Scantamburlo: «Ecco come ho scoperto Del Piero» - Calcio News 24
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2013

Scantamburlo: «Ecco come ho scoperto Del Piero»

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Il talent scout ha raccontato come ha scoperto “Pinturicchio”, che spinse al Padova.

SYDNEY FC PADOVA JUVENTUS DEL PIERO – Ricordi speciali, da conservare gelosamente, per Vittorio Scantamburlo, il talent scout che ha scoperto Alessandro Del Piero. Lui, però, ha voluto condividerli all’indomani della sfida che l’attaccante ha disputato con la maglia del Sydney FC contro il Padova:

«Era sabato, un pomeriggio d’autunno. Aspetti un attimo, che controllo sulla mia agenda… 10 novembre 1987. Era il giorno dopo il compleanno di Ale, 13 anni. Si giocava San Vendemiano-Ossavo. Mi avevano parlato di un’ala sinistra fortissima, ma che nessuno prendeva perché costava troppo. Faccio per salire gli scalini della tribuna, quando mi volto: il portiere aveva rimesso il pallone con un lancio di 50 metri. Vedo ‘sto ragazzino staccarsi dall’avversario e controllare il pallone al volo come se avesse avuto la calamita al piede… Bastò solo quello? A quell’età sì, perché i ragazzi di talento non sono continui, hanno qualcosa di straordinario ma che tirano fuori solo ogni tanto, e tu devi essere bravo a coglierlo. Ora, purtroppo, gli allenatori insegnano solo a passare la palla e a non rischiare mai. Quella volta fu facile capire che era speciale. Convinsi il Padova ad accettare le richieste della società, 30 milioni di lire. Ma poi è stato rivenduto per 5 miliardi e il portiere Bonaiuti. Lo seguivano in molti, Alex. Da bambino era stato scartato dal Torino tre volte e stava quasi per essere preso da Fiorentina e Milan, quando arrivò la Juve. Lo seguiva da quando aveva 14 anni. E lì la sua storia ha preso il volo», ha raccontato a “Tuttosport”, l’83enne talent scout, che poi ha mandato un consiglio al Pinturicchio: «Da giovane amavo un pugile, Tiberio Mitri: era un fuoriclasse ma non si arrese all’età, andò negli Stati Uniti e fece la figura del gatto, ne prese tante e si rovinò. A Del Piero dico: occhio, la gente giudica in base a quello che vede, non a quello che ha visto. E glielo dico io che lo seguo da quel sabato. E’ il ricordo più bello della mia vita calcistica».