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André Silva, il centravanti che il Portogallo aspetta da una vita

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Colpo eccellente del Milan: André Silva è la nuova speranza rossonera

La soluzione del rebus centravanti è arrivata all’improvviso: no da questo, forse da quell’altro, ti farò sapere da quell’altro ancora. Ed intanto passavano i giorni e l’obiettivo dichiarato in prima persona da Marco Fassone – quello di definire la sostanza dell’organico rossonero entro fine giugno – diveniva via via più complesso. I vertici dirigenziali del nuovo Milan di proprietà cinese hanno perso la pazienza e virato sul colpo che non ti aspetti, l’acquisto clamoroso che altera immediatamente lo scenario e porta in dotazione a Vincenzo Montella un diamante puro: è il portoghese André Silva il nuovo centravanti del Milan, arriva dal Porto per quasi quaranta milioni di euro e con un contratto che lo legherà al Diavolo per i prossimi cinque anni.

Reattività Milan

Prima di addentrarci nell’analisi specifica al nuovo calciatore del Milan, appare giusto soffermarci sul lavoro che la dirigenza sta portando avanti dal giorno del suo insediamento: si è detto tanto sulla qualità dei colpi già centrati – Musacchio, Rodriguez e Kessie – nonché sui brillanti obiettivi ricercati e proprio in queste ore sul tavolo rossonero, l’elemento nuovo emerso nella vicenda Silva è la reattività di una società che non si perde di fronte al no imprevisto. Intendiamoci: per Morata era tutto fatto. Il clamoroso dietrofront dello spagnolo non ha però sconfortato Fassone e Mirabelli, pronti ad individuare un profilo di pari levatura e sorprendere tutti con un’operazione ai limiti del top secret. Così il Milan ha raggiunto il suo obiettivo, si è portato a casa uno degli attaccanti più interessanti del palcoscenico internazionale, e continua a lavorare sugli altri reparti: ok all’obiettivo da centrare, ma immediata è l’alternativa nel caso il puzzle non dovesse completarsi. Del resto è così che un grande club vive il calciomercato: non pianificare a dovere gli scenari comporta il rischio di restare a mani vuote. E doversi accontentare del primo scarto che capita a tiro. I risultati poi emergono in tutta la loro forza nel corso della stagione: a determinati livelli non c’è spazio per l’improvvisazione.

André Silva, l’identikit del centravanti che mancava al Portogallo

Della nazionale di calcio portoghese si è sempre sostanzialmente asserito: grande organizzazione difensiva, sviluppo tattico all’avanguardia, forza fisica e talento, tutto insomma al posto giusto fatta eccezione per lo storico difetto. La proverbiale lacuna, quella di un centravanti puro all’altezza della situazione ed abile a finalizzare la mole di gioco proposta. Signori cari, se le statistiche non mentono in questo caso ci siamo davvero: André Silva ha siglato 16 reti nelle 24 gare disputate con il Portogallo Under 19, 8 nelle 10 con l’Under 20, 4 nelle 3 con l’Under 21, 7 nelle 8 con la nazionale maggiore. Aggregato: 35 reti in 45 partite. Numeri da alieno. Classe ’95, novembre ’95, i suoi ventuno anni lo rendono oltre ogni ragionevole dubbio l’attaccante che il Portogallo aspettava da una vita: maneggiare con cura, lanciare in questo biennio per farsi trovare pronti al Mondiale, da disputare in Russia da campioni d’Europa in carica e con il Pallone d’Oro in carica. La vicinanza a Cristiano Ronaldo può essere il trampolino di lancio per questo giovane talento: può apprendere gli strumenti del mestiere senza che il peso della responsabilità di una nazione gravi sulle sue spalle.

Milan, Montella ha il centravanti che desiderava

Le caratteristiche di André Silva si sposano in pieno con i desiderata di Vincenzo Montella: la sua idea di calcio si incentra su undici calciatori – non dieci, nove o meno – che sappiano dare del tu al pallone. Interpreti di buona tecnica che partecipino al costrutto della manovra, senza assentarsene per lunghi tratti: sono così agevolmente spiegate le fatiche di un eccellente finalizzatore puro quale è indubbiamente Carlos Bacca. Con Montella funzionano così e così: se quando chiamati in causa non sono funzionali alla squadra lasciano il tempo che trovano. Fino a diventare corpi spuri. Guardando all’opera André Silva invece la sensazione è assolutamente rassicurante: i mezzi tecnici a disposizione risaltano ancor prima dell’abilità negli ultimissimi metri. Intendiamoci: fa gol in tanti modi. Ma non è quella la sua caratteristica essenziale: ciò che balza all’occhio, nonostante la giovanissima età, è la capacità di leggere l’azione. Di prevederla, di intuire il movimento dei compagni, di comprendere il corso della partita, la dinamica in essere. André Silva sente calcio e con Montella parlerà sin da subito la medesima lingua. Tanti i potenziali biglietti da visita: il primo campionato portoghese in prima squadra da 16 reti, una ogni 153 minuti disputati, le 21 stagionali condite dagli 8 assist vincenti firmati, lo sponsor Cristiano Ronaldo, che raramente spende parole carine per qualcuno che non sia sé stesso. Tutti ottimi, ma nulla che possa andare al passo con il suo talento: quello è naturale, lo si legge subito, lo si vede e ci si domanda cosa possa diventare nelle prossime stagioni. Quelle dell’affermazione, della futura consapevolezza, quelle che giocherà nel Milan pronto ad affidargli la storica maglia numero 9. Il Diavolo ha intenzione di tornare: le prime mosse confortano il suo popolo.

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