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STATS – Il calcio verticale del Napoli di Spalletti nasce da Kim Min-Jae

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Il bellissimo gioco espresso dal Napoli di Luciano Spalletti nasce dalla difesa, in particolare dal difensore coreano Kim

Era il 18 ottobre del 2022. Ed Arrigo Sacchi, su La Gazzetta dello Sport, si lasciava andare a tutta l’ammirazione nei confronti di una nuova realtà del calcio nostrano ed europeo che praticava un «gioco verticale»: «In un calcio italiano, che fa del tatticismo e della furbizia le armi principali, ricercare lo spettacolo come il Napoli è un punto di merito. Poche squadre in Europa stanno in campo e si muovono come quella di Spalletti. Davvero bravi: giocatori, e allenatore. Spalletti sta facendo qualcosa di veramente notevole. Di moderno direi. Anzi: qualcosa di europeo. A tratti, per il modo di attaccare, ricorda il Liverpool di Klopp, quando i Reds avevano più voglia di correre e di smarcarsi di quella che hanno adesso… La cosa è resa possibile a Spalletti perché ha giocatori intelligenti, disponibili, che mettono entusiasmo e volontà nel lavoro».

Il tempo si è incaricato di approfondite e solidificare questo concetto, facendo sì che gli azzurri alla seconda giornata di campionato abbiano già fatto il vuoto e in Champions League promettano – o minaccino, a seconda del punto di vista – di candidarsi a essere protagonisti fino in fondo. I numeri confermano che in Serie A nessun’altra squadra ha un numero così elevato di passaggi verticali precisi. Seconda è la Lazio di Sarri, che in qualche maniera attraverso il suo tecnico può essere anche considerata una parente (una congiunta, come diceva un premier in tempi di pandemia). A sorprendere è certamente il terzo posto del Monza: Raffaele Palladino ha dato coraggio a una formazione presa in zona retrocessione e portata in alto anche con grandi imprese, su tutte i 6 punti su 6 presi alla Juventus. Ma chi soni i verticalizzatori del Napoli di Spalletti?


Su tutti Kim Min-Jae, che oltre a regalare solidità dietro partecipa con pulizia alla fase di costruzione. Nei primi 6 c’è tutta la linea di difesa e il non esserci eccezioni la dice lunga sul lavoro di Spalletti. Quanto a Lobotka – e in misura minore Anguissa – non c’era bisogno delle statistiche per sapere ciò che appare evidentissimo in ogni partita.