 anni e lui è sempre voluto rimanere».

FONSECA – «Fonseca lo avrà fatto per aumentare il suo carisma nello spogliatoio. Sarà bene che tutto torni alla normalità, la Roma ha obiettivi importanti da perseguire. Conosco lo spogliatoio, so che non può essere successo niente di così grave da permettere a Dzeko di destabilizzarlo: ha subito un’umiliazione importante, gli servono 20 giorni per tornare a regime, è inutile che i tifosi si chiedano se ancora lotta per la causa. Gli si ridia la fascia, non si degrada un capitano a meno che non abbia commesso un omicidio».

NAINGGOLAN – «Nainggolan è un poco di buono, mai ha voluto riconoscere a me una parte della sua felicità o della sua storia. Ho un affetto straordinario per lui, lo ho anche abbracciato quando era sudato ed è una cosa che non farei neanche con mio figlio, ma resta un poco di buono. Lo chiamavo di notte quando ero qui a Roma, mi giurava e spergiurava di essere a letto: un vero bugiardo, era sempre in giro. E’ ignobile per un professionista farsi riprendere ubriaco fuori da una discoteca, ma gli hai voluto un bene sportivo eccezionale, mi faceva emozionare con le sue scivolate. Quando arrivò a gennaio mi sembrava di aver fatto il colpo della vita, pensavo di aver preso il colpo di genialità tecnico-tattica che ci mancava. Si è messo da subito la maglia addosso».