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Verona, Montipò: «Qui per puntare in alto. Sogno la Nazionale»

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Il portiere gialloblù Montipò ha parlato dei suoi obiettivi con la maglia del Verona

Lorenzo Montipò, portiere del Verona, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha parlato dei suoi obiettivi in gialloblù e non solo.

ESORDIO IN B«L’esordio in B lo ricordo come se fosse oggi: Novara-Lanciano, il mister mi disse che avrei giocato solo durante il riscaldamento. Un’emozione unica, qualche minuto di panico e poi basta. Sì, ho fatto una bellissima parata sul lato destro con la mano di richiamo. Ogni tanto la vado a rivedere perché mi dà tanta carica». 

CAMMINO«Sono arrivato un po’ tardi perché son partito dal basso. Ma sono orgoglioso di aver fatto la gavetta in C e in B. Mi ha aiutato molto e so che posso migliorare ancora. Anche quando ho fatto l’Europeo con l’Under 21 ero l’unico a giocare in Serie B, con Tonali che però era già considerato un giocatore di grande prospettiva. Di Biagio ha avuto fiducia in me e lo ringrazierò sempre». 

EREDE DI SILVESTRI«Sinceramente no. E comunque nel calcio si vive di pressione, e noi portieri la viviamo più di altri. Qui a Verona sono stato subito accolto bene da tutti. Sono arrivato che ero infortunato, ma il gruppo mi ha dato molta fiducia sempre, ora percepisco che con me si sente al sicuro. Siamo cresciuti tanto, e insieme. I tifosi mi hanno persino dedicato un coro a Venezia quando eravamo sotto di tre gol. Detto questo, Marco (Silvestri, ndr) è un grande numero uno, ma io sono arrivato qui con le idee chiare: per salvare il Verona e puntare in alto». 

NAZIONALE«Assolutamente sì. Trampolino per restare ad alti livelli in A, magari anche rimanendo qui per anni. Ma soprattutto per conquistare la Nazionale: dopo l’Under, è un sogno che coltivo da molto e spero di arrivarci prima o poi. Ci vuole ambizione e il posto giusto per soddisfarla. Verona può essere il posto giusto». 

OBIETTIVO EUROPA«Sognare è lecito, noi intanto puntiamo a restare in A. Poi se nelle prossime due giornate arriviamo a 40, magari si possono fissare nuovi obiettivi». 

ATTACCANTI«Humm, forse Giroud. Contro di noi ha fatto uno stupendo gol di testa, ne è stata sottovalutata la difficoltà. È davvero un grande attaccante e sta dimostrando che vale ancora tanto. Complimenti al Milan, non molti avrebbero scommesso su di lui. E poi ha sfatato pure il tabù della maglia numero 9 rossonera». 

COMPAGNI DI SQUADRA«Dire gli attaccanti, con tutti le reti che segniamo, sarebbe facile ora. Ma se devo scegliere in rapporto a età e qualità, dico Ivan Ilic. È un 2001, mi impressiona la personalità che mette in campo: come se giocasse in A da anni. In generale comunque non mi aspettavo compagni così forti, anche quelli che subentrano sono di grande qualità. E Tudor aiuta tutti a esprimerla. Ci ha dato una svolta sotto il profilo mentale. Diciamo che è un bel martello. Ci spinge ad andare oltre i nostri limiti e questo lo si vede in partita, perché pressiamo per 90 minuti e cerchiamo di imporci a livello fisico. Anche all’Olimpico ci proveremo».